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La testimonianza di Gianna Jessen, sopravvissuta all’aborto

È stata Gianna Jessen, sopravvissuta ad un aborto salino alla trentesima settimana di cui porta i segni (sono visibili le difficoltà di deambulazione), il primo ospite d’eccezione dei tre Quaresimali proposti dalla Parrocchia di Soresina. Una donna entusiasta della vita e che trasmette questo entusiasmo a chi la circonda. Questo entusiasmo e la forza per testimoniarlo, come ha essa stesso dichiarato nella sua toccante e coinvolgente testimonianza, deriva da Gesù e dal suo infinito amore per ogni essere umano.

Accompagnata da un’interprete, Gianna, con fare molto familiare ma diretto, ha raccontato la sua vita, la sua esperienza, la sua battaglia per la vita: «Io sono viva grazie a Gesù, che mi ha protetta nel grembo di mia madre che ha cercato di abortirmi alla trentesima settimana. Io sono nata nella più grande clinica abortista d’America. Sono viva perché al momento della mia espulsione il medico di turno non era ancora in servizio e l’infermiera che era là ha chiamato l’ambulanza e sono stata portata in ospedale dove, contro ogni pronostico, sono vissuta».

E continuando a raccontare ha quindi spiegato che essere nata viva ed essere stata soccorsa per l’assenza del medico non è stata una coincidenza, ma il progetto d’amore di Dio per lei. Dio che l’ha fatta nascere donna: «È stato geniale a farmi nascere donna in questo affare tipicamente femminile».

E poi ha aggiunto: «Voglio dirvi una cosa bella e d’attualità: il presidente Trump ha revocato i fondi statali alla clinica abortista in cui sono nata. Sono felice perché questo significa milioni di vite che i