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Liturgia e differenze culturali, dall’arcivescovo Palmieri un invito a fare della assemblea «un’esperienza di unità»

«La liturgia è ciò che rende visibile la presenza di Dio che, gratuitamente, convoca i suoi figli». Mons. Gianpiero Palmieri – arcivescovo vicegerente di Roma – ha più volte insistito su questo aspetto nella sua relazione dedicata al tema della differenze culturali nella liturgia, che mercoledì 25 agosto ha aperto la terza giornata di lavori della Settimana Liturgica Nazionale che si sta svolgendo nella Cattedrale di Cremona.

Attraverso una lettura fenomenolgica della realtà, mons. Palmieri ha evidenziato come l’interculturalità «possa diventare a tutti gli effetti una risorsa che unisce, anziché, come spesso accade, una barriera che divide».

La diversa provenienza sociale e culturale dei credenti, infatti, «genera spesso divisioni che poco hanno a che vedere con la cattolicità della Chiesa. È allora la liturgia ad avere il compito di aiutare ciascuno a superare l’individualismo attraverso un’esperienza fattuale, concreta, di unità».

Mons. Palmieri non ha mancato di sottolineare come «il nostro tempo ci ponga di fronte ad evidenti fatiche: il numero dei partecipanti all’assemblea domenicale è in calo, così come la costanza nella presenza alle celebrazioni». Il rischio a cui tutto ciò conduce, secondo il relatore, è che si creino «dei piccoli gruppi elitari, all’interno dei quali gli irriducibili praticanti si sentano autorizzati ad individualizzare l’esperienza di fede, anche a livello liturgico».

Il risultato di questa eccessiva frammentazione è «una forma rituale che da personale diventa escludente, e dunque non assolve alla missione che la Chiesa, da sempre, si prefigge».

A questa estremizzazione mons. Palmieri ha risposto con una proposta chiara e definita: «Se è vero che il rito punta a radunare i figli che rispondono alla convocazione del Padre, è necessario realizzare laboratori liturgici capaci di ascoltare la voce di tutti, così che ciascuno possa ritrovarsi nel linguaggio proposto dalla liturgia che viene celebrata».

A conclusione della propria relazione il Vicegerente di Roma ha individuato tre possibili cambiamenti di ritmo e di stile che la comunità cristiana può adottare in vista di una vera conversione: «Innanzitutto la liturgia ha bisogno di tornare ad abitare il ritmo del riposo – ha spiegato mons. Palmieri – restituendogli quel valore che, oggi, tanti uomini e donne cercano al di fuori della Chiesa». Proseguendo nella riflessione è stato posto l’accento sulla necessità di «recuperare il ritmo della gratuità ed il tempo delle relazioni ospitali, per non dimenticare che la liturgia coinvolge e parla a tutti». Infine mons. Palmieri ha richiamato l’attenzione sull’esigenza di «uno stile che sia allo stesso tempo familiare ed essenziale, universale e personalizzato, in modo che ciascuno si senta interpellato, incluso e partecipe della vita della comunità cristiana».

Il video integrale della relazione

 

Mons. Gianpiero Palmieri è nato a Taranto nel 1966. Del clero di Roma, ordinato presbitero nel 1992, è stato eletto vescovo titolare di Idassa e nominato ausiliare di Roma nel 2018: è stato ordinato vescovo il 24 giugno 2018 e promosso arcivescovo e nominato vicegerente di Roma il 19 settembre 2020.

Il suo servizio pastorale si è esplicato attraverso diversi ministeri: vicerettore del Pontificio seminario Minore (1992-1997); assistente diocesano dell’Azione Cattolica Ragazzi (1992-1999); vicario parrocchiale della parrocchia Santi Simone e Giuda (1997-1999); vicario parrocchiale prima (1992-2004) e parroco poi (2004-2016) della parrocchia San Frumenzio ai Prati Fiscali; prefetto della IX Prefettura (2007-2011); parroco della parrocchia San Gregorio Magno (2016-2018). Dal 2017 al 2018 è stato responsabile del Servizio diocesano per la formazione permanente del clero. È stato responsabile del Servizio diocesano per la formazione permanente del clero, delegato per il diaconato permanente, per la carità, la pastorale dei migranti e dei rom, ed è stato incaricato del Centro per la cooperazione missionaria tra le Chiese.

 

 


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