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Mercoledì Messa del Vescovo a Ca’ del Ferro a conclusione del Giubileo

«Dove c’è una persona che ha sbagliato, là si fa ancora più presente la misericordia del Padre». Sono le parole pronunciate da Papa Francesco in occasione del Giubileo dei carcerati celebrato domenica 6 novembre in Vaticano, nella basilica di S. Pietro alla presenza di reclusi, ex-detenuti, famigliari, operatori, cappellani e agenti della polizia penitenziaria. Proprio in questo contesto il vescovo Napolioni mercoledì pomeriggio celebrerà l’Eucaristia presso la Casa circondariale di Cremona. Nell’occasione sarà anche inaugurato il laboratorio di trasformazione agroalimentare “I Buoni di Ca’ del Ferro”.

 

La Messa del Vescovo

Mercoledì 9 novembre, alle 16.15, nel teatro della struttura penitenziale di Cremona, il vescovo Antonio Napolioni celebrerà, nel contesto del Giubileo dei carcerati, la Messa a conclusione dell’Anno giubilare, che a livello diocesano terminerà domenica.

La celebrazione vedrà la partecipazione, oltre che dei detenuti, di operatori e volontari, insieme al corpo della Polizia penitenziaria, sotto la guida del comandante Maria Teresa Filippone, e al direttore Maria Gabriella Lusi.

Presenti i cappellani don Roberto Musa e don Graziano Ghisolfi, con il diacono permanente Marco Ruggeri, operatore di Caritas Cremonese impegnato all’interno della struttura di via Palosca.

La Messa, che sarà animata con il canto dal coro dei detenuti supportato da alcuni volontari, si concluderà con il canto del Magnificat, attraverso il quale si renderà grazie a Dio per i benefici dell’anno giubilare.

 

L’inaugurazione del laboratorio

La celebrazione dell’Eucaristia sarà preceduta, alle 15.30, dall’inaugurazione del laboratorio di trasformazione agroalimentare “I Buoni di Ca’ del Ferro”, promosso in sinergia con la Direzione del carcere dalla Cooperativa Nazareth di Cremona.

Il progetto, avviato lo scorso agosto, impiegando cinque detenuti produce conserve di ortaggi provenienti da agricoltura sociale e biologica. Verdura coltivata nel comune di Persico Dosimo attraverso il lavoro di agricoltori “nostrani” e di migranti e con l’impiego di persone disabili; raccolta in giornata e venduta fresca sui mercati cittadini a “km 0”. Ora, grazie a “I Buoni di Ca’ del Ferro”, gli ortaggi sono anche trasformati in conserve capaci di “allungarne la vita” e raggiungere i consumatori più lontani.

Nel laboratorio artigianale, allestito in una cucina inutilizzata della struttura penitenziaria e alcuni spazi annessi, “I Buoni di Ca’ del Ferro” realizzano prodotti conservati a base di pomodoro e giardiniere e lavorano ortaggi di stagione per farne dei preparati per minestrone.

Un segno di speranza a fronte delle tante problematiche cui la casa circondariale cremonese, come tutte le strutture detentive italiane, deve quotidianamente far fronte.

La realizzazione di questo progetto, fortemente voluto dalla Direzione del carcere, è stata possibile grazie al decisivo contributo della Fondazione Comunitaria, del Rotary Club Cremona Monteverdi, insieme alle donazioni di privati cittadini.

«Il progetto – precisa Giusy Brignoli, responsabile Settore agricoltura sociale Coop. Nazareth – risponde al bisogno di soggetti svantaggiati, detenuti nella Casa circondariale di Cremona, di trovare risposte al loro bisogno di inclusione attraverso il lavoro in una situazione in cui l’inserimento lavorativo presenta elementi di forte criticità, sia a livello di avviamento che di stabilizzazione al lavoro. La nuova attività permette loro di inserirsi senza grosse difficoltà in una attività lavorativa che non richiede particolari competenze di base o titoli di studio, ma solo una buona manualità per l’utilizzo delle macchine e degli utensili. Così, con un adeguato percorso formativo e un accompagnamento professionalizzante, cinque detenuti hanno trovato un ambiente ideale non solo per lavorare, ma anche per intessere relazioni sociali positive volte all’inclusione».

“I Buoni di Ca’ del Ferro” è lo slogan di questa iniziativa. «Si tratta – precisano ancora dalla Coop. Nazareth – di prodotti biologici certificati, dunque “buoni” per l’ambiente e il consumatore finale. “Buoni” per le persone che vi lavorano: anche se toccate da uno “svantaggio” di tipo sociale o fisico vengono valorizzate nel loro saper fare. “Buoni” anche per la società che, valorizzando queste esperienze, riduce le distanze tra i cittadini. “Buoni” perché realizzati in funzione di un bene che supera l’interesse individuale, cioè “buoni” perché orientati al bene comune!».

 

La Cooperativa Nazareth

La Coop. Nazareth è attiva sul territorio cremonese da 15 anni e si è sempre occupata di servizi educativi per minori e famiglie.

Alla fine del 2013, per meglio rispondere ai bisogni delle persone prese in carico, si è trasformata in cooperativa sociale mista, implementando un nuovo settore produttivo nel campo dell’agricoltura biologica.

I valori cardine della cooperativa sono la coesione sociale, la sussidiarietà, la solidarietà e vengono perseguiti attraverso l’impiego di personale qualificato e la collaborazione di una cinquantina volontari cremonesi (giovani e adulti).