1

Per i 400 anni della morte del santo, la “peregrinazione” del cuore integro del fondatore dell’ordine tra le comunità delle sue figlie spirituali

Soresina, dall’11 al 13 giugno la reliquia del cuore di san Francesco di Sales al Monastero della Visitazione
Per i 400 anni della morte del santo, la “peregrinazione” del cuore integro del fondatore dell’ordine tra le comunità delle sue figlie spirituali

Nell’ambito del Giubileo salesiano, che commemora i 400 anni della morte di san Francesco di Sales (1622 – 2022), la Federazione dei monasteri della Visitazione del Nord-Italia propone la “peregrinazione” del cuore integro del fondatore dell’ordine tra le comunità delle sue figlie spirituali: la reliquia sosterà a Soresina dall’11 al 13 giugno prossimo.

Nonostante il corpo del Santo riposi ad Annecy (Savoia), il suo “muscolo cardiaco”, trovato “grande, sano e completo” nell’operazione di imbalsamazione, venne affidato, per essere custodito come un tesoro prezioso, alle monache Visitandine di Lione, presso le quali il fondatore aveva trascorso gli ultimi giorni della sua vita: il cuore, conservato in uno splendido reliquiario d’oro donato da Luigi XIII re di Francia, nella ricognizione ufficiale del 1658 richiesta da Papa Alessandro VII, risultò “incorrotto, in ottimo stato ed effondente un profumo gradevole e penetrante”. A motivo delle turbolenze innescate dalla Rivoluzione francese, il 10 agosto 1792 le monache di Lione ripararono a Mantova portando con sé la reliquia. Una “quiete” di breve durata: nell’aprile 1796, infatti, Napoleone Bonaparte valicava le Alpi imperversando nella Pianura padana. Le claustrali, incalzate dall’esercito francese, portando con sé il cuore del loro Padre, fuggirono in Boemia, quindi a Vienna e finalmente, nel 1801, a Venezia. Ma poiché anche il monastero veneziano di san Giuseppe, appartenente, secondo le leggi del tempo, al demanio, rischiava la soppressione, le “eredi” del Salesio, per suggerimento di Papa Pio X, nel 1913 si trasferirono a Treviso per costituire una nuova Comunità: presso la quale, ancora oggi, è conservato e onorato il “segno carnale della dolcezza e della carità soprannaturale” del fondatore. Il cuore, paterno e materno, di Francesco di Sales, in effetti, fu il “motore” non solo di sentimenti genuini e umanissimi, ma anche di un dinamismo pastorale irrefrenabile, di un ottimismo realistico e incoraggiante, di un eroismo sorridente ma non stralunato; insomma, di un amore perfetto e concreto.

In una delle sue lettere il santo scrive di sé, quasi per giustificarsi: «È un fatto reale: non c’è nessuno al mondo, almeno così io penso, che voglia bene più cordialmente, più teneramente e, per dirlo in tutta sincerità, con un amore più grande del mio; ed è Dio che mi ha dato un cuore fatto così». Ecco, dunque, il segreto del più “amabile” tra i maestri spirituali: “un cuore fatto così”. Che ama sempre e comunque. Attingendo dall’Amore Eterno, che “arde e non si consuma”. Ma per l’anima “filotea”, cioè “amante di Dio”, l’invito a “partire dal cuore” rappresenta anche un’indicazione strategica: «Non ho mai potuto approvare il metodo di coloro che, per riformare l’uomo, cominciano dall’esterno, dal contegno, dagli abiti, dai capelli. Mi sembra, al contrario, che si debba cominciare dall’interno… Il cuore, essendo la sorgente delle azioni, esse sono tali quale è il cuore… Chi ha Gesù nel cuore, lo ha, subito dopo, in tutte le azioni esteriori». In effetti, secondo la Bibbia, il cuore è un organo “centrale” non solo nell’anatomia del corpo, ma anche nella struttura della personalità: vi hanno sede i sentimenti e le emozioni, ma soprattutto vi si elaborano le scelte della vita. Può essere limpido o perverso. Di carne o di pietra. E i puri di cuore, solamente loro, riescono a “vedere” Dio! La reliquia del cuore integro e incorrotto di san Francesco di Sales che sarà ospitato presso il monastero soresinese renderà visibile, pertanto, l’urgenza personale, comunitaria e mondiale di “ricominciare dal cuore”, dove arde la fiamma viva dello Spirito d’amore.

