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Obolo di San Pietro: Francesco e il verbo “servire”

In occasione della Giornata per la carità del Papa, in programma il 24 giugno, proponiamo alcuni interventi recenti di Papa Francesco, raccolti dal Sir, sul tema del “servire”, come chiave per comprendere il senso dell’appartenenza ecclesiale.

Il cristiano esiste per servire. “Gesù ci insegna il servizio, come strada del cristiano. Infatti, il cristiano esiste per servire, non per essere servito. Ed è una regola che vale tutta la vita. Tutto è racchiuso lì: infatti tanti uomini e donne nella storia, che l’hanno presa sul serio, hanno lasciato tracce di veri cristiani: di amore e di servizio. L’eredità di Gesù è questa: ‘Amatevi come io ho amato’ e ‘servite gli uni gli altri’. Lavate i piedi gli uni agli altri, come io ho lavato a voi i piedi”. (26 aprile 2018, Messa a Santa Marta)

Dall’io al tu. “Gesù – li invia a preparare con precise indicazioni ed essi trovano una grande sala, arredata e già pronta. I discepoli vanno a preparare, ma il Signore aveva già preparato. Ma, come ai discepoli allora, anche a noi oggi Gesù chiede di preparare. Come i discepoli domandiamogli: ‘Signore, dove vuoi che andiamo a preparare?’. Dove: Gesù non predilige luoghi esclusivi ed escludenti. Egli ricerca posti non raggiunti dall’amore, non toccati dalla speranza. In quei luoghi scomodi desidera andare e chiede a noi di fargli i preparativi. Quante persone sono prive di un posto dignitoso per vivere e del cibo da mangiare! Ma tutti conosciamo delle persone sole, sofferenti, bisognose: sono tabernacoli abbandonati. Noi, che riceviamo da Gesù vitto e alloggio, siamo qui per preparare un posto e un cibo a questi fratelli più deboli. Egli si è fatto pane spezzato per noi; chiede a noi di donarci agli altri, di non vivere più per noi stessi, ma l’uno per l’altro. Così si vive eucaristicamente: riversando nel mondo l’amore che attingiamo dalla carne del Signore. L’Eucaristia nella vita si traduce passando dall’io al tu”. (3 giugno 2018, Messa nella parrocchia di Santa Monica a Ostia)

Le virtù dei cristiani. “Che cosa significhi rivestirsi di Cristo, lo ricorda San Paolo spiegando quali sono le virtù che i battezzati debbono coltivare: ‘Scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto’”. (16 maggio 2018, udienza generale in piazza San Pietro)

Entrare nelle sue piaghe. “Abbiamo anche noi bisogno di ‘vedere Dio’, di toccare con mano che è risorto, e risorto per noi. Come possiamo vederlo? Come i discepoli: attraverso le sue piaghe. Guardando lì, essi hanno compreso che non li amava per scherzo e che li perdonava, nonostante tra loro ci fosse chi l’aveva rinnegato e chi l’aveva abbandonato. Entrare nelle sue piaghe è contemplare l’amore smisurato che sgorga dal suo cuore. Questa è la strada. È capire che il suo cuore batte per me, per te, per ciascuno di noi. Cari fratelli e sorelle, possiamo ritenerci e dirci cristiani, e parlare di tanti bei valori della fede, ma, come i discepoli, abbiamo bisogno di vedere Gesù toccando il suo amore. Solo così andiamo al cuore della fede e, come i discepoli, troviamo una pace e una gioia più forti di ogni dubbio”. (8 aprile 2018, omelia della Messa in piazza San Pietro – II domenica di Pasqua)

Prima i più bisognosi. “Dio è con noi, vicino a noi, ci ama, cammina con noi, è interessato alla nostra storia personale e si prende cura di ognuno, a partire dai più piccoli e bisognosi. La festa della Santissima Trinità ci fa contemplare il mistero di Dio che incessantemente crea, redime e santifica, sempre con amore e per amore, e ad ogni creatura che lo accoglie dona di riflettere un raggio della sua bellezza, bontà e verità. Egli da sempre ha scelto di camminare con l’umanità e forma un popolo che sia benedizione per tutte le nazioni e per ogni persona, nessuna esclusa. Il cristiano non è una persona isolata, appartiene ad un popolo: questo popolo che forma Dio. Non si può essere cristiano senza tale appartenenza e comunione. Noi siamo il popolo: il popolo di Dio”. (27 maggio 2018, Messa della Santissima Trinità)

 

La mappa della solidarietà

Dal Ruanda all’Ucraina, dal Centrafrica ad Haiti, dal Bangladesh all’Iraq. Spaziano nei cinque continenti le opere di misericordia realizzate grazie all’Obolo di San Pietro, una pratica antica quanto la Chiesa – come attesta il libro degli Atti degli Apostoli – con la quale i fedeli partecipano alle iniziative di bene del vescovo di Roma nei confronti della Chiesa universale. Comunione con il Papa e attenzione alle necessità dei fratelli: sono i due binari in cui si esprime il valore allo stesso simbolico e pratico di questa forma di solidarietà verso coloro che hanno più bisogno nel mondo, a cui ciascuno di noi può contribuire. Basta un “clic” sul sito per trovare tutte le informazioni utili sulla modalità in cui far pervenire la propria offerta.

Haiti e Lesbo. Le offerte dell’Obolo di San Pietro raccolte dalla diocesi di Cremona saranno destinate ai vescovi di Haiti, l’isola caraibica duramente colpita da un uragano Matthew e ora alle prese con la più grande crisi umanitaria dal terremoto del 2010, che ha provocato oltre 900 morti e migliaia di sfollati. 50mila euro è la somma stanziata in favore delle vittime del terremoto che ha devastato il sud dell’Isola di Lesbo, in Grecia: i fondi dell’Obolo saranno devoluti al villaggio ortodosso di Vrisa, raso al suolo dopo la prima scossa. L’offerta destinata dalla Santa Sede ha quindi anche un grande valore dal punto di vista ecumenico, visto che a beneficiarne sarà una popolazione a maggioranza ortodossa: a Lesbo, infatti, i cattolici sono appena 50.

Bangladesh e Centrafrica. Presso la diocesi di Dinajpur, in Bangladesh, 400 km a nord-ovest della capitale Dacca, in una regione dove in questi ultimi anni si sono registrati numerosi episodi di violenza da parte dei fondamentalisti islamici nei confronti delle minoranze etniche e religiose, la Santa Sede ha finanziato un progetto per la ricostruzione delle abitazioni di 55 famiglie e di ogni credo religioso, vittime di attentati terroristici. Un segnale forte e concreto di pacificazione e di speranza che si aggiunge alle numerose iniziative di aiuto e sostegno, soprattutto in campo sanitario e scolastico, che il Pime (Pontificio Istituto Missione Estere) e le altre congregazioni religiose presenti svolgono in una delle aree più povere e dimenticate del mondo. Da maggio 2016 a Bangui i medici e i tecnici dell’ospedale Bambino Gesù di Roma sostengono l’unico ospedale pediatrico presente in Centrafica, in collaborazione con l’Università di Bangui e le autorità locali. Oltre ad interventi urgenti per consentire un dignitoso funzionamento della struttura, sono stati acquistati un generatore e un trasformatore di corrente ed è stata attivata la rete fognaria. 16 i medici generici che sono stati assunti e 20 le borse di studio erogate per altrettanti specializzandi. Attualmente è in corso la ristrutturazione di tre reparti,

Ucraina e Giordania. Il 3 aprile 2016, nella domenica dedicata alla Divina Misericordia, Papa Francesco ha chiesto a tutte le Chiese cattoliche d’Europa di promuovere una colletta per aiutare il popolo ucraino, duramente colpito dalla guerra civile. In tutte le diocesi sono state raccolte tra i fedeli 16 milioni di ero, di cui 5 sono stato donati personalmente dal Santo Padre. Le offerte sono state destinate ad aiutare anziani e bambini, le fasce più colpite dal conflitto, senza distinzione tra ortodossi e greco cattolici. Alla fine del 2014, su iniziativa della Segreteria di Stato della Santa Sede, è stata istituita una Commissione ad hoc per assicurare lo sviluppo dell’Università Americana di Madaba, il primo ateneo cattolico della Giordania: grazie alle donazioni ricevute dall’Obolo di San Pietro le attività didattiche dell’Ateneo potranno essere sostenute e migliorate per i prossimi anni.

Ruanda e Iraq. A Nyamirambo, nella periferia di Kigali, in Ruanda, le suore salesiane dei Sacro Cuori gestiscono da molti anni l’Istituto “Filippo Smaldone” che si occupa di assicurare un’istruzione a bambini poveri audiolesi e vulnerabili, provvedendo a una piena integrazione sociale. Grazie al contributo della Santa Sede i locali della struttura verranno completamente ristrutturati e ampliati per consentire a un numero sempre maggiore di bambini di seguire le lezioni. L’arcidiocesi di Erbil, città del Kurdistan iracheno, dove è numerosa la presenza cristiana, ha ottenuto un finanziamento dalla Santa Sede per 10 borse di studio rivolte a giovani sfollati per accedere e completare la propria formazione universitaria in vista di una futura ricostruzione del Paese: un contributo importante per la normalizzazione dell’Iraq, un segno di aiuto concreto ai giovani della regione, che ancora convivono con l’incubo della guerra e delle violenze.

 

Senso e origine dell’Obolo

L’Obolo di San Pietro è una secolare iniziativa di solidarietà da parte dei fedeli di tutto il mondo che, donando, permettono alla Chiesa Cattolica di svolgere il proprio mandato, sostenendo opere e strutture di misericordia. È con questo spirito di profonda e umana condivisione che la Santa Sede accoglie ogni singola donazione. Condivisione di intenti, di valori e di impegno verso i più bisognosi a cui ciascun fedele è chiamato ogni giorno.

La pratica di sostenere materialmente coloro che hanno la missione di annunciare il Vangelo, nasce con il cristianesimo stesso, con la finalità di permettere loro di impegnarsi interamente nel proprio ministero e prendersi nel contempo cura dei più bisognosi (cfr. Atti degli Apostoli 4,34; 11,29).

Alla fine del secolo VIII, gli anglosassoni, dopo la loro conversione, si sentirono tanto legati al Vescovo di Roma, che decisero di inviare in maniera stabile un contributo annuale al Santo Padre. Così nacque il “Denarius Sancti Petri” (Elemosina a San Pietro), che ben presto si diffuse nei Paesi europei. Questa, come altre pratiche analoghe, passò attraverso molte e diverse vicissitudini nel corso dei secoli, fino a quando fu benedetta dal Papa Pio IX, con l’Enciclica Saepe venerabilis del 5 agosto 1871. Attualmente, questa colletta ha luogo in tutto il mondo cattolico, per lo più il 29 giugno o la domenica più vicina alla Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo.

Attraverso il sito internet www.obolodisanpietro.va è possibile conoscere e contribuire alle opere volute da Papa Francesco grazie anche alla possibilità di donare direttamente on-line e condividere, attraverso i social network (FacebookTwitter e Instagram), i messaggi di speranza e solidarietà, partecipando ad un cammino comune di misericordia.