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Mercoledì delle Ceneri, il Vescovo: «In questa quaresima del mondo, la Quaresima di Cristo salva l’umanità»

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Calamità naturali, guerre e violenze: «se questa è la quaresima del mondo, ci salva la Quaresima di Cristo», ha detto il vescovo Antonio Napolioni nella Messa del Mercoledì delle Ceneri presieduta nel pomeriggio del 22 febbraio in Cattedrale. Una celebrazione ha aperto il «tempo favorevole» che accompagna alla Pasqua e che – se lo si vuole, facendo «spazio a Dio e ai fratelli» – diventa «grembo di una umanità nuova».

«Non possiamo dimenticare che digiuni, pianti e lamenti nel mondo non mancano», ha ricordato il vescovo all’inizio della sua riflessione con un riferimento alla prima lettura, tratta dal libro del profeta Gioele. «Ci sono cuori lacerati non soltanto dal desiderio di penitenza e ritorno a Dio, – ha affermato monsignor Napolioni con un riferimento esplicito all’attualità – ma dal dolore insopportabile per la morte dei propri figli, dei propri cari. C’è chi è costretto a digiunare perché non arriva il cibo, non arriva l’acqua. Abbiamo sotto gli occhi le scene di guerre e di terremoto. Ma non dimentichiamo neppure quelle sterminate terre di povertà: terre impoverite da chi le ha sfruttare e non ha permesso a chi è nato e cresciuto in quei continenti di avere la nostra stessa liberà e dignità». «E allora ci sono uomini e donne che per tornare al Signore intraprendono viaggi, fughe, o si nascondono nei bunker o nelle caverne», ha ricordato ancora il vescovo. E guardando a alla «assemblea santa» che «noi abbiamo il privilegio di formare», ha espresso «bisogno di essere uniti a tutto il popolo di Dio, che è uno solo, che non conosce bandiere». «Il popolo dei suoi figli – ha invitato il vescovo – è chiamato tutto intero a una Quaresima di conversione e di salvezza, perché è in gioco non solo la salvezza di ogni anima, ma la salvezza dell’umanità, della nostra famiglia umana».

E allora «se questa è la quaresima del mondo, ci salva la quaresima di Cristo!», ha affermato con forza monsignor Napolioni: «Lui vuole animare, riempire la nostra Quaresima, che vissuta da soli, come una dieta o un fioretto, non serve a nulla. Deve essere riempita da Lui: è il tempo di Cristo, il tempo dell’ascolto, della preghiera, della grazia».

“Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio”. Monsignor Napolioni ha fatto proprie le parole dell’apostolo Paolo ai Corinti con un interrogativo: «Ma come? E perché? Basta un desiderio?». «Certo la nostra liberà è chiamata in causa – ha detto il vescovo –, ma ci viene incontro Lui: ci viene a cercare come il pastore che cerca la pecora smarrita. Ci viene a prendere con tenerezza e con coraggio», dando «l’appuntamento della nostra riconciliazione là dove c’è il nostro peccato».

«In questa società che produce dipendenze e schiavitù mascherandole da benessere – ha proseguito Napolioni – il grande benessere è essere amati, essere perdonati, essere graziati».

Ed ecco quindi “il momento favorevole, il giorno della salvezza”: il cammino verso la Pasqua. «Ma questo richiede che questa Quaresima sia anche quella di ciascuno di noi, disposto a collaborare all’opera di Dio per il bene nostro e di tutti». Con tre vie – l’elemosina, la preghiera e il digiuno  – utili a « ripulirci l’anima». «Ritrovare questa libertà interiore per fare spazio a colui che viene, a Dio e ai fratelli. Questa è la vera condizione umana che la Quaresima ci permette di riscoprire», ha detto il vescovo.

Una riscoperrta che la Chiesa per prima deve fare. «Una Chiesa aperta, accogliente, disponibile, non fatta di pretese e giudizio. Ma come una madre che, anche quando i figli sono lontani e magari pensa di averli persi, continua a ospitarli nel grembo perché vivano». «Possa essere la nostra quaresima questo grembo di una umanità nuova – ha concluso il vescovo – di quella giustizia più alta di cui il mondo ha disperato bisogno e che almeno dai cristiani, da tutti i cristiani, da tutte le Chiese, possa essere rinnovata come scelta e stile di vita in questa Pasqua verso la quale ci mettiamo con Gesù decisamente in cammino».

Dopo la riflessione del vescovo la celebrazione è stata caratterizzata dalla benedizione delle ceneri, imposte sul capo dei presenti.

Accanto al vescovo Antonio Napolioni il vescovo emerito Dante Lafranconi, i canonici del Capitolo della Cattedrale e alcuni altri sacerdoti della città, presenti insieme ai seminaristi diocesani che hanno prestato servizio liturgico. Ad animare la liturgia con il canto è stato il coro della Cattedrale diretto da don Graziano Ghisolfi.

 

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