 

IL PROGRAMMA

 

Sabato 11 giugno               PEREGRINAZIONE DEL CUORE DI S. FRANCESCO DI SALES

Ore 11.00             Accoglienza dell’insigne reliquia (Monastero)

Ore 16.00             Preghiera e venerazione personale (Monastero)

Ore 16.30             Canto del Vespro: presiede S. E. Mons. Antonio Napolioni (Monastero)

Ore 20.45             Adorazione eucaristica (Monastero)

 

Domenica 12 giugno         SOLENNITA’ DELLA SS. TRINITA’ – INIZIO GREST 2022

Ore 08.00             S. Messa (Monastero)

Ore 10.30             S. Messa d’inizio Grest (Giardino del Monastero)

Ore 15.00             Preghiera e venerazione personale (Monastero)

Ore 16.30             Adorazione del gruppo “La Dieci” (Monastero)

Ore 17.30             Preghiera e venerazione personale (Monastero: fino alle ore 18.30)

 

Lunedì 13 giugno

Ore 09.00             Visita e preghiera delle squadre del Grest 2022 (Monastero)

Ore 10.00             Preghiera e venerazione personale (Monastero)

Ore 15.30             Partenza per il Monastero di Pinerolo




IL CUORE DI SAN FRANCESCO DI SALES NEL MONASTERO DELLE VISITANDINE DI SORESINA

A Soresina nei giorni 11, 12 e 13 giugno 2022

La presenza di San Francesco di Sales in mezzo a noi è portatrice del suo messaggio di umiltà e dolcezza e con lui siamo chiamati a “riscoprire la vocazione universale alla santità; ad approfondire la ricerca di Dio attraverso la via del silenzio, dell’ascolto della Parola di Dio, della contemplazione”.

“Il cuore parla al cuore”

Per ricordare e festeggiare i 400 anni della morte di san Francesco di Sales (1622-2022), nostro padre e fondatore, nei giorni 11, 12 e 13 giugno, accoglieremo con gioia nel nostro monastero la reliquia del cuore di san Francesco di Sales.
(a breve la locandina con il programma)

In un tempo in cui tutto è connesso e globalizzato, dove prevale la tecnologia e la cultura mediatica fa da regina, cosa significa, oggi, esporre al pubblico e venerare una reliquia?

E cosa rappresenta per noi monache della Visitazione questo cuore peregrinante nei monasteri della Federazione Nord per essere onorato anche dal santo popolo di Dio?

Per rispondere alla prima domanda possiamo attingere dal discorso che papa Benedetto XVI pronunciò il 18 agosto 2005 a Colonia nella festa di accoglienza dei giovani: «Le reliquie ci indirizzano a Dio stesso: è Lui infatti che, con la forza della sua grazia, concede a esseri fragili il coraggio di testimoniarlo davanti al mondo. Invitandoci a venerare i resti mortali dei martiri e dei santi, la Chiesa non dimentica che, in definitiva, si tratta, sì, di povere ossa umane, ma di ossa che appartenevano a persone visitate dalla potenza viva di Dio. Le reliquie dei santi sono tracce di quella presenza invisibile ma reale che illumina le tenebre del mondo, manifestando il Regno dei cieli che è dentro di noi. Esse gridano con noi e per noi: “Maranatha!”, “Vieni Signore Gesù!”».

Alla luce di questo si fa così più chiara anche la seconda risposta riguardo al valore che ha per noi visitandine l’insigne reliquia del cuore del santo Dottore Francesco.

