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Nella scuola, per costruire la scuola: «l’orgoglio del protagonismo»

«L’educazione deve tornare ad essere spazio privilegiato in cui si formano le persone alla libertà e alla responsabilità, ad una cittadinanza attiva e propositiva, a un pensiero che non è lontano dall’azione ma che motiva e fonda le piccole o grandi scelte quotidiane e della vita, nel presente e per il futuro diviene concretamente sostegno allo sviluppo integrale della persona e non si riduce a mero apprendimento di competenze, seppure soltanto cognitive e strumentali o tecniche.» (Educare: Convegno Firenze 2016)

L’inizio di un nuovo anno scolastico è accompagnato da desideri, aspettative, sogni, a volte malumori, ma segnato sempre da una buona dose di speranza: quella di essere dei protagonisti, dirigenti, docenti, non docenti, studenti e famiglie, dentro questa grande “casa” che è la Scuola.

Allora, all’inizio di questo anno scolastico, ancora una volta la Chiesa Cremonese vuole essere presente, vuole camminare a fianco a fianco di chi vive la scuola e di chi vive nella scuola, per sostenere, incoraggiare, condividere, nella libertà data a ciascuno e nel reciproco rispetto.

Il Segretario generale della CEI, mons. Galantino ai responsabili degli Uffici Scuola, a questo proposito, affermava: «… la Chiesa … è invitata a non essere navigatrice solitaria in questa società … È molto più facile continuare ad avere la propria lingua, i propri vestiti, così, di fronte alla complessità del mondo, nei nostri ambienti spesso si preferisce percorrere le tangenziali per non mischiarsi nel traffico delle strade, è necessario … riscoprire l’orgoglio del protagonismo». E Papa Francesco diceva: «La scuola è un luogo di incontro. Qui incontriamo persone diverse da noi, diverse per età, per cultura, per origine, per capacità. E noi oggi abbiamo bisogno di questa cultura dell’incontro per conoscerci, per amarci, per camminare insieme. Una cultura fondamentale proprio nell’età della crescita, come un complemento alla famiglia».

La scuola impone a tutti di non scegliere le “tangenziali”, ma di “mischiarsi” dentro un mondo che non può essere ignorato: il mondo di fanciulli, ragazzi e giovani, di famiglie, che tante volte vivono situazioni economiche, familiari e culturali “al limite” che provocano il nostro modo di pensare, le nostre convinzioni, i nostri linguaggi. La Chiesa cremonese, anche per questi motivi, si vuole mettere in ascolto dei giovani nei luoghi dove vivono, si formano e sognano, e tra questi anche la scuola, e lo fa attraverso il “Sinodo dei Giovani”, per camminare con loro, e con loro progettare un futuro da protagonisti nella Chiesa e nel mondo.

Spesso si è affermato che la scuola è un “laboratorio”, ma forse è anche di più: è vita, è il vero spaccato della società; se vi fosse attenzione vera dentro quello che succede (di buono, di bello, di difficile o di critico) riusciremmo a fare un grandissimo lavoro di prevenzione dentro la società, a favore di essa. Ecco perché bisogna essere dei protagonisti, «l’orgoglio del protagonismo», non per una questione meritocratica  o per un protagonismo fine a se stesso, non per interessi economici,  ma per una questione di servizio, si potrebbe dire di evangelico servizio, da fare ai nostri ragazzi, alle famiglie, alla comunità, al nostro presente come anche al futuro, nostro ma soprattutto delle giovani generazioni.

Moltissimi uomini e donne che vivono nella scuola, sono appassionati del loro lavoro, danno la vita per la Scuola, altrettanti amano profondamente i ragazzi che sono loro affidati, che non di rado trovano in essa il solo luogo “positivo” e “pulito”  della loro vita; spesso ne conoscono i limiti, i problemi, i dolori, le necessità. È necessario rileggere la scuola sotto questo profilo. Il cuore di docenti, come anche dei dirigenti, non è un cuore asettico, ma batte forte per i ragazzi, per, direbbero loro “i nostri ragazzi”, per questo è necessario riscoprire che la Scuola non va trascurata, che la scuola deve essere luogo di interesse, di impegno, di uso di risorse. Luogo dove la burocrazia non fa da protagonista, ma dove è l’uomo il luogo primo ed ultimo dell’impegno. In fin dei conti è vero quello che diceva don Milani: «La scuola ha un problema solo. I ragazzi che perde». Buon anno scolastico!

don Giovanni Tonani
Incaricato Ufficio Pastorale scolastica
Diocesi di Cremona