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Mercoledì delle Acli, il 6 novembre a Cassano la testimonianza di Arrigo Cavallina

Mercoledì 6 novembre, alle 21 all’oratorio Don Bosco di Cassano d’Adda, nel quadro del “Mercoledì delle Acli” è proposta una serata di riflessione alla presenza di Arrigo Cavallina che, presentando il suo libro “Di sasso un sasso”, proporrà una testimonianza di trasformazione tra esperienze di vita e Sacre Scritture.

Arrigo Cavallina, veronese classe 1945, da un iniziale impegno in ambito cattolico si è spostato progressivamente su posizioni della sinistra estrema, fino alla partecipazione, negli anni ’70, a gruppi e azioni violente fondando nel 1978 il gruppo “Proletari armati per il comunismo”, dal quale si separa nel 1979 iniziando un radicale ripensamento. Complessivamente, a più riprese tra il 1975 e il 1993, sconta una dozzina di anni di carcere, dove contribuisce al movimento della dissociazione.

Si laurea anche in Giurisprudenza e consegue attestati di Educatore professionale e di Formatore nell’educazione alla pace. Lavora nell’ambito delle tossicodipendenze nella struttura Exodus di don Antonio Mazzi. Sposato dal 1992 e in pensione dal 2003, ottiene nel 2009 la riabilitazione legale. A Verona, dove abita, ha svolto intensa attività di volontariato in alcune associazioni, e attualmente nella Fraternità, occupandosi di giustizia, di pena, delle persone che vi sono implicate e della comunicazione su questi temi, in particolare nelle scuole.

Nel libro “Di sasso un sasso” l’autore percorre, come tra un sasso e l’altro di un sentiero di montagna, le tracce delle sue vicende e delle riflessioni che queste gli hanno suggerito. Riprende articoli, recensioni, interviste, contributi altrimenti non più reperibili, non pubblicati negli altri suoi libri, raggruppandoli per argomento. Dagli anni del terrorismo, e del carcere, nascono le considerazioni che daranno un’impronta ai successivi approfondimenti e impegni.

La necessità di ricostruire un sistema di valori si afferma negli anni ’80 nella scelta della dissociazione, per precisarsi poi in temi come la nonviolenza e il perdono, e nella ricerca di insegnamenti e modelli suggeriti dalle Sacre Scritture. L’esperienza prosegue nel volontariato e, unita allo studio, gli consente di raccontare il carcere e di ragionare sulla giustizia. Anche il lavoro nell’ambito delle tossicodipendenze lo conferma in rapporto con gli ambienti della fragilità e della pena.

Il libro riporta considerazioni sulle povertà educative e le droghe. Affronta infine il problema di come il bagaglio di competenze può essere comunicato, in particolare ai giovani, perché diventi atteggiamento consapevole, fino ad incidere sulle relazioni quotidiane.