Francesco di Sales venne definito dai suoi contemporanei l’immagine dell’Uomo-Dio realizzata attraverso l’amore, attraverso il cuore. Nell’Incarnazione e nella Redenzione il Figlio di Dio vive in sommo grado l’umiltà e Francesco di Sales lo imitò in ogni momento della sua vita con una grande passione d’amore. Nel 1620 scriveva a santa Giovanna di Chantal: “Non ci sono anime al mondo che amino più cordialmente, più teneramente e, per dir tutto, alla buona, più amorosamente di me: poiché è piaciuto a Dio di far così il mio cuore”.

Questo cuore è un eloquente testimone dell’amore ardente di Francesco per il Cuore di Gesù che contemplò assiduamente e fece contemplare anche alle sue figlie visitandine, tanto che lo scelse come stemma per l’Ordine. Non è un caso che proprio in un monastero della Visitazione, quello di Paray-le-Monia, il Sacro Cuore di Gesù scelse la sua confidente santa Margherita Maria Alacoque per diffondere e far conoscere al mondo i tesori infiniti del suo amore.

Non dimentichiamo che Francesco fu proclamato Dottore della Chiesa col titolo di Dottore dell’Amore. Con la vita, con le Opere e con le innumerevoli Lettere riuscì ad essere un riflesso di quel “troppo grande Amore” che il Padre donò all’umanità tramite suo Figlio. Come Vescovo e come guida spirituale seppe condurre molte anime a vivere, nel loro tempo e nello specifico della loro vocazione, una vita cristiana impregnata di carità verso Dio e di grande dolcezza verso il prossimo. Il suo linguaggio era fondamentalmente quello dell’amore. Il suo cuore parlava veramente al cuore di chi ricorreva a lui: i suoi preti, le sue figlie visitandine, i gentiluomini, le donne di corte o le umili contadine… A ciascuno si rivolgeva in modo del tutto personale, con fermezza, ma anche con tanta tenerezza e bontà d’animo, convinto, già allora, che la “civiltà dell’amore” si poteva edificare solo attraverso relazioni umane sane e sante. Anche noi oggi abbiamo bisogno di recuperare uno stile di vita in cui queste relazioni ci permettano di divenire profondamente umani «fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo» (Ef 4.13).

E questo è possibile se anche noi, come Francesco, sappiamo attingere dolcezza e umiltà dal Cuore misericordioso di Gesù.

Venerare la reliquia del cuore di san Francesco di Sales permetterà a noi sue Figlie di mettere il nostro cuore in sintonia con il suo e sarà l’occasione per “sentirlo” ancora parlare con “cuore di padre”, non solo a noi, ma anche a chi vorrà venire nella Chiesa del monastero nei giorni 11, 12 e 13 giugno.

 

Preghiera a San Francesco di Sales

O amabile San Francesco di Sales,
il cui cuore fu così simile
a quello dolcissimo del Salvatore,
noi ti preghiamo:
ottienici da Dio le virtù
della dolcezza e dell’umiltà.
La nostra vita,
ad imitazione della tua,
possa essere una gioiosa adesione
alla volontà di Dio.
Ottienici
di saper vivere nel quotidiano
la santità della nostra vocazione
poiché tutti siamo chiamati
ad essere santi come Dio è santo.
Lui che vive e regna
nei secoli dei secoli.  Amen




Santo Rosario e Vespro con le Sorelle Caustrali

Da lunedì 11, ogni giorno e per tutto il mese di ottobre (dal lunedì al sabato) al Monastero, è possibile condividere con le Sorelle claustrali, oltre che la Messa del mattino (ore 7.00) anche la recita del S. Rosario e la preghiera del Vespro (ore 16.00).

 

 




Giorno del Signore – Domenica 30 maggio

Bella puntata del Giorno del Signore e il commento al Vangelo della SS. Trinità dal nostro Monastero della Visitazione, grazie a madre Maria Teresa e a tutte le sorelle.

