1

Mons. Lafranconi alla sagra di Ariadello: «Mostrare agli immigrati la gioia della nostra fede e non le nostre paure»

Il Santuario di Ariadello nella seconda domenica di maggio diventa sempre un luogo di grande devozione per la festa che coinvolge tutta la comunità parrocchiale di San Siro e zone limitrofe. Esso sorge a circa 2,5 km a nord del centro abitato di Soresina, in mezzo alla campagna. Fu edificato dal feudatario G.B. Barbò con il contributo della popolazione a ricordo di un miracolo: la figlioletta del Barbò, sordomuta, riacquistò la parola mentre offriva fiori di campo all’immagine della Madonna dipinta su un muro facente parte di una costruzione denominata “Tor de Ariadini”.


Dal venerdì 6 a lunedì 9 maggio è stato tutto un insieme di voci e canti, di raccoglimento e preghiera, di ritrovo di ristoro per famiglie, giovani e tutti coloro che amano questo luogo mariano.

Le prime due sere è stato recitato il rosario meditato cui è seguita l’adorazione eucaristiva, il venerdì animata dai giovani.

Domenica 8 maggio la messa solenne delle 11 è stata presieduta da don Mario Aldighieri, prete di origine soresinese, nel 55° di ordinazione presbiterale. Ordinato nel 1961, don Mario è stato vice rettore del Collegio Gregorio XIV dal 1961 al 1967, vicario della parrocchia cittadina di Sant’Agata dal 1967 al 1972, fidei donum in Brasile dal 1973 al 1994, responsabile del CUM America Latina dal 1994 al 1997, membro del Segretariato “Migrantes” dal 1998 al 2008, membro del Segretariato Diocesano Cooperazione Chiese Sorelle dal 2005 al 2008. È stato responsabile del segretariato per lo studio delle nuove forme di religiosità, del servizio per il catecumenato degli adulti e del segretariato per le attività ecumeniche fino al 2012. Attualmente è di prezioso aiuto nella pastorale parrocchiale di Cristo Re, in Cremona.

Solenne anche la Santa Messa di lunedì 9 maggio, presieduta dal vescovo emerito, mons. Dante Lafranconi, giunto nel luogo mariano in carrozza insieme al parroco don Angelo Piccinelli. Prima di arrivare a destinazione il presule si è soffermato per una breve preghiera alla Madonna delle Rose, santella lungo la strada che da Soresina porta al Santuario.

La banda di Trigolo-San Bassano ha accolto mons. Dante sul sagrato prima e dopo la solenne liturgia.

«Il miracolo della Madre – ha esordito don Piccinelli nel saluto iniziale – che quasi quattro secoli fa ha aperto la bocca di una ragazza muta, ancora oggi attorno a questo amatissimo tempio riapre il canale del dialogo tra le persone, consolida le relazioni di amicizia, facilita la riconciliazione reciproca, favorisce la comunione fraterna».

Mons. Lafranconi nella sua omelia si è soffermato in modo particolare sul dono della fede: «Essa – ha spiegato – è un bene che si mantiene nella misura in cui lo traduciamo e la diffondiamo nella nostra vita quotidiana: vivendo onestamente, fraternamente, perdonando chi ci offende, condividendo i beni materiali e spirituali che abbiamo con chi è più povero di noi».

«Questo nostro modo di rapportarci alla fede – ha proseguito – non riguarda solo la nostra vita personale, le nostre scelte individuali, ma anche la vita della comunità umana, la vita di un popolo. E allora che essa rimanga un patrimonio del nostro popolo, delle nostre città, della nostra nazione, dell’Europa, di tutto il mondo. Trasmettiamo la nostra fede ai nostri figli, alle generazioni che vengono dopo di noi, con la preoccupazione di trasmettere il cuore , non la forma esteriore, cioè la gioia che Dio è nostro Padre, la gioia di poter dire che Gesù si è fatto mio fratello, la gioia di poter comunicare a tutti che anche nella sofferenza  abbiamo un punto di riferimento che ci permette di valorizzare tutto ciò che ci fa soffrire».

E così ha concluso: «La nostra fede deve brillare anche agli occhi e al cuore di tutti gli immigrati che non condividono la nostra fede, che non praticano la nostra religione, ma ai quali noi siamo tenuti di farne vedere la bellezza, di farne vedere il significato e non soltanto reazione di paura, di difesa nei loro confronti».

 

Entrambe le liturgie sono state animate dal coro “Psallentes” della parrocchia
 di San Siro.

 

Photogallery