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Mons. Lafranconi a San Bassano per la festa patronale: l’ultima celebrazione in una parrocchia della diocesi prima del congedo

Ha assunto un particolare significato la festa patronale celebrata quest’anno a San Bassano. A presiedere l’Eucaristia, alle 18.30 nella parrocchiale, è stato il vescovo Dante Lafranconi. Un gradito ritorno, quello di martedì 19 gennaio, che è coinciso con l’ultima sua celebrazione presieduta in una parrocchia della Diocesi prima del congedo ufficiale dopo oltre 14 anni di ministero a Cremona.

In prima fila i rappresentanti dell’Amministrazione comunale con il sindaco Cesira Bassanetti. Accanto all’altare il gonfalone del Comune e i labari delle diverse associazioni presenti sul territorio.

A dare il benvenuto a nome di tutti al Vescovo è stato il parroco, don Angelo Ruffini (guida anche di Cappella Cantone), che ha concelebrato insieme a don Mario Della Corna, collaboratore parrocchiale dal 2011, dopo essere stato parroco per 13 anni.

Don Ruffini ha ringraziato mons. Lafranconi per gli anni di ministero rifacendosi alle parole della preghiera composta, in onore di S. Bassiano, proprio dal Vescovo in occasione del quarto centenario della parrocchiale. Come ricordo è stata poi donata al Presule un’immagine della pala dell’altare, dove il patrono san Bassiano è raffigurato ai piedi della Vergine.

La celebrazione è stata animata con il canto dalla schola cantorum parrocchiale diretta da don Giuseppe Pezzani.

Nell’omelia il Vescovo ha voluto soffermarsi su due termini chiave.

Anzitutto “pastore”. Sottolineando l’onore e la conseguente responsabilità che deriva dalla scelta da parte di Dio. “Dopo tanti anni di servizio pastorale, come prete e come vescovo, – ha affermato mons. Lafranconi – ascolto con senso di consolazione queste parole”, nella consapevolezza di dover essere riflesso dell’unico vero Pastore che è Cristo. Da qui, riprendendo san Paolo, una sorta di esame di coscienza: “È vero che io non mi sono mai sottratto ad annunciare tutta la volontà di Dio?”. Poi una richiesta: “Pregate sempre per i vostri pastori: perché siano riverbero dell’unico Pastore che è Gesù Cristo”.

Il secondo termine sul quale il Vescovo si è soffermato è stato quello di “patrono”, “colui che ti precede con una buona parola”. “Vogliamo che questo nostro fratello nella fede – ha detto – diventi uno che spenda una parola buona per noi presso Dio”. E ancora: “È bello che una comunità cristiana abbia un patrono. Come fosse presenza accanto al Signore che costantemente richiama l’amore e la benevolenza di Dio sulla nostra comunità”. Un intercessore perché la fede non venga mai meno nella comunità, chiamata a tramandarla da una generazione all’altra.

All’offertorio insieme al pane e al vino sono stati portati i fiori e il cero che sono stati posti accanto alla reliquia del patrono, collocata su un fianco dell’altare.

Al termine della Messa un altro dono al Vescovo. Il sindaco Cesira Bassanetti, come segno di riconoscenza per l’attenzione sempre dimostrata dal Vescovo alla comunità, gli ha offerto una medaglia raffigurante Marco Girolamo Vida, dell’artista soresinese Leone Lodi.

A chiudere la giornata, dopo la foto di gruppo con i ministranti e i ragazzi del catechismo insieme al Vescovo, l’abbraccio della comunità in un momento di festa vissuto nella fraternità e con lo stile informale che sempre ha caratterizzato la presenza di mons. Lafranconi.

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