18 NOVEMBRE: MEMORIA DELLE 7 SORELLE MARTIRI
Il 18 novembre, nel calendario liturgico proprio dell’Ordine della Visitazione, è una data importante, una di quelle che nel gergo ecclesiale si chiamano “FESTA”, anche se non cadono di domenica.
Ed è festa perché in quel giorno le comunità Visitandine di tutto il mondo fanno memoria delle 7 Sorelle Martiri, uccise a Madrid il 18 novembre del 1936, durante la guerra civile spagnola.
Madrid aveva allora 3 monasteri della Visitazione e nel 1° monastero vi erano 83 suore che, a causa della guerra in città, furono trasferite ad Oronoz.
Nella capitale rimasero solo 7 suore per presidiare il monastero, ma anche queste dovettero abbandonarlo il 18 luglio del ’36, in seguito alla persecuzione religiosa intrapresa dai partigiani del Fronte Popolare.
Per quattro mesi, fino al 18 novembre, le sette sorelle vissero da clandestine in un appartamento, mentre a Madrid e in altre città venivano incendiati chiese e monasteri (compreso quello delle suore) e perseguitati sacerdoti e religiosi.
Nonostante il pericolo incombente, le suore rifiutarono qualsiasi tentativo di mettersi in salvo sotto mentite spoglie: volevano essere Visitandine fino alla fine, anche a costo del martirio.
L‘ estrema oblazione arrivò puntuale la sera del 18 novembre, quando le sorelle furono arrestate e condotte in un luogo appartato per essere immediatamente fucilate sul posto, senza nemmeno la parvenza di un processo.
Il martirio non è dunque il lontano ricordo degli imperatori romani e dei leoni del Colosseo, ma chiamata santificante anche dell’oggi moderno, come testimoniano le cronache quasi quotidiane di massacri di sacerdoti, religiosi e laici in varie parti del mondo.
Per le 7 Sorelle si aprì nel tempo, ma abbastanza velocemente il processo canonico che si concluse con la cerimonia di Beatificazione presieduta da papa Giovanni Paolo II nel maggio del 1998 e Soresina c’era.
Madre Anna Giuseppina Sangalli organizzò per l’occasione un pellegrinaggio nella capitale guidato da padre Mauro, che allora era vicario a S. Rocco.
A rappresentare la comunità religiosa la madre inviò suor Giuseppina, l’ult
ima toriera che, oltre al compito dell’accoglienza dei visitatori del monastero, aveva il carisma del polliceverde e curava piante meravigliose, i fiori e l’orto del monastero.
Dopo la solenne celebrazione il Papa ricevette in udienza i pellegrini nell’aula Paolo VI e suor Giuseppina fu ammessa per qualche minuto all’incontro personale col pontefice al quale, con le sue mani nelle mani petrine, chiese di pregare per il “suo” monastero.
Anche per questo comunitario ricordo soresinese di un momento ricco di grazia, la celebrazione del 18 novembre 2025 assume il significato di vera FESTA.