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Nella Messa “in Coena Domini” l’invito a capire davvero e voler imitare l’esempio del Maestro

Non una celebrazione rituale, ma una vera chiamata a imitare Cristo, aprendo il proprio cuore, lasciandosi cambiare «dall’amore gratuito con cui il Figlio di Dio ci lava i piedi, ci dona se stesso in cibo e fa di noi la comunità dei suoi fratelli e dei suoi figli». Il vescovo Napolioni ha definito così la cosiddetta Messa “in Coena Domini”, conosciuta popolarmente come la Messa della “lavanda dei piedi”, presieduta nel pomeriggio di giovedì 29 marzo in Cattedrale.

Celebrazione che apre il Triduo pasquale. Ma al di là di ogni ritualità e formalismo – secondo il Vescovo – il Signore rivolge a ciascuno la domanda fatta ai discepoli (cfr. Gv 13,1-15): «Capite quello che ho fatto per voi?»

Rileggendo la seconda lettura, mons. Napolioni si è soffermato sul senso del «fate questo in memoria di me». «Ri-cor-datemi – ha evidenziato il Vescovo – significa: ridatemi il cuore». Nella consapevolezza che Cristo «non vive nelle chiese fatte dagli uomini, ma nella Chiesa fatta di uomini»

«Siamo disposti – si è domandato il Vescovo – a diventare anche noi pane spezzato e vino versato?». Perché la vita ci chiede di scegliere continuamente se schivare le responsabilità, se amare fino in fondo prendendo l’ultimo posto, se vivere il perdono e la riconciliazione anche quando le nostre ragioni non venissero capite e tutelate. Ma se assaporiamo la fragranza della condivisione scopriamo che quel pane spezzato è nutriente, quel vino versato è il timbro della gioia.

Dopo l’omelia la lavanda dei piedi: un gesto che il Vescovo ha rinnovato quest’anno nei confronti di alcuni adulti. Dopo che in passato l’aveva compiuto nei confronti di alcuni educatori e, lo scorso anno, dei catecumeni che nella notte di Pasqua hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana.

La Messa è stata animata con il canto dal Coro della Cattedrale diretto da don Graziano Ghisolfi e accompagnato all’organo dal maestro Fausto Caporali. Il servizio liturgico è stato garantito dai seminaristi, coordinati dal cerimoniere vescovile don Flavio Meani.

Insieme a mons. Napolioni hanno concelebrato i canonici del Capitolo della Cattedrale e i sacerdoti del Seminario.

Dopo le comunioni un altro gesto caratteristico di questa celebrazione: la processione verso la Cappella del Santissimo per la reposizione dell’Eucaristia. Dopo un momento di adorazione l’assemblea si è quindi sciolta nel silenzio, mentre l’adorazione è proseguita offrendo possibilità di preghiera durante tutta la sera.

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