Mazzolari e la Chiesa, che prima di tutto è casa del Padre
È nella splendida cornice della Cattedrale di Cremona che nella serata di venerdì 16 febbraio – nell’ambito del progetto “Le parole di don Primo” promosso da Comune di Cremona, Diocesi e Fondazione Mazzolari – sono riecheggiate le parole del parroco di Bozzolo di cui è in corso il processo di beatificazione. A dar voce al parroco d’Italia – attraverso le pagina di Chiesa, casa del Padre – due giovani della Federazione Oratori Cremesi (Mattia Cabrini e Elena Poli), alternati al suono dell’organo Mascioni suonato da Camillo Fiorentini.
La Missione di Ivrea fu l’ultima predicazione di don Mazzolari fuori Bozzolo: si tenne nella settimana dal 20 al 25 ottobre 1958 con una prima trilogia al teatro “Giacosa”, rivolta ai professionisti, a commento dell’incontro di Gesù con la samaritana al pozzo di Giacobbe, e una seconda nella Cattedrale sul tema “I nostri rapporti col Padre”, già affrontato nella Missione di Milano dell’anno precedente. Sei discorsi registrati e gelosamente custoditi da don Mario Vesco, che arditamente invitò don Primo a Ivrea.
Una predicazione che «può essere considerata il “canto del cigno”, e quasi il testamento che riassume le fondamentali linee del pensiero mazzolariano», ha sottolineato mons. Alberto Franzini introducendo la serata. Un compito svolto volentieri dal parroco della Cattedrale che, originario di Bozzolo, da bambino ebbe don Mazzolari come parroco.
L’attenta assemblea (presente anche il vescovo Antonio Napolioni) ha potuto meditare uno dei discorsi più completi, più accorati e tra i più sofferti di don Primo. «Perché affronta – ha ricordato mons. Franzini – uno dei nodi non solo della sua avventura esistenziale, ma anche più ricorrenti nella vita di fede della cristianità: il rapporto Dio-umanità, Cristo-Chiesa. Se Dio è trasparente, se l’Umanità di Cristo è cristallina e attraente, non così appare l’umanità della Chiesa. È uno degli scogli più drammatici: perché Dio ha deciso di entrare in una casa così debole e così fragile come è la casa della Chiesa? E perché, per mettermi in comunione con Dio, sono invitato ad abitare questa Casa, così ricca di crepe e di disagi di ogni tipo?». Tematica ricorrente negli scritti e nella predicazione di don Primo. Sofferta, certo, ma non per questo portò mai a mettere in dubbio il valore della Chiesa e della appartenenza ad essa.
«La soluzione del problema “Chiesa” viaggia su due piste», ha affermato mons. Franzini. La prima è data dalla miseria umana della Chiesa, che comincia già con il gruppo degli Apostoli e il «mistero di povertà» dell’uomo. La seconda matura il concetto che «nella Casa del Padre non c’è tutto quello che noi desideriamo, soprattutto nella maniera con cui lo desideriamo. La casa, però, è sempre meglio dell’esilio; il pane, anche se mangiato con lacrime, meglio della fame; il fratello, anche se duro e arcigno, meglio dello sconosciuto: l’amore che sorveglia meglio della volontà dispotica del tiranno e dello sfruttatore”». Nella consapevolezza di Mazzolari che «nella Chiesa c’è Lui, perché la Chiesa è la Casa del Padre. È Lui che conta: non importa se i fratelli sono spesso indegni di questa Casa o qualche volta litigano tra di loro; non importa se qualcuno lascia la Casa in cerca d’avventure. La Casa rimane sempre aperta».
In chiusura di serata Michele Ginevra, del settore Cultura del Comune di Cremona, ha annunciato l’avvio della pubblicazione di alcuni fumetti su don Mazzolari a cura del Centro fumetto “Andrea Pazienza” di Cremona proprio nell’ambito della rassegna “Le parole di don Primo”. La prima pubblicazione proprio il 16 febbraio con il quotidiano “La Provincia”. Si continuerà secondo il calendario delle letture diffuse programmate in città.
Le parole di don primo
Le parole di don Primo propone un articolato programma di iniziative, quali letture diffuse in città, convegni, prodotti editoriali e una sala dedicata a Palazzo comunale. Sono previste ulteriori progettualità, quali la possibilità di presentare progetti su Cultura Partecipata, la valorizzazione bibliografica delle opere dell’autore presso la Rete Bibliotecaria Cremonese e Bresciana e produzioni ed elaborazioni a cura delle scuole cremonesi, attività in sinergia con il Comune di Bozzolo.
La rassegna, che si è aperta ufficialmente lo scorso 13 gennaio (nell’anniversario della nascita di don Primo) con la presentazione del libro Un’obbedienza in piedi, continuerà venerdì 2 marzo, sempre alle 21 in Cattedrale, con la lettura di brani dall’opera Tu non uccidere a cura dell’attore Dario Cantarelli e con l’intervento del vescovo Antonio Napolioni.
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