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Nella Biblioteca del Seminario la presentazione del restauro della “Natività” di Altobello Melone

Mercoledì 17 gennaio, alle ore 17.30, presso la Biblioteca del Seminario Vescovile di Cremona (via Milano 5), si terrà la presentazione del restauro della Natività del Museo Berenziano, effettuato la scorsa estate dal laboratorio Manara-Perni. L’intervento è stato possibile grazie ai contributi dell’8 per mille della CEI, che hanno permesso anche il ripristino delle teche storiche del museo, fortemente degradate.

La piccola, preziosa tavola faceva parte della collezione originaria di mons. Angelo Berenzi, da lui donata al Seminario nel 1913 come tutte le opere e gli oggetti raccolti nel corso della sua vita. Inizialmente attribuito a Cima da Conegliano – così scrive lo stesso Berenzi nella sua Storia del Seminario Vescovile di Cremona – il quadro fu avvicinato nel 1955 ad Altobello Melone da Mina Gregori. Come tanti dipinti della raccolta, anche la Natività fu sottoposta a restauri attorno alla metà del secolo scorso; l’ossidazione della vernice, applicata in quell’occasione, ha reso difficile e a tratti fuorviante la lettura di questa e di moltissime opere della pinacoteca berenziana.

Protagonisti della chiacchierata di mercoledì pomeriggio, promossa dall’Associazione “Amici BiMu”, saranno la tavola della Natività, i restauratori che se ne sono presi cura, Luciana Manara ed Enrico Perni, il prof. Mario Marubbi, conservatore del Museo Civico di Cremona e docente di Storia dell’Arte Lombarda presso l’Università Cattolica di Brescia, e don Gianluca Gaiardi, direttore dell’Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici.

Si tratta di un’iniziativa nuova per l’associazione “Amici BiMu”, frutto dell’entusiasmo, dell’impegno e delle competenze degli esperti coinvolti che, in un’ottica multidisciplinare, proporranno un’approfondita lettura del piccolo quadro.

Già Roberto Longhi, in una conferenza tenuta a Parigi nel 1956, aveva rivolto la sua attenzione sul rapporto tra stato di conservazione e corretta comprensione dell’opera. Paragonando il restauro e la pratica filologica mirava a concentrare l’attenzione sugli oggetti d’arte, sulle loro storie, sul loro adattamento, nel tempo, a funzioni e ruoli diversi; ribadiva l’inscindibilità delle conoscenze storico-artistiche, dovute al ruolo primario “dell’occhio del conoscitore”, dalla stratificata costituzione materiale delle opere, divenute così documenti.

Durante l’incontro di mercoledì pomeriggio, si parlerà dunque di restauro e indagini diagnostiche come preziose fonti d’informazione per il lavoro dello storico dell’arte.

La Natività del Museo Berenziano sarà progressivamente svelata, sarà possibile osservarla dal vivo e avvicinarla ulteriormente attraverso le macro fotografie; si assisterà al progressivo intervento di pulitura, entrando letteralmente nell’opera, oltre i primi strati pittorici; si viaggerà nel tempo per puntualizzare più correttamente il contesto esecutivo; sarà sottolineata l’importanza del patrimonio culturale ecclesiastico come testimonianza di storia e di fede, della sua conservazione che significa, come nel caso delle opere del Museo Berenziano, anche riscoperta, studio e valorizzazione.

Proprio in quest’ottica, l’esperienza sarà riproposta nei prossimi mesi presentando altri dipinti delle collezioni del Seminario, i cui interventi conservativi appaiono significativi ai fini di una loro più corretta lettura storico-artistica.

Brochure dell’evento