Giorno del Signore – Domenica 30 maggio
Per il video cliccate sull’immagine..



19 Marzo – “San Giuseppe è quel Santo che il mio cuore ama”

Viva + Gesù

San Giuseppe è quel Santo che il mio cuore ama” diceva San Francesco di Sales e questo amore egli l’ha inculcato alle sue figlie, che riservano a San Giuseppe il primo posto dopo la Madonna nella loro devozione personale e comunitaria ed amano pure condividere l’opinione del loro Santo Fondatore, secondo cui quando Gesù, dopo la Sua morte in croce, discese agli inferi e salì al Cielo, portò con Sé San Giuseppe in corpo e anima.

Felici le anime che hanno fiducia nella sua intercessione e imitano le sue virtù!

Dio sia benedetto

San Francesco di Sales e San Giuseppe

San Francesco di Sales ebbe una particolare devozione verso San Giuseppe, perché lo considerava non
soltanto come un grande Santo ma anche come un soave e sapientissimo maestro di spiritualità.
Questa devozione giuseppina era una caratteristica della sua pietà personale, e perciò egli la
raccomandava sovente sia alle anime che desideravano giungere alla perfezione nella vita claustrale, sia ai
semplici fedeli che intendevano vivere la vita della perfezione, pur rimanendo nel mondo.
Nei suoi libri egli parla sovente di San Giuseppe, compiacendosi di dedicare a lui i trattati che andava
scrivendo sopra l’amore di Dio.
Un giorno, rivolgendosi a un Padre della Compagnia di Gesù, esclamò: “Oh, Padre mio, non sapete voi
che io sono tutto di San Giuseppe?”, e voleva dire che egli aveva posto in questo gran Santo ogni fiducia
per le opere che andava compiendo.
Nel suo breviario, San Francesco teneva una sola immagine, ed era quella di San Giuseppe. A lui dedicò
la prima chiesa che eresse nella città di Annecy. Ed infine alle religiose della Visitazione, Congregazione
che egli fondò, coadiuvato da Santa Giovanna Francesca di Chantal, lasciò come guida San Giuseppe,
quale maestro ineguagliabile di vita interiore e nascosta con Dio (La Santa Crociata 1997, n.1)

Altre espressioni

Che Santo è il glorioso san Giuseppe!
Non è soltanto Patriarca, ma il capo di tutti i Patriarchi; non è semplicemente Confessore, ma più di
confessore, perché nella sua confessione è inclusa la dignità dei Vescovi, la generosità dei Martiri e di
tutti gli altri Santi.
È dunque a ragione che viene paragonato alla palma, che è la regina degli alberi, e che possiede la qualità
della verginità, quella dell’umiltà e quella della costanza e del coraggio, tre virtù nelle quali il glorioso
san Giuseppe ha grandemente brillato; e se si osasse fare paragoni, molti sarebbero pronti a sostenere che
supera tutti i Santi in queste tre virtù….

San Giuseppe fu come una palma, che, pur non portando frutto, non è infruttuosa, anzi ha molta parte nel
frutto della palma femminile: non che San Giuseppe abbia contribuito in alcun modo a quella santa e
gloriosa produzione, se non con la sola ombra del matrimonio, che proteggeva la Madonna nostra gloriosa
Signora da tutte le calunnie e le disapprovazioni che l’essere incinta le avrebbe causato.
E benché non vi abbia contribuito con niente di suo, tuttavia ebbe molta parte in quel frutto santissimo
della sua sacra Sposa; infatti, gli apparteneva ed era posta presso di lui come una gloriosa palma femmina
vicino alla diletta palma maschio, che, secondo l’ordine della divina Provvidenza, non poteva e non
doveva portare che la sua ombra e la sua vicinanza; intendo dire all’ombra del santo matrimonio che
avevano contratto, matrimonio che non era abituale sia quanto alla comunicazione dei beni esteriori,
come per l’unione e la congiunzione dei beni interiori.

