“Lontano dagli occhi, ma non dal cuore”: 300 pandori per le persone detenute a Ca’ del Ferro

 

Oltre 300 dolci natalizi, per lo più pandori, sono stati consegnati nella mattinata di martedì 23 dicembre presso la Casa circondariale di Ca’ del Ferro dagli operatori della Caritas diocesana di Cremona. Il frutto dell’iniziativa di solidarietà “Lontano dagli occhi, ma non dal cuore” che nelle scorse settimane ha coinvolto parrocchie, oratori, gruppi e associazioni, insieme anche a singoli cittadini che non hanno voluto far mancare il proprio contributo perché anche per le persone detenute il Natale possa avere un sapore di speranza.

I pandori entro Natale arriveranno in tutte le celle del carcere cremonese, quale segno dell’attenzione di una Chiesa che intende non lasciare solo nessuno. Un impegno espresso lo scorso 13 dicembre in occasione del Giubileo dei detenuti celebrato a Cremona e confermato anche dalla Messa che il vescovo Antonio Napolioni presiederà nella struttura penitenziaria di via Palosca proprio la mattina di Natale. Solo i segni più evidenti di una ordinarietà di sostegno e aiuto garantita da Caritas Cremonese insieme ai cappellani del carcere e a diversi gruppi di volontariato.

Tutti i dolci natalizi donati alla Caritas per il carcere sono stati raccolti sabato 20 dicembre all’oratorio della Beata Vergine di Caravaggio, non lontano dalla casa circondariale.

«La risposta delle parrocchie, degli oratori e dei gruppi scout è stata buona – racconta don Pierluigi Codazzi, direttore di Caritas Cremonese. Davvero è stato dato pieno sfogo alla fantasia per questa raccolta: c’è chi è andato a ritirare i pandori porta a porta con i ragazzi e le famiglie, chi ha predisposto dei punti di raccolta in oratorio o all’uscita di chiesa, chi ha deciso di devolvere una parte dei propri regali di Natale. Gesti semplici ma molto concreti, che servono anche per educare le nostre comunità e i ragazzi alla carità. Possono sembrare cose di poco conto, ma sogno segni che arrivano davvero al cuore di chi vive lontano dagli affetti e possono diventare un reale segno di speranza a conclusione di questo anno giubilare. Con questa iniziativa vogliamo dire alle persone detenute che la comunità c’è e che la distanza fisica non è distanza del cuore».

 

A Ca’ del Ferro Messa giubilare presieduta dal vescovo Gianotti