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L’ex soldato afgano che lotta per la verità domenica al Maristella

Un giovane afghano, classe 1986, ex capitano dell’esercito, sopravvissuto a un attentato degli estremisti e oggi – dopo la fuga dal fondamentalismo – rifugiato politico, educatore, promotore del dialogo interreligioso e interculturale. È Ahmad Farhad Bitani, figlio di un generale dei mujaheddin, uno degli uomini più fidati del presidente Karzai. Su suo padre, nel 1999, Osama Bin Laden e il Mullar Omar avevano messo una taglia da un milione di dollari. Ahmad Farhad Bitani sarà a Cremona, domenica 14 gennaio, ospite d’eccezione di “Traiettorie di Sguardi” (Tds), percorso organizzato dalla Diocesi, Ufficio pastorale giovanile e Parrocchia Maristella e dedicato ai ragazzi 20/30enni con il tema, quest’anno, “Và dai tuoi fratelli”. 

L’appuntamento è alle ore 18.30 all’oratorio del Maristella per l’incontro dal titolo “La verità rende liberi” con appunto la testimonianza del giovane afgano, autore nel 2014 del libro “L’ultimo lenzuolo bianco”.

“Ci sono due tipi di reazioni ostili con cui mi sono scontrato – sono le parole di Ahmad Farhad Bitani -: quella dei fondamentalisti miei compatrioti che hanno lanciato su di me accuse di apostasia, di essermi convertito al cristianesimo e di aver raccontato falsità, e qui in Italia, quella di chi per pregiudizio non si fida di ciò che dico. Non ho cercato di rispondere alle accuse, ho continuato a far conoscere a più persone che potevo la mia esperienza”.

 

Chi è Ahmad Farhad Bitani

Ahmad Farhad Bitani nasce a Kabul il 20 settembre 1986, ultimo figlio del Generale Mohammad Qasim. Suo padre è un generale che combatte per liberare l’Afghanistan dalla dominazione sovietica. Fin dai primi anni della sua infanzia si abitua a vivere a contatto con la guerra, della quale sperimenta tutte le passioni attraverso i successi e le sconfitte di suo padre. Dal 1997, in seguito all’arresto del padre caduto nelle mani dei Talebani, Farhad vive per due anni a Kabul in condizione di estrema povertà con la madre e un fratello. Nel 1999 il padre riesce a evadere dal carcere talebano di Kandahar e la famiglia si trasferisce in Iran.

Nel 2002, con l’inizio dell’Operazione Enduring Freedom, la famiglia del Generale Mohammad Qasim si trasferisce nuovamente a Kabul. Nel 2004 il padre di Farhad viene nominato addetto militare presso l’Ambasciata dell’Afghanistan in Italia e nel 2005 la famiglia si stabilisce a Roma. Nel 2006 Farhad è ammesso al 188º corso dall’Accademia militare di Modena; completato il biennio in Accademia si trasferisce a Torino per gli studi superiori presso la Scuola di applicazione e Istituto di studi militari dell’Esercito.

Nel 2011, durante un periodo di licenza in Afghanistan, subisce un attentato da parte di un commando di Talebani. Sopravvissuto miracolosamente all’attacco, inizia una riflessione sulla propria vita che lo conduce a un radicale cambiamento: depone le armi, chiede ed ottiene asilo in Italia, dove inizia un capillare lavoro di informazione e dialogo interreligioso e interculturale.

Dopo la pubblicazione, nel 2014, del suo libro “L’Ultimo Lenzuolo Bianco” diventa protagonista di numerosissime conferenze in Italia e non solo, in cui racconta la sua esperienza in Afghanistan e il percorso di riflessione e cambiamento intrapreso dal suo arrivo in Italia. Particolarmente significativa è la testimonianza che porta nelle scuole, dove diventa punto di riferimento per molti giovani alla ricerca di risposte di fronte alle sfide del presente. Dal 2013 sono numerosi i suoi interventi sulla stampa nazionale e internazionale e le sue partecipazioni a trasmissioni radiotelevisive.

Nel maggio 2017 viene insignito del riconoscimento “Una stella dall’arcobaleno 2017 – 10 giusti per il mondo”, istituito dalla Cooperativa Sociale Arcobaleno ‘86 Onlus per onorare persone che si sono particolarmente spese in storie di vita di sofferenza, marginalità, spiritualità, educazione, cultura, cittadinanza, politica, associazionismo e solidarietà. Nell’agosto del 2017 viene insignito del Premio “Culture a Confronto” nell’ambito del Festival Mondiale della Cultura Popolare a Torpea. È socio fondatore del Global Afghan Forum, un’organizzazione di giovani afghani residenti in diversi paesi del mondo, i quali lavorano per la costruzione di una comunità umana più educata, prospera, sicura e giusta.

 

Cos’è Traiettorie di sguardi

Traiettorie di sguardi (TDS) ha ormai dieci anni e non perde il suo fascino. È un percorso (con un incontro al mese) di riflessione-confronto di tipo culturale e antropologico, che chiede a testimoni privilegiati (docenti universitari, giornalisti, registi, filosofi, giudici, artigiani, educatori, scrittori, navigatori, sportivi, ecc…), partendo da una provocazione iniziale e con linguaggi diversi (oltre alla parole anche la danza, la musica o il teatro), di creare un’occasione di approfondimento con i giovani che hanno dai 20 ai 30 anni, senza rinunciare ad una visione precisa di uomo, quella cristiana, ma rispettando tempi e sensibilità diverse. È un percorso organizzato da Diocesi, Ufficio pastorale giovanile e Parrocchia Maristella.

 

Note organizzative

Tutti gli incontri si svolgono a Cremona, presso l’Oratorio del Maristella in Via Agreste 11.

Programma:

  • ore 18.30 – accoglienza e preghiera
  • ore 18.40 – relazione introduttiva e scambio con l’ospite-testimone
  • ore 20.15 – cena condivisa (ognuno porta qualcosa)

Per informazioni: don Pier 335-354429, Rosso 340-3105935, oppure scrivendo a info@tdscremona.net o visitando il sito internet www.tdscremona.net.