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Lettera del Vescovo alla Diocesi in vista della canonizzazione: «Ottenga dal Signore vocazioni di autentici educatori»

Lettera del vescovo di Cremona, mons. Dante Lafranconi, indirizzata all’intera diocesi, in vista della canonizzazione del sacerdote cremonese don Vincenzo Grossi (1845-1917). Il nome del prete pizzighettonese sarà ufficialmente iscritto nel catalogo dei santi domenica 18 ottobre nella solenne cerimonia che Papa Francesco presiederà a S. Pietro, in Vaticano. Attraverso il Segretariato diocesano pellegrinaggi e l’agenzia ProfiloTours (tel. 0372-460592) viene offerta la possibilità di prendere parte alla canonizzazione di don Grossi. Una proposta che si concluderà con la Messa di ringraziamento che lo stesso vescovo Lafranconi presiederà lunedì 19 ottobre nella Capitale.

Nella lettera, indirizzata a tutti i sacerdoti, i religiosi e i laici della diocesi di Cremona, mons. Lafranconi ricorda i passaggi più significativi della vita di questo sacerdote diocesano, nato a Pizzighettone il 9 marzo 1845 e ordinato presbitero dal vescovo di Brescia, mons. Girolamo Verzieri, essendo vacante la sede di Cremona per la morte del vescovo Novasconi.

I suoi primi incarichi furono nelle parrocchie di San Rocco in Gera di Pizzighettone e a Sesto Cremonese, seguiti, nel 1871, da quello di economo spirituale a Ca’ de’ Soresini. Il primo mandato effettivo come parroco fu, dal 1873, a Regona di Pizzighettone. «La popolazione del luogo – sottolinea mons. Lafranconi – era da tempo lontana dalla pratica religiosa, ma don Vincenzo vi si dedicò con tanta cura che dopo pochi anni trasformò il piccolo borgo in un “conventino”, come appunto venne definito dai suoi confratelli». Nel 1883 il trasferimento a Vicobellignano (dove morì il 7 novembre 1917), «un terreno – ricorda ancora il Vescovo – particolarmente delicato per la presenza di una vivace comunità protestante».

«In lui – scrive di don Grossi il Vescovo, nel messaggio rivolto alla Diocesi – ravvisiamo la figura classica, anche se straordinaria, del sacerdote diocesano dedito con fede appassionata alla cura pastorale dei fedeli a lui direttamente affidati, ai quali intendeva presentarsi anzitutto come esemplare discepolo di Gesù nel seguire il Vangelo nonché come umile e avveduto pastore in piena comunione con la Chiesa. Il riconoscimento della sua santità è motivo di lode e di gratitudine al Signore, che, come dice sant’Agostino “coronando i meriti dei Santi, corona la sua stessa opera”; ma è motivo di gioia e richiamo per tutti noi – anzitutto per noi sacerdoti – a tendere effettivamente alla santità».

E ancora: «Egli era consapevole, come lo siamo noi, che per preparare il futuro buono della Chiesa e della società, è indispensabile formare la gioventù. Per favorire la loro educazione cristiana occorrevano persone dedite a questa opera con lo spirito e la dedizione di chi si consacra totalmente a una missione. Formò pazientemente quelle donne che costituirono il primo nucleo di una Congregazione religiosa (Figlie dell’Oratorio, ndr). Per favorire il loro inserimento nella vita pastorale, particolarmente tra i giovani, volle che anche nella loro foggia esteriore si presentassero non nella tradizionale divisa delle suore, ma in abito semplice simile al comune vestire femminile».

Quindi due richiami. Anzitutto rispetto a «il valore della vita consacrata – afferma mons. Lafranconi – che merita la nostra preghiera e il nostro apprezzamento, particolarmente in questo anno in cui il Papa ha voluto porre all’attenzione della Chiesa il carisma della vita consacrata nelle sue varie forme che continuano a segnare la storia della Chiesa, risvegliando in tutti i cristiani il riferimento a Dio “sommamente amato”».

«Il secondo richiamo – continua il Vescovo – riguarda l’urgenza educativa che la Chiesa, assieme alla famiglia e ad altre Istituzioni, da sempre ha avuto a cuore e che nei nostri paesi ha trovato una sua peculiare espressione attraverso gli Oratori. Essi costituiscono una presenza ancora valida, anche se ha bisogno di essere ripensata e rinnovata come si sta facendo. Ora, al di là di nuove prospettive o cambiamenti, quello che più conta è la riscoperta della passione educativa e la dedizione – che è qualcosa di più della disponibilità – di adulti che vogliono investire tempo, energie e creatività in questo ambito prezioso per il presente e per il futuro. Chiediamo al nuovo Santo che ottenga dal Signore vocazioni di autentici educatori per la Congregazione delle Figlie dell’Oratorio e per le nostre parrocchie. Alla sua intercessione uniamo la nostra preghiera e la testimonianza di una vita veramente cristiana».

Attraverso il Segretariato diocesano pellegrinaggi e l’agenzia ProfiloTours (tel. 0372-460592) viene offerta la possibilità di prendere parte alla canonizzazione di don Vincenzo Grossi a Roma. Una proposta che si concluderà con la Messa di ringraziamento che lo stesso vescovo Lafranconi presiederà lunedì 19 ottobre nella Capitale.