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L’incontro con le comunità di San Felice e San Savino ha concluso la visita pastorale nella città di Cremona

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Si è aperta con un ringraziamento, da parte di monsignor Antonio Napolioni, la Messa che ha chiuso ufficialmente la visita pastorale nelle parrocchie di San Felice martire e San Savino vescovo in Cremona e con loro all’intera città di Cremona. Nella mattinata di domenica 20 marzo, infatti, il vescovo ha presieduto la celebrazione eucaristica – concelebrata dal parroco, don Gianluca Gaiardi – al termine di una tre giorni «in cui abbiamo potuto conoscerci, dialogare e pregare insieme, confrontandoci a partire dalle belle e profonde domande che sono emerse da questa comunità».

Domande che sono state poste al centro della riflessione domenicale di Napolioni, perché «ciò che sta accadendo nel mondo naturalmente ci interroga. È accaduto persino a Gesù, ce lo dice il Vangelo, di essere al centro di interrogativi profondi. Ad essi, però, egli risponde eliminando l’idea che ciò che accade preveda sempre una colpa. Sappiamo anche noi che, talvolta, il male è inspiegabile».

Non è mancato un riferimento all’esperienza della pandemia che, come in molte altre parrocchie, oltre ad aver provocato dolore e sofferenza, ha interrotto numerosi percorsi ed attività anche nelle comunità di San Felice e San Savino. «In questo senso – ha commentato don Gaiardi – è stato bello poter condividere con il vescovo anche la nostra umanità, che purtroppo è fatta anche di fatica, oltre che di gioia ed entusiasmo».

Ed è stata proprio la speranza ad animare la conclusione dell’omelia di Napolioni, una fiducia nel domani «radicata nella consapevolezza che Dio è presente nella storia, si manifesta nelle nostre relazioni umane, semina nei nostri cuori, anche quelli malati e sofferenti, la vita che viene dal Risorto. Ecco il fuoco che anima la nostra fede: la fiamma inesauribile dell’amore di Dio».

Una sottolineatura particolare, quella sulla carità, che il vescovo ha effettuato alla luce della presenza di numerose realtà caritative all’interno della parrocchia. Oltre alla visita all’associazione “La Zolla” e alla comunità gestita dalla cooperativa Varietà, entrambe attive nel mondo della cura per persone fragili, monsignor Napolioni ha infatti incontrato i gruppi Caritas e Credo, presenti da molti anni sul territorio e particolarmente impegnati nel sostegno ai più bisognosi.

Il vescovo ha poi riservato un ultimo pensiero ai più giovani e alle famiglie, a cui è stato riservato un momento particolare nel pomeriggio di sabato 19 marzo. «Trascorrendo con voi questi pochi giorni – ha raccontato monsignor Napolioni – ho potuto osservare quanta buona legna da ardere ci sia in questa comunità, legna capace di partecipare e alimentare questo fuoco che è più forte di ogni paura, guerra e preoccupazione». E ai ragazzi ha rivolto l’invito a «crescere nella comunità, cercando di tenere accesa questa fiamma».

Prima della benedizione conclusiva, don Gianluca Gaiardi ha ringraziato il vescovo a nome dell’intera comunità, ribadendo «quanto sia stata preziosa e significativa la sua presenza, anche e soprattutto per le persone che, nelle mattinate di venerdì e sabato, sono stati visitate nelle loro case, in un clima semplice e familiare, ma profondamente vero e autentico». Le parrocchie di San Felice e San Savino hanno poi omaggiato monsignor Napolioni con un semplice dono, un grembiule, «segno della dimensione caritativa e di servizio che sperimentiamo nella nostra comunità e che abbiamo condiviso insieme a lei».