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L’altare, mensa del convito pasquale

La dedicazione dell’altare, e nella fattispecie quello ristrutturato nella nostra Cattedrale, costituisce sempre una celebrazione particolarmente solenne, che proclama la centralità dell’altare stesso nell’edificio ecclesiale, in quanto è «figura del Cristo, ara-sacerdote-vittima del proprio sacrificio» (Introduzione CEI).

“Dedicare” è “destinare” l’altare ad assolvere un ruolo unico e incomparabile in tutte le celebrazioni della Cattedrale.  Doppio, pertanto, è il significato che realizza:

► Anzitutto quello di divenire “ara” o, meglio ancora, mensa del sacrificio, in quanto segno visibile di Cristo, che si è donato al Padre per la vita del mondo. Nell’Eucarestia si attua ogni volta questo “mistero”, cioè disegno divino di salvezza, in quanto, insieme con il vescovo o il presbitero che presiede i fedeli offrono se stessi al Padre.

Sull’altare non si immola più nessuna vittima, come nella liturgia ebraica, ma si offre la propria volontà, la si depone simbolicamente su di esso, perché venga riconosciuta e accolta dal Padre, che trasforma, con la forza dello Spirito, la nostra corporeità.

Infatti, «i fedeli, in virtù del regale loro sacerdozio, concorrono all’offerta dell’Eucarestia ed esercitano il sacerdozio con la partecipazione ai sacramenti, con la preghiera e il ringraziamento, con la testimonianza di una vita santa, con l’abnegazione e l’operosa carità» (LG 10).

► La dedicazione comporta pure che l’altare venga “destinato” a essere mensa del convito pasquale, che è ancora l’Eucarestia. Infatti, riuniti attorno all’altare, si condivide la cena pasquale di Cristo, da lui voluta e fatta preparare dai suoi discepoli, inviati appositamente allo scopo (cfr. Mc 14,12-18).

Sull’altare vengono anche oggi deposti i doni, il pane e il vino (mai il denaro!), perché, dopo avere pronunciato su di essi la benedizione, diventino il corpo e il sangue di Cristo, e siano condivisi mediante la comunione eucaristica.

Pertanto, «l’altare è in tutte le chiese il centro dell’azione di grazie, che si compie con l’Eucarestia; a questo centro sono in qualche modo ordinati tutti gli altri riti della Chiesa. Per il fatto che all’altare si celebra il memoriale del Signore e viene distribuito ai fedeli il suo corpo e il suo sangue, gli scrittori ecclesiastici furono indotti a scorgere in esso un segno di Cristo stesso; da qui la nota affermazione che “l’altare è Cristo”» (Premesse alla dedicazione).

Non per nulla nella preghiera di dedicazione dell’altare, al riguardo, si chiede: «Sia fonte di unità per la Chiesa e rafforzi nei fratelli, riuniti nella comune preghiera, il vincolo di carità e di concordia. Sia il centro della nostra lode e del comune rendimento di grazie, finché nella patria eterna ti offriremo esultanti, o Padre, il sacrificio della lode perenne con Cristo, pontefice sommo e altare vivente».

Gianni Cavagnoli

 

Un mese di eventi: dalla dedicazione dell’altare in Cattedrale alle celebrazioni di Sant’Omobono