Quale divina unione tra la Madonna e il glorioso San Giuseppe! Unione che faceva sì che il bene dei beni
eterni, che è Nostro Signore, fosse e appartenesse a Giuseppe come apparteneva alla Madonna; non per
quello che riguarda la natura che aveva preso nelle viscere della nostra gloriosa Signora, natura che era
stata formata dallo Spirito Santo e dal sangue purissimo della Madonna, ma per quello che riguarda la
grazia, la quale lo rendeva partecipe di tutti i beni della sua cara Sposa e che faceva in modo che di mano
in mano crescesse in perfezione; ed è in forza della continua comunione che aveva con la Madonna, che
possedeva tutte le virtù in un grado così eccelso che nessun’altra creatura potrebbe giungervi, tuttavia il
glorioso San Giuseppe era quello che le si avvicinava maggiormente…

Tutti e due avevano fatto voto di conservare la verginità per tutta la vita; ed ecco che Dio vuole che siano
uniti dal vincolo di un santo matrimonio, non per farli cedere o pentire del loro voto, ma per confermarlo
e fortificarsi reciprocamente per perseverare nel loro santo proposito; perciò continuarono a vivere
insieme in modo verginale tutto il resto della loro vita…

Che cos’è il glorioso San Giuseppe, se non un forte bastione, che è stato edificato al di sopra della
Madonna, poiché per il fatto che era sua Sposa, gli era sottomessa ed egli aveva cura di lei?
Quindi San Giuseppe, anziché essere posto al di sopra della Madonna per farle rompere il suo voto di
verginità, le è stato dato come compagno, al fine che la purezza della Madonna potesse più mirabilmente
perseverare nella sua integrità sotto il velo e l’ombra del santo matrimonio e della santa unione esistente
tra di essi…

Passiamo alla seconda proprietà e virtù che troviamo nella palma. Secondo il mio parere, esiste una reale
somiglianza e conformità tra San Giuseppe e la palma per quello che riguarda la loro virtù, virtù che non
è altro che la santissima umiltà. Infatti, benché la palma sia la regina degli alberi, nondimeno è il più
umile, cosa che dimostra nascondendo i propri fiori in primavera, allorché tutti gli alberi li fanno vedere;
e li fa vedere soltanto quando il caldo è intenso…

Non c’è alcun dubbio, mie care Sorelle: San Giuseppe fu più valoroso di Davide ed ebbe una sapienza
superiore a quella di Salomone; tuttavia, vedendolo ridotto a fare il falegname, chi avrebbe potuto
pensarlo, se non fosse stato illuminato dalla luce celeste, tanto teneva chiusi i doni di cui Dio la aveva
arricchito?… È dunque fuor di dubbio che san Giuseppe è stato arricchito di tutte le grazie e di tutti i doni
che richiedeva l’incarico che l’eterno Padre gli voleva affidare…

“Oh! quanto volentieri – scrive alla Chantal – vorrei trattenervi alcun poco delle grandezze del Santo che il
nostro cuore ama, perché egli è il sostegno dell’amore del nostro cuore e del cuore del nostro amore; mi
servirò di queste parole: Signore, fate del bene a coloro che sono buoni, ed hanno il cuore retto. O gran
Dio, quanto cotesto Santo aveva un cuore buono! Quanto doveva essere retto, mentre il Signore lo ha
colmato di tanti favori, affidò alle sue cure la Madre ed il Figlio, e ne fece così oggetto santamente
invidiabile al Cielo ed agli Angeli; perché, che si può trovare fra gli Angeli che sia paragonabile alla
Regina degli Angeli, e in Dio chi sia più di Dio? Preghiamolo questo gran Santo che accarezzò e servì
così spesso il nostro Salvatore; preghiamolo che ci faccia partecipi delle sue carezze, che accrescono
l’amore che abbiamo per questo Salvatore; e ci ottenga con la sua potente intercessione mille benedizioni
che ci facciano godere una profonda pace interna. Viva Gesù! Viva Maria! Viva Giuseppe, il quale è stato
sì lungo tempo il padre nutricatore della vita nostra…

Brani tratti dal capitolo XIX: “Trattenimenti – colloqui con le sue figlie”. Edizioni Città Nuova

 




Anniversario dei Battesimi del 2017

“Domenica 4 febbraio, in occasione della Giornata Mondiale per la Vita, siamo stati invitati ad un breve incontro di preghiera al Monastero insieme ai nostri bambini che hanno ricevuto il sacramento del battesimo durante lo scorso anno.”

