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Oratorio e scuola: a Soncino un laboratorio di buona collaborazione

A scavalco tra la fine dell’anno scolastico scorso e l’inizio dell’estate si è fatto un gran parlare del Piano ponte immaginato e – in parte – finanziato dal Ministero dell’istruzione: un’occasione, si scriveva, per attivare il protagonismo della scuola, con le sue competenze e le sue leve educative, anche nel tempo estivo, a servizio della socializzazione e del recupero cognitivo e relazionale della popolazione scolastica, fortemente penalizzata dalla pandemia.

E proprio mentre il Piano ponte prendeva forma, allocando risorse e provocando reazioni ora favorevoli ora contrarie, lo stesso Ministero pubblicava le proprie linee di progettazione per i prossimi anni, facendo intuire un cambio di passo e recuperando diversi snodi educativi propri anche della tradizione della pastorale giovanile: l’attenzione alla persona, la questione delle competenze, la sfida della relazione intergenerazionale…

Giustamente qualche voce si è levata a stigmatizzare che non tutto può essere scuola né lo deve diventare, anche alla luce della ricchezza di territori che hanno focalizzato negli anni ritmi e appuntamenti che solo in un organico equilibrio si propongono come offerta educativa orientata alla totalità della persona. Tuttavia il Piano ponte, a valle di 15 terribili mesi di ondate pandemiche, traeva forza dalla necessità che le istituzioni e i soggetti educativi del territorio si parlassero, si confrontassero e, a volte, tornassero ad identificarsi, oltre la ruggine delle letture ideologiche e della spartizione di ambiti. La grande opportunità dei patti educativi di comunità è sotto gli occhi di tutti, come già si evocava all’assemblea oratori del settembre 2020, dopo il primo anno di covid-19 e la singolare estate Summerlife. Compresa la fatica della composizione di un patto che non può restare sulla carta ed interpella le risorse, le identità e i profili di ogni soggetto che siede attorno al tavolo del “governo educativo” di una comunità.

Senza dubbio questo equilibrio di volontà e competenze si è attivato nel territorio soncinese: qui l’identità “a misura d’uomo” della comunità locale ha favorito la costruzione di un dialogo positivo tra Parrocchia, Istituto comprensivo e Amministrazione comunale e da un tavolo di coordinamento, fortemente voluto da tutti, si è passati alla programmazione e alla realizzazione di interventi educativi sinergici, tutt’ora in corso. Come ricordano il dirigente del Comprensivo di Soncino, il prof. Luca Serafini, anconetano di origine e cremonese di adozione, e don Fabrizio Ghisoni, responsabile dell’Oratorio, è parso quasi naturale accogliere la sfida dell’integrazione. E ne hanno parlato volentieri in una chiacchierata con la Federazione Oratori, impegnata quest’estate a narrare ben altro che i colori delle magliette o qualche torneo di bandierina: meglio dar voce alle buone prassi di senso che hanno a che fare con la revisione “dal basso”, pratica di una proposta come quella estiva dentro e attorno gli Oratori cremonesi.  Una contrapposizione o giustapposizione delle iniziative – raccontano i due – sarebbe sfociata nella sterilità.

Così i classici laboratori del Grest parrocchiale sono diventati luoghi di competenza di esperti esterni ed interni forniti dalla scuola, con un accordo che ha consentito a tutti di accedere a risorse insperate: alla scuola ha consentito di non doversi cimentare con organizzazioni che non coinvolgono direttamente il proprio know how (l’estate è pur sempre l’estate e la scuola è pur sempre un’istituzione formativa che ha a che fare con i processi dell’apprendimento!); l’Oratorio ha visto realizzarsi una sinergia di competenze davvero ottima. Così storia è diventato un laboratorio video di narrazione della biografia di un paese ricco di passato come Soncino; la competenza musicale è stata attivata con la creazione di basi di generi differenti; lo sport è stato seguito da professionisti che hanno affiancato gli animatori. Ed un ex animatore di qualche anno fa, ora studente universitario, è rientrato come esperto di musicologia a sostegno dei laboratori espressivi.

Ciò che è in corso a Soncino ha proprio il volto di una buona prassi resa possibile dal coinvolgimento convinto delle istituzioni educative: poste in rete, coordinate e capaci di una reciproca valorizzazione. Un modello non banale che farà ancora parlare di sé nel futuro, anche degli Oratori.