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L’ora di religione a scuola è “un’occasione formativa importante”. I dati dell’anno scolastico 2015/16

In queste settimane le famiglie italiane stanno compiendo le iscrizioni on-line al primo anno dei percorsi scolastici e in questa sede sono chiamate a scegliere se avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica. Dalla Presidenza della CEI arriva l’invito a cogliere “un’occasione formativa importante” che “viene offerta per conoscere le radici cristiane della nostra cultura”, “nel rispetto più assoluto della libertà di coscienza di ciascuno, che rimane il principale valore da tutelare e promuovere”. Intanto l’Ufficio diocesano per la pastorale scolastica ha reso noto i dati delle scelte, che nell’anno scolastico 2015/16 registrano una lieve flessione rispetto a quello precedente, ponendosi in un trend che negli ultimi 10 anni ha visto la scelta della religione a scuola diminuita di oltre il 9%.

 

Il messaggio della CEI

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, nel suo annuale messaggio in vista della scelta di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica, sottolinea che “si tratta di un’occasione formativa importante che vi viene offerta per conoscere le radici cristiane della nostra cultura”. Lo si afferma anche nella consapevolezza che “in questi ultimi anni, questa disciplina scolastica ha continuato a rispondere in maniera adeguata e apprezzata ai grandi cambiamenti culturali e sociali che coinvolgono tutti i territori del nostro bel Paese”. Da qui l’invito a “a rivolgervi con fiducia a questa importante opportunità educativa che vi viene proposta”.

Il documento della CEI ricorda come i contenuti dell’insegnamento siano stati recentemente aggiornati con specifiche indicazioni didattiche tese a rispondere efficacemente alle domande degli alunni di ogni età, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo grado. “La domanda religiosa – si legge – è un insopprimibile esigenza della persona umana e l’insegnamento della religione cattolica intende aiutare a impostare nel modo migliore tali domande, nel rispetto più assoluto della libertà di coscienza di ciascuno, che rimane il principale valore da tutelare e promuovere”.

L’attenzione va anche alle migliaia di insegnanti di religione che “ogni giorno lavorano con passione e generosità nelle scuole italiane, sia statali che paritarie, sostenuti da un lato dal rigore degli studi compiuti e dall’altro dalla stima dei colleghi e delle famiglie che ad essi affidano i loro figli”.

“In un contesto scolastico in continua evoluzione – precisa poi la Presidenza della CEI – l’insegnamento della religione cattolica può essere un modo eccellente per completare la propria formazione personale e trovare un autorevole punto di riferimento sulle più delicate questioni di senso, sui problemi del mondo in cui viviamo, sull’interpretazione della realtà religiosa sempre più segnata dal pluralismo e dalla necessità di un confronto aperto, continuo e consapevole delle rispettive posizioni e tradizioni”.

Con queste premesse si rinnova l’invito ad avvalervi dell’insegnamento della religione cattolica, “sicuri che durante queste lezioni – conclude la lettera della Presidenza CEI – potrete trovare docenti e compagni di classe che vi sapranno accompagnare lungo un percorso di crescita umana e culturale molto importante anche per il resto della vostra vita”.

Il messaggio integrale

 

I dati sul territorio

Nell’anno scolastico in corso le scuole di diverso ordine e grado presenti in diocesi di Cremona (dunque con istituti anche nel Milanese, nella Bergamasca e nel Mantovano, oltre a quelli in provincia di Cremona, ma senza quelli del Cremasco) contano 46.901 studenti, solo poche decine in più rispetto al precedente anno scolastico. Di questi 38.257, cioè l’81,57%, si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica, con un calo di poco più dello 0,5% rispetto all’anno scolastico 2014/15. Nello specifico si tratta di 7.414 bambini della scuola dell’infanzia (82,62%), 13.146 scolari della primaria (82,17%), 8.280 studenti della secondaria di primo grado (84,26%) e 9.417 della secondaria di secondo grado (77.82%).

 

TOTALI ALUNNI SCUOLE DEL TERRITORIO DIOCESANO

SCUOLE STATALI + SCUOLE CATTOLICHE 2015/ 2016

SCUOLE TOT.  GENERALI AVV. % AVV. NON AVV. % N.A.

INFANZIA

8.974 7.414 82,62 % 1.560 17,38 %
PRIMARIA 15.999 13.146 82,17 % 2.853 17,83 %
S.S. I° GRADO 9.827 8.280 84,26 % 1.547 15,74 %
S.S. II° GRADO 12.101 9.417 77,82 % 2.684 22,18 %
Tot.     Diocesani 46.901 38.257 81,57 % 8.644 18,43 %

 

Per quanto riguardo le scuole cattoliche, dalla primaria alla secondaria di secondo grado (eccetto le scuole professionali di Soncino e Calcio), le classi per intero si avvalgono dell’insegnamento della religione. Non è così per le scuole dell’infanzia cattoliche dove si registra che l’1,83% ha deciso di non avvalersi dell’ora di religione.

 

TOTALI DIOCESANI SCUOLE CATTOLICHE

SCUOLE CLASSI ALUNNI AVV. IRC NON AVV. IRC

INFANZIA

99 2.298 2.256 (98,17 %) 42 (1,83 %)
PRIMARIA 55 1.225 1.225 (100 %) 0
S.S. I° GRADO 21 486 486 (100 %) 0
S.S. II° GRADO 25 517 517 (100 %) 0
CFP

Calcio e Soncino

25 593 579 (97,64 %) 14 (2,36 %)
TOTALI COMPLESSIVI 225 5.119 5.063 (98,91 %) 56 (1,09 %)

Diverso il discorso nelle scuole statali dove la percentuale di coloro che non si avvalgano dell’insegnamento di religione oscillano tra il 16,56% e il 24,29% a seconda dei vari ordini di scuola. La percentuale più elevata si registra alla superiori; seguono le scuole dell’infanzia (22,74%) e la primaria (19,31), infine le medie. Numeri in aumento, seppur con percentuali di solo lo 0,1% per medie e superiori; dello o,9% all’asilo e dell’1,39% alle elementari.

TOTALI DIOCESANI SCUOLE STATALI

SCUOLE CLASSI ALUNNI AVV. IRC NON AVV. IRC

INFANZIA

270 6.676 5.158 (77,26 %) 1.518 (22,74 %)
PRIMARIA 752 14.774 11.921 (80,69 %) 2.853 (19,31 %)
S.S. I° GRADO 433 9.341 7.794 (83,44 %) 1.547 (16,56 %)
S.S. II° GRADO 511 10.991 8.321 (75,71 %) 2.670 (24,29 %)
TOTALI COMPLESSIVI 1.966 41.782 33.194 (79,45 %) 8.588 (20,55 %)

Tabella comparativa Scuole Statali 2015/15 – 2015/16

 

Altro fattore quello delle presenze di alunni stranieri nelle classi. Una incidenza che nella Bergamasca risulta meno incisiva che nel Cremonese e nel Mantovano. Da segnalare un dato singolare per quanto riguarda il territorio Cremonese che nelle scuole dell’infanzia e primarie, nel confronto con gli altri territori, vede la scelta dell’ora di religione adottata da un maggior numero di alunni d’origine straniera: rispettivamente nel 40,41% e 46%. Un dato che si ribalta alle superiori dove il Cremonese registra il record inverso con un’adesione pari solo al 29,59%, contro il 25,79% del Mantovano e il 46,38 della Bergamasca.

IRC15-16stranieri

 

L’approfondimento sullo speciale del Mosaico di gennaio