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S. Francesco di Sales, alla Visitazione Messa con il vescovo Stucchi

Sarà mons. Luigi Stucchi, vescovo ausiliare di Milano, a presiedere, nel pomeriggio di giovedì 24 gennaio, nella chiesa del Monastero della Visitazione, a Soresina, la Messa nella festa di san Francesco di Sales, il vescovo di Ginevra che il 6 giugno 1610 ad Annecy, in Francia, fondò l’ordine monastico visitandino scegliendo come prima guida Giovanna Francesca Frémyot di Chantal.

La solenne celebrazione sarà preceduta, alle 17, da un’ora di adorazione eucaristica.

Quindi alle 18 la solenne Eucaristia. Accanto a mons. Stucchi ci saranno il parroco di Soresina don Angelo Piccinelli e gli altri sacerdoti della parrocchia. Concelebreranno anche alcuni preti del circondario (e nello specifico della zona pastorale 2) o particolarmente legati alla piccola comunità claustrale soresinese guidata dalla soresinese madre Maria Teresa Maruti.

Durante la celebrazione si pregherà in modo particolare per i giornalisti e gli operatori della comunicazione di cui San Francesco di Sales è patrono.

Durante la Messa suor Maria Margherita Feudatari rinnoverà i voti nel 50esimo della sua professione religiosa.

Locandina della giornata alla Visitazione

 

Il Giorno del Signore a Soresina entra nella clausura 

 

Biografia di San Francesco di Sales

Nato a Thorens il 21 agosto 1567, concluse a Lione i suoi giorni, consunto dalle fatiche apostoliche, il 28 dicembre del 1622, l’anno della canonizzazione di San Filippo Neri, che Francesco conosceva attraverso la Vita scritta dal Gallonio, a lui inviata dall’amico Giovanni Giovenale Ancina. Iscritto nell’albo dei Beati nel 1661, fu canonizzato nel 1665 e proclamato Dottore della Chiesa nel 1887 da Leone XIII.

Francesco di Sales si formò alla cultura classica e filosofica alla scuola dei Gesuiti, ricevendo al tempo stesso una solida base di vita spirituale. Il padre, che sognava per lui una brillante carriera giuridica, lo mandò all’università di Padova, dove Francesco si laureò, ma dove pure portò a maturazione la vocazione sacerdotale. Ordinato il 18 dicembre 1593, fu inviato nella regione del Chablais, dominata dal Calvinismo, e si dedicò soprattutto alla predicazione, scegliendo non la contrapposizione polemica, ma il metodo del dialogo.

Per incontrare i molti che non avrebbe potuto raggiungere con la sua predicazione, escogitò il sistema di pubblicare e di far affiggere nei luoghi pubblici dei “manifesti”, composti in agile stile di grande efficacia. Questa intuizione, che dette frutti notevoli tanto da determinare il crollo della “roccaforte” calvinista, meritò a S. Francesco di essere dato, nel 1923, come patrono ai giornalisti cattolici.

A Thonon fondò la locale Congregazione dell’Oratorio, eretta da Papa Clemente VIII con la Bolla “Redemptoris et Salvatoris nostri” nel 1598 “iuxta ritum et instituta Congregationis Oratorii de Urbe”. Il suo contatto con il mondo oratoriano non riguardò tanto la persona di P. Filippo, quanto quella di alcuni tra i primi discepoli del Santo, incontrati a Roma quando Francesco vi si recò nel 1598-99: P. Baronio, i PP. Giovanni Giovenale e Matteo Ancina, P. Antonio Gallonio.

L’impegno che Francesco svolse al servizio di una vastissima direzione spirituale, nella profonda convinzione che la via della santità è dono dello Spirito per tutti i fedeli, religiosi e laici, fece di lui uno dei più grandi direttori spirituali. La sua azione pastorale – in cui impegnò tutte le forze della mente e del cuore – e il dono incessante del proprio tempo e delle forze fisiche, ebbe nel dialogo e nella dolcezza, nel sereno ottimismo e nel desiderio di incontro, il proprio fondamento, con uno spirito ed una impostazione che trovano eco profondo nella proposta spirituale di San Filippo Neri, la quale risuona mirabilmente esposta, per innata sintonia di spirito, nelle principali opere del Sales – “Introduzione alla vita devota, o Filotea”, “Trattato dell’amor di Dio, o Teotimo” – come pure nelle Lettere e nei Discorsi.

Fatto vescovo di Ginevra nel 1602, contemporaneamente alla nomina dell’Ancina, continuò con la medesima dedizione la sua opera pastorale. Frutto della direzione spirituale e delle iniziative di carità del Vescovo è la fondazione, in collaborazione con S. Francesca Fremiot de Chantal, dell’Ordine della Visitazione, che diffuse in tutta la Chiesa la spiritualità del S. Cuore di Gesù, soprattutto attraverso le Rivelazioni di Cristo alla visitandina S. Margherita Maria Alacocque, con il conseguente movimento spirituale che ebbe anche in molti Oratori, soprattutto dell’Italia Settentrionale, centri di convinta adesione.




A Soresina la clausura apre le porte al presepio vivente

La magia che ogni anno evoca il presepio vivente quest’anno a Soresina ha assunto un sapore ancora più speciale, grazie alla location offerta – nel pomeriggio di domenica 6 gennaio – dai cortili interni del Monastero della Visitazione di Soresina e dalla presenza, anche se breve, delle monache claustrali della Visitazione.

Dopo aver itinerato per tutti i quartieri di Soresina, il presepio vivente è arrivato, infatti, all’interno del Monastero di clausura della Visitazione, grazie a una speciale dispensa del vescovo Antonio Napolioni.

«La scelta di iniziare quest’anno il presepio vivente all’interno del Monastero – ha spiega il vicario don Andrea Piana, organizzatore dell’evento insieme ai tanti volontari della Parrocchia che hanno partecipato come figuranti – vuole essere il nostro grazie alle monache visitandine per la loro presenza in mezzo a noi».

Alle 15 il portone della clausura si è aperto sulle tante locande allestite all’interno dei cortili della clausura e così sono apparsi pescatori, mugnai, vinai, fabbri, maniscalchi, fornai, tessitori, carbonai, fiorai. Dall’altra parte della strada l’harem di re Erode.

A impreziosire la festa anche gli zampognari della “Baghet band” che hanno voluto coinvolgere anche le monache con un breve concerto di arie natalizie a loro riservato in chiesa.

A “vigilare” sulla clausura anche i centurioni romani, un cui picchetto ha presidiato il chiostro interno del monastero, eccezionalmente aperto al pubblico. Naturalmente senza la religiose, che hanno continuato nel nascondimento le loro attività del pomeriggio, pur concedendosi per un saluto dal balcone che si affaccia sul cortile prima della partenza del corteo. Una breve partecipazione che ha aperto i cuori dei presenti in una dimostrazione di affetto ampiamente ricambiato: visibili l’emozione e la gioia delle monache per questo regalo.

“E’ una gioia immensa ospitare il presepio vivente – ha commentato la superiora, madre Maria Teresa Maruti -. Siamo molto grate e siamo felici che il Signore abbia regalato a questo evento una giornata di sole che ha permesso una così ampia partecipazione”.

Solo alle 17 i figuranti hanno lasciato il Monastero della Visitazione per raggiungere prima la chiesa di San Siro, per il censimento, e poi l’Oratorio Sirino per la sacra rappresentazione della Natività: la chiesa del Buon Pastore si è trasformata nella grotta in cui è nato Gesù Bambino e i Magi hanno presentato i loro doni.

La premiazione del concorso presepi ha simpaticamente concluso la giornata. Il primo premio è stato assegnato a Maurizio Ferrari Agradi; il secondo posto se lo è aggiudicato Gabriele Previtali; al terzo posto Matteo e Alessandro Ghirardi.

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