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Ministri straordinari della Comunione, conferito il mandato a 160 tra laici e religiosi

In più di 160, tra laici e religiosi, nel pomeriggio di sabato 17 giugno in Seminario hanno ricevuto dal Vescovo il mandato di ministri straordinari dell’Eucaristia. Sono coloro che, soprattutto la domenica, portano la Comunione ai malati e agli anziani nelle proprie case, sottolineando come anche loro – pur impossibilitati a partecipare all’assemblea domenicale – fanno parte a pieno della comunità. Nelle facoltà dei ministri straordinari anche il servizio per la distribuzione dell’Eucaristia quando l’elevato numero dei fedeli renda necessario un aiuto ai sacerdoti.

L’occasione è stata l’annuale giornata di spiritualità, promossa dall’Ufficio diocesano per il Culto divino, diretto da don Daniele Piazzi. L’appuntamento è stato per le 15 nel salone del Seminario con l’Ora Nona e la meditazione. Poi, alle 16, in chiesa, il canto dei Primi Vespri del Corpus Domini presieduti dal vescovo Antonio Napolioni che ha conferito il mandato ai 21 nuovi ministri (che non avevano mai svolto prima questo servizio) e ad altre 145 che hanno rinnovato l’incarico al termine di un precedente mandato, di durata triennale. Tutti debitamente formati, anche grazie ai corsi appositamente organizzati ogni anno dall’Ufficio per il Culto divino.

Sale così a oltre 300 il numero dei ministri straordinari della Comunione in diocesi. A loro si è rivolto il Vescovo nella riflessione dopo la lettura breve del Vespro, prima del conferimento del mandato. Con subito una precisazione: il Corpus Domini più che una festa liturgica è il progetto di Dio su ciascuno, corpo del Figlio. Quindi l’invito a ricordare sempre che isolando il Santissimo dalla Messa e dalla vita si starebbe facendo qualcosa di diverso da Gesù. Occorre dunque portare nelle case, insieme a quel pezzo di pane, il Vangelo, per essere con la propria testimonianza prolungamento del modo con cui il Signore si è reso presente nel mondo: prima del tabernacolo l’altare, e prima dell’altare la vita, e dopo il tabernacolo ancora la vita.

Poi, pur riconoscendo come il ministero sia certo un privilegio particolare, mons. Napolioni ha messo in guardia da farne un potere, ricordando che tutti si è fratelli operosi della stessa famiglia. Da qui l’invito a “contagiare” altri in parrocchia per questo servizio: non per dover sostituire un clero sempre più esiguo, ma per dare a ciascuno lo slancio che viene dal sapersi ministri di Dio, secondo le diverse modalità. Proprio come dimostrano in queste settimane i ragazzi vestendo i panni di animatori nei Grest.

A tutti quindi – prima della benedizione – l’augurio di “buon lavoro”. E non solo per il tratto di strada che porta dal tabernacolo all’assemblea o alle case dei malati, ma per il tratto di strada che va dal cuore, orientato al Signore, a quello di ogni fratello, affinché tutti si sentano preziosi, servi un po’ utili e un po’ inutili.

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Nelle scorse settimane l’Ufficio diocesano per il Culto divino ha pubblicato le disposizioni diocesane aggiornate circa i ministri straordinari della Comunione.