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“L’ora della Terra”, a Casalmaggiore Mastrojeni parla di cambiamenti climatici

Si è tenuto sabato 30 marzo presso la Biblioteca Mortara di Casalmaggiore, all’interno delle celebrazioni per l’Earth Hour 2019, “L’ora della terra”, incontro voluto dal circolo Acli cittadino, Anpi, Persona e Ambiente, Amurt e Coop. Nonsolonoi, che ha avuto come protagonista il diplomatico e giornalista Grammenos Mastrojeni.

L’intervento del relatore è stato introdotto da alcune parole tratte da “Tu non uccidere” di don Primo Mazzolari (1955) lette dal prof. Roseghini: “Esigiamo subito di mettere veramente in pratica le norme della giustizia onde giungere a una più equa distribuzione delle ricchezze”. Il rapporto tra pace e distribuzione della ricchezza già intuito da don Primo, e che oggi annovera tra le sue cause principali anche i cambiamenti climatici, è stato al centro dell’intensa relazione che il diplomatico Mastrojeni ha offerto alla platea giunta numerosa anche da oltre provincia.

L’incipit del suo ragionamento, a cui è stato portato dalla proiezione del video Climate change it changes everything (del Global Catholic Climate Movement), ha riguardato la cura che del creato gli uomini devono tornare ad avere. “Quel che dicono le principali religioni sull’uomo – ha ricordato Mastrojeni- è esattamente quel che ci chiede la natura”: occorre fondare un’ecologia integrale (termine caro a papa Francesco e filo conduttore della sua enciclica Laudato si’) capace di ripristinare l’originaria armonia tra il creatore e le creature, che sappia superare il caos creato dal cambiamento climatico e riportare all’equilibrio iniziale.

Per il relatore, il vero problema del cambiamento climatico non sarebbe da riscontrarsi nelle catastrofi naturali, ma nell’imprevedibilità che esse portano con sé, ossia nella loro ingestibilità, cui spesso le popolazioni e gli Stati non sanno far fronte.

“Le persone pensano in maggioranza che cambiamento climatico significhi surriscaldamento del pianeta. In realtà esso ha a che fare con il caos e l’imprevedibilità dei fenomeni”. Il vero problema dunque starebbe non tanto nell’aumento di un grado delle temperature, che andrebbe letto come diretta conseguenza dell’imprigionamento di energia dovuta all’effetto serra, ma nelle ripercussioni che questo porterebbe con sé. “Se gli scienziati dicessero che l’aumento di un grado corrisponde a un’energia paragonabile a quella di 400mila bombe nucleari esplose in un giorno – prosegue – tutti ci renderemmo conto dell’enorme quantità di energia fuori controllo presente nell’ecosistema terrestre”.

Questa stessa energia fuori controllo genererebbe il caos in alcune aree sensibili del pianeta, rappresentato da desertificazione, scioglimento dei ghiacciai, salinizzazione dei terreni costieri. I contraccolpi sarebbero fame, conflitti, terrorismo, traffici illeciti, migrazione forzata e quant’altro riveli una debolezza delle società, come l’espandersi di possibili contesti di illegalità non facilmente gestibili. Tra i quali Mastrojeni annovera in primis le cosiddette migrazioni ambientali, delle quali dice essere “movimenti forzati di popolazione”, che dipendono in larga misura dai cambiamenti climatici. Pertanto “la vera soluzione per fermare le migrazioni forzate, che spesso si rivelano migrazioni illegali, non è la politica del muro – con la quale Mastrojeni intende la chiusura della fortezza Europa – ma il cambiamento dei nostri stili di vita”.