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Messa Crismale, il Vescovo: «Non c’è pace senza grazia»

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«Fissiamo lo sguardo su Gesù, unico sommo, nuovo ed eterno sacerdote del Padre, per ritrovarci in lui e ricevere la sua grazia». Con questo invito rivolto a tutti i presenti, il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, ha aperto la propria omelia durante la Messa Crismale che, come da tradizione, ha avuto luogo nella mattinata del Giovedì Santo, il 14 aprile, nella Cattedrale di Cremona.

Ai numerosi sacerdoti che si sono ritrovati per concelebrare la solenne Eucaristia, Napolioni si è rivolto con tono paterno e con grande gratitudine, «innanzitutto per quei sacerdoti che, con anniversari particolari, celebrano la fedeltà di Dio alle sue promesse, e senza dimenticare tutti coloro che servono la comunità cristiana, qui in diocesi o in terre lontane».

Come di consueto, i presbiteri per cui ricorre un significativo anniversario dall’ordinazione presbiterale – dopo la processione di ingresso, dal Palazzo vescovile alla Cattedrale – hanno preso posto in presbiterio alto, insieme ai vescovi Napolioni e Lafranconi, mentre nella navata centrale e nel transetto si sono collocati tutti gli altri sacerdoti diocesani, dando così un’immagine concreta del presbiterio, unito nella chiesa madre.

La riflessione del Vescovo si è articolata intorno alla figura di Cristo, fonte di grazia e di pace, alla luce dell’imminente celebrazione della Pasqua. Partendo dalla croce, segno dell’estrema fedeltà del Figlio nei confronti del Padre, Napolioni ha sottolineato come sia «l’incarnazione del Verbo a fare da bussola vivente che dà alla Chiesa, a noi sacerdoti, come aurea regola pastorale, quella dell’amore e della fedeltà».

Quella del Vescovo, però, oltre che un’omelia dal forte taglio esortativo, è stata anche un seme di speranza. «Gesù, tornato dai morti per non morire più – ha ricordato Napolioni – garantisce che nella sua persona è inaugurata l’era della risurrezione dei morti. E sebbene la via lucis sia costellata di tante croci, Dio nella Pasqua genera vita, vita nuova santa ed eterna, e noi non possiamo tacere l’annuncio ed ignorare il cammino che si apre dalla tomba vuota di Gesù».

Nonostante «l’annuncio di un “primogenito” suoni inusuale nella società che tutto fa tranne promuovere la famiglia e la vita», è proprio quella che il vescovo ha definito “Grazia del primogenito dai morti” ad essere fonte di vera speranza e gratitudine, anche per i presbiteri che, in questo ultimo anno, sono scomparsi: don Giuseppe Giori, don Cesare Perucchi e don Stefano Bonfatti.

La riflessione di Napolioni si è poi conclusa con un riferimento alla signoria del Cristo, il quale «con la sua morte e risurrezione viene glorificato, riceve il potere su tutta la creazione e sulle signorie umane che nella storia seducono o minacciano i cristiani, i figli di Dio».

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Non è mancato poi un riferimento al mondo dei ragazzi e dei giovani, alcuni dei quali erano presenti insieme ai loro sacerdoti. L’invito rivolto del vescovo è stato quello di tentare di avvicinarsi a loro «andandoli a cercare, per intercettarne i desideri profondi, accompagnarli all’incontro libero e personale con Cristo, valorizzare nella Chiesa i loro talenti e la novità di vita di cui sono portatori».

Quella di Napolioni non è stata dunque una riflessione dal taglio prettamente pastorale, ma, incentrata sui temi della grazia e della pace, ha avuto come punto focale la proposta di riunirsi, insieme, intorno a Cristo, «origine e fonte del ministero presbiterale. Il nostro incontro fraterno è grembo portatore di vita e di speranza per tutto il Popolo di Dio».

Terminata l’omelia del vescovo, la celebrazione è proseguita con il rinnovo degli impegni assunti durante l’ordinazione, seguito dalla benedizione degli oli del Crisma, dei Catecumeni e degli Infermi. Presentati al pastore della Chiesa cremonese, dopo la preghiera di benedizione, sono stati divisi e distribuiti ai vicari delle cinque zone della diocesi, in modo da poter essere messi a disposizione di ogni parrocchia.

La solenne Messa del Crisma, che viene celebrata da sempre il Giovedì Santo – giorno in cui il Signore ha istituito l’Eucaristia e, di conseguenza, anche il ministero presbiterale – si è poi conclusa, dopo la benedizione, con il ritorno di tutti i sacerdoti presso il palazzo vescovile per prepararsi, a partire dal pomeriggio, alle celebrazioni del Triduo Pasquale.

 

 

Gli anniversari di ordinazione sacerdotale

  • 70° don Mario Olivi, don Silvano Rossi
  • 65° don Enio Asinari, don Sergio Lodigiani, mons. Giuseppe Soldi
  • 60° don Luigi Carrai, mons. Floriano Danini
  • 50° don Agostino Anglois, don Luciano Carrer, don Mauro Felizietti, don Mario Martinengo, don Francesco Migliorati, don Cesare Nisoli, don Luigi Pisani, mons. Angelo Staffieri, mons. Ruggero Zucchelli
  • 25° don Vittore Bariselli, don Andrea Bastoni, don Pierluigi Capelli, don Gabriele Filippini, don Stefano Lazzari, don Antonio Mascaretti, don Adriano Veluti, don Stefano Zoppi