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Mons. Lafranconi ha celebrato le esequie di don Enrico Prandini

Anche nella sofferenza don Enrico Prandini ha accolto i segni della chiamata del Signore ed ha risposto, anche nella sofferenza, con la serenità di chi ha conosciuto il valore di quei «beni veri, permanenti, che non si consumano e non vanno perduti». Così, leggendo i passaggi di alcune lettere che il sacerdote gli aveva scritto negli ultimi anni, il Vescovo Emerito mons. Dante Lafranconi ha ricordato don Enrico Prandini nell’omelia pronunciata giovedì 24 maggio durante la celebrazione delle esequie presso la chiesa parrocchiale di Santo Stefano Martire a Ossolaro, dove il sacerdote – che ha concluso la sua esistenza terrena lo scorso 22 maggio a 83 anni – è stato parroco per 39 anni.

Un profondo silenzio ha sottolineato l’ultimo ingresso di don Enrico Prandini nella parrocchiale di Ossolaro, gremita per le esequie del sacerdote che qui è stato parroco dal 1971 al 2010. La comunità cristiana ha manifestato con un composto raccoglimento il rispetto e la gratitudine per il servizio e la vicinanza fraterna di don Enrico a generazioni di parrocchiani di cui – come lui stesso scriveva al Vescovo un anno prima di presentare le dimissioni –

«più che pastore mi ritrovo fratello».

A presiedere il rito il Vescovo emerico mons. Dante Lafranconi. Con lui sull’altare il vicario generale don Massimo Calvi, il vicario della Zona 2 don Pietro Samarini, don Floriano Scolari amministratore parrocchiale di Ossolaro-Paderno Ponchielli-Santo Stefano e una trentina di sacerdoti.

Nella sua riflessione mons. Lafranconi ha ricordato la vita di don Enrico, segnata soprattutto negli ultimi anni, dalla malattia: «Quante volte mi ha ricordato la sua fatica, le sue presenze in ospedale – ma sempre concludeva dicendo: “Magari non posso fare tutto quello che vorrei. Però offro tutto al Signore”».

Una testimonianza di fede, unita a quella gioiosa di fedeltà alla propria vocazione. E alla propria comunità. Il Vescovo emerito ha infatti citato passaggi significativi dalla lettera di don Prandini nel giorno delle dimissioni dal ministero di parroco a Ossolaro: «Mi piacerebbe restare qui – scriveva – ma non si preoccupi, non procurerò problemi a chi mi succederà, perché vorrò essere qui come un buon parrocchiano». «Don Enrico – commenta mons. Lafranconi – tanto ha apprezzato la vita sacerdotale quanto ha riconosciuto le radici che accomunano tutti i battezzati, la dignità di figli di Dio».

E poi un altro passo significativo a chiudere l’omelia con il messaggio di speranza: «Don Enrico scrisse così:

“Mi accompagna la gioia di essere sacerdote e cerco di farne partecipi quanti mi sono vicini”».

Questa gioia «negli ultimi anni don Enrico traspariva dal suo sguardo». La gioia data dalla consapevolezza che «nella vita ogni momento è una chiamata del Signore. E la nostra risposta non può che essere che una risposta data con la serenità del cuore».

Al termine della Messa, dopo la benedizione, il feretro è stato trasferito a Cavatigozzi, sua parrocchia natale, per la tumulazione nel locale cimitero.

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Profilo di don Enrico Prandini

Don Enrico Prandini, classe 1934, è nato a Cavatigozzi il 27 settembre ed è stato ordinato presbitero il 28 giugno 1959.

Ha svolto il suo ministero come vicario parrocchiale a Cristo Re, Cremona (fino al 1971).

È stato quindi parroco a Ossolaro-Paderno Ponchielli-S. Stefano, dal 1971 al 2010, anno in cui ha rinunciato all’incarico.

Negli ultimi anni ha risieduto presso la Casa di cura “La Pace” nella parrocchia dei Santi Giacomo e Agostino a Cremona.