E’ stato un momento per fare memoria di quale grande dono il Signore ha fatto ai nostri piccoli ma anche un richiamo al nostro essere genitori ed educatori cristiani.

Don Angelo ci ha offerto tre spunti di riflessione e affidato tre compiti. 

Gli spunti di riflessione:

– I bambini sono i prediletti del Signore. Quanta fiducia dobbiamo riporre nelle Sue mani, serenamente e senza paura del futuro.

– I bambini devono diventare il nostro modello di vita. Se non diventeremo come loro non entreremo nei cieli. Il loro sguardo limpido ci riporti all’essenziale, che è Gesù.

–  Il mondo va veloce e ci sta rubando piano piano pezzi di vita, pezzi di infanzia. Abbiamo il dovere di custodire questo momento della vita, e dedicargli tutto il tempo che merita, perchè è in questo momento che si costruiscono le fondamenta della vita.

I tre compiti:

– Come genitori abbiamo il dovere di pregare CON i bambini e non solo PER loro, anche ci sembra che non capiscano ciò che stiamo facendo. Loro afferrano, più di quanto noi pensiamo. 

– Insegniamo loro il segno della Croce, il Padre Nostro e l’Ave Maria, la fedeltà a questi capisaldi del nostro credo e della nostra fede. E’ importante partire dalle fondamenta. 

– Ogni giorno, nella nostra preghiera, domandiamo al Signore: Che cosa vuoi Gesù dal mio bambino? Che cosa posso o devo fare perchè possa rispondere al progetto che Tu hai pensato per lui/lei? Questa è l’unica strada per la Vera Gioia, aiutarli a rispondere alla chiamata di Dio. 

Il momento di preghiera si è concluso con il saluto alle Sorelle visitandine alle cui preghiere abbiamo affidato le nostre famiglie e ad una buona merenda insieme!

Federica

 




L’accoglienza ufficiale delle sorelle visitandine nella Santa Messa domenicale.

Domenica 5 novembre, nella consueta Santa Messa delle ore 8.00, in una chiesa gremita come sempre, il saluto ufficiale alle sorelle “milanesi” della Visitazione, arrivate venerdì 3 novembre per il vespro.

 

Mini Photogallery

 

La gratitudine delle sorelle visitandine soresinesi:

Viva  +  Gesù

E’ proprio dello stile sapientissimo di Dio trarre la vita dalla morte, la gioia dalla croce.

Ecco, infatti, che dall’estinzione del monastero di Milano nasce una crescita di vita per il nostro monastero di Soresina, dalla croce dell’esodo delle Sorelle di là sgorga la gioia per noi di accoglierle e per loro di essere accolte.

Dopo aver preparato le “cose” per questa accoglienza, ora la nostra piccola Comunità si dispone alla fusione dei cuori e degli spiriti. Con la grazia del Signore, ciò non dovrebbe essere difficile per anime che hanno fatto dell’imitazione del Cuore di Gesù dolce e umile l’esigenza primaria della loro vita.

Oltre tutto le Sorelle milanesi già si sentono avvolte dalla benevolenza della comunità parrocchiale e del buon popolo di Soresina. E questo è un dono iniziale graditissimo!

Dio sia benedetto




L’arrivo delle sorelle dal Monastero di Milano: benvenute!

“Siamo arrivate qui grazie a Dio e alle vostre preghiere, alle preghiere soresinesi”, queste le parole di una delle monache milanesi prima di chiudere la porta della clausura dopo l’accoglienza di una folta assemblea.

Sono arrivate nel primo venerdi del mese (di novembre), durante l’adorazione perpetua, accolte all’inizio del Vespro solenne e con le parole di don Angelo Piccinelli:

“Carissime Sorelle, benvenute a Soresina. Il vostro arrivo tra noi è un dono impagabile: lo dichiariamo senza retorica, anzi senza ritegno. Ve ne siamo davvero riconoscenti. E in particolare siamo grati al buon Dio, che sempre ci sorprende, confondendo i nostri calcoli delle probabilità e contraddicendo le nostre previsioni con la prodigalità della sua grazia, di cui ci ricolma immeritatamente. Infatti, dopo la consacrazione  di Fiorenza, che, lo scorso giugno, con amore entusiasticamente sponsale, ha offerto a Gesù il suo cuore, la sua intelligenza, il suo corpo crocifisso dalla disabilità, professando i consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza; e dopo la decisione di Riccardo, che in settembre ha iniziato un cammino di discernimento vocazionale nel nostro Seminario diocesano, investendo questo tempo della sua giovinezza nella ricerca serena ma “ostinata” di un progetto di vita “alternativo”… voi siete la terza meravigliosa sorpresa che Dio ha voluto riservare alla nostra famiglia parrocchiale. Segno di una benevolenza che ci commuove fino al turbamento… Dio sia benedetto dunque, perchè avete scelto, con una notevole dose di coraggio, di entrare a far parte della Visitazione di Soresina, consentendo alla nostra esigua, ma amatissima Comunità claustrale di continuare a vivere. Che Dio sia benedetto… per la libertà con cui vi siete destinate a noi, senza conoscere i difetti che ci rendono insopportabili, ancorchè impastati tra gli ammirevoli slanci di bene di cui è capace la nostra umanità “toccata” dal Vangelo. Che Dio sia benedetto… perchè vi incaricate di custodire acceso, tra noi, il fuoco dell’Amore vivo, di cui deve bruciare la nostra città, il cui cuore pulsante è volontariamente  prigioniero in questo Monastero. Che Dio sia benedetto, perchè la vostra presenza confessa che il mondo non ha bisogno solo di profeti, che denuncino i mali da cui siamo afflitti, ma anche di mistici, che tengano fisso lo sguardo sul Mistero ineffabile, dal quale lasciarsi incantare e sedurre per poter guardare con pietà infinita tutte le miserie umane. Che Dio sia benedetto, perchè la vostra personale e silenziosa “contemplazione” del Sommo Bene aiuta anche noi a contemplare Dio come la verità ultima della realtà nella quale siamo immersi e spesso “smarriti”: di ciò che è bello e di ciò che è rovinato, di ciò nasce e di ciò che muore, di quanto ci esalta e di quello che ci deprime. Dio sia benedetto… perchè voi ci insegnate che il vero collirio per i nostri occhi, stanchi di vedere tanta cattiveria, esausti di applicarsi a problemi senza soluzione, spesso bagnati dalle lacrime del dolore, talvolta accecati dall’odio o spenti dalla disperazione… l’unico vero collirio che purifica il nostro sguardo e ci consente di riconoscere la “novità” che lo Spirito sta operando nella storia, è la contemplazione di Gesù. Care Sorelle, all’indomani del Giubileo Straordinario della Misericordia voi siete per noi un segno straordinario dell’amore misericordioso del Padre. Ad un anno dalla celebrazione del Bicentenario di fondazione del Monastero di Soresina voi ci riaprite, anzi spalancate, le porte della speranza. A pochi mesi dalla conclusione delle Missioni Popolari Parrocchiali voi ci ricordate che ogni azione missionaria, per i discepoli di Cristo, è generata dalla contemplazione dell’unica grande Bellezza. Grazie, dunque. E grazie perchè siete qui: con noi  e per noi.”

Dopo la Benedizione da parte del parrocco sono state accompagnate in processione da tutti i presenti verso la porta interna del Monastero.

E domenica 5 novembre, nella consueta Santa messa delle ore 8.00 il saluto ufficiale dei parrocchiani soresinesi.

 

Photogallery

Milano, addio al monastero delle suore di clausura dopo 304 anni – articolo

 




“E la Parola di Dio si diffondeva…” – Scuola della Parola 2017/2018

La Nuova Zona pastorale II e l’Azione Cattolica propongono un percorso di Scuola della Parola (anno 2017/2018) dal titolo “E la Parola di Dio si diffondeva…” – meditando gli Atti degli Apostoli, incontri di Lectio Divina con Paola Bignardi.

Il primo appuntamento, martedì 24 ottobre al Monastero di Soresina, ha visto la partecipazione di un’assemblea numerosa e coinvolta che oltre ad aver ascoltato Paola Bignardi ha potuto godere delle parole di Fiorenza Zanenga, giovane soresinese disabile, consacrata a giugno.

Lectio e meditazione dal titolo “Soli, come figli diventati adulti” (At 1, 1-14):

Dagli Atti degli Apostoli:

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».
Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato. Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo.
Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui.”

Audio Lectio Paola Bignardi

Audio actio Fiorenza Zanenga

Alcune foto

Locandina Scuola della Parola 2017_2018

 




Accolti al Monastero..

Inizia il nuovo anno pastorale e le sorelle visitandine del Monastero soresinese offrono l’accoglienza per gruppi autogestiti nei locali adiacenti alla Chiesa, dando la possibilità di ritiri, momenti di preghiera  e di condivisione anche con le monache di momenti spirituali e dialoghi.

Recapiti e informazioni.

L’esperienza di padre Andrea e il suo gruppo:

“Il giorno 9 aprile (2017), Domenica delle Palme, insieme ad un gruppo di Francescani Secolari, abbiamo vissuto una bella giornata di ritiro in preparazione alla s. Pasqua nel Monastero delle Visitandine di Soresina. L’accoglienza squisita e calorosa delle sorelle del monastero ha colpito tutti i partecipanti, ma per alcuni di noi non era una novità.

Alcuni anni fa con quattro di loro abbiamo fatto un pellegrinaggio nel sud della Francia e siamo andati ad Anecy, dove nella bellissima Basilica della Visitazione, sono gelosamente conservati i corpi di san Francesco di Sales e di santa Giovanna Francesca di Chantal, due santi a me particolarmente cari.

Arrivati al santuario, abbiamo chiesto se fosse stato possibile celebrare la s. Messa e la monaca della sacrestia, accogliendo la nostra richiesta ci ha fatto celebrare sulla tomba di san Francesco di Sales; sempre nello stesso pellegrinaggio, le sorelle di Parray Le Monial, ci hanno concesso di celebrare la s. Messa all’altare di santa Margherita Maria Alacoque, la mistica visitandina che ha diffuso la devozione al Sacro Cuore di Gesù in seguito alle apparizioni avvenute in quel monastero.

Come si dice non c’è due senza tre, le monache visitandine hanno insito nel loro carisma l’accoglienza di chi chiede un aiuto spirituale o materiale, incarnando lo spirito della Vergine Maria che si mette in cammino verso la cugina Elisabetta accogliendo e servendo la stessa. Questa accoglienza fa molto bene in questo mondo così pieno di egoismo e di autosufficienza ci ricorda che la nostra fede va vissuta in Dio e nei fratelli.

Anche nel monastero di Soresina si respira questo spirito che vuole accogliere le nostre necessità spirituali e corporali e portare a Dio, nella preghiera, ogni volto ed ogni intenzione di preghiera che viene a loro affidato. Preghiamo Dio che doni sante sorelle a questo monastero affinchè, in questo angolo di paradiso, non manchi mai chi accoglie e offre preghiere per la salvezza del mondo.”

p. Andrea Cassinelli ofmca