1

Obiezioni di coscienza, dottor Emiliani (MpV): «Più fragile in Italia il diritto a non abortire»

Incredibile Europa!  Minacciata dal terrorismo, impoverita dalla crisi economica, impaurita dall’ immigrazione, paralizzata in ogni  iniziativa da reciproci veti ed incomprensioni, interviene  per rimproverare l’Italia incapace di assicurare un adeguato “servizio d’aborto”.

Il Comitato Europeo dei diritti sociali, organo del Consiglio d’Europa (non dell’Unione Europea) costituito da 14 esperti indipendenti (non magistrati),  ha infatti parzialmente accolto il reclamo n° 91/2013 della Cgil secondo cui l’elevato numero di medici italiani obiettori renderebbe problematico per la donna il ricorso all’aborto  e discriminato e forzoso il  lavoro dei colleghi non obiettori!

In una Europa che permette ogni minuto tre aborti legali, non impressiona certo il dato che in Italia dal 1978 siano stati praticati 6 milioni di aborti legali, anche se la percentuale di ginecologi ed anestesisti obiettori sia prossima al 70%. Peraltro, in Italia  ogni 7 strutture in cui si partorisce, ve ne sono 5 dove si può abortire, nonostante il numero degli aborti sia il 20% delle nascite. Nel 62% dei casi, la donna che vuole abortire (dati contenuti nella Relazione al Parlamento del Ministro della Salute-ottobre 2015) attende meno di 7 giorni, mentre mediamente ogni ginecologo non obiettore pratica 1,6 aborti a settimana.

Nessun rimprovero può quindi essere addebitato all’Italia, men che meno da un sindacato dei lavoratori e delle lavoratrici che dovrebbe piuttosto preoccuparsi di  reclamare buone pratiche di conciliazione lavoro-famiglia e contrastare forme  di lavoro tanto precario da risultare a rischio di licenziamento per il sopraggiungere di una gravidanza.

Ciò che appare più fragile, in italia, sembra piuttosto il diritto a non abortire, in una societa’ peraltro ferita da una denatalità senza precedenti. L’Europa che sembra snobbare l’inziativa popolare con la quale 2 milioni di cittadini hanno chiesto che , in virtù della propria originale  dignità umana,  l’embrione sia riconsciuto soggetto come  “uno di noi”, appare più interessata a promuovere “nuovi diritti” che legalizzano pratiche di selezione eugenetica, di procreazione assistita spericolata,  di maternità surrogata,  di congelamento di embrioni  e loro eventuale utiizzo a scopo di ricerca fino  a tollerare con un certo compiacimento la nuova società “Down free”.

La possibilità di dissentire da questa mentalità invocando obiezione di coscienza, diritto insopprimibile previsto anche dalla legge 194, rappresenta il baluardo ultimo che si oppone alla realizzazione del “pensiero unico”.

Per questo bisogna comprimerla! Anche contro ogni evidenza logica!

Dottor Paolo Emiliani
Presidente del Movimento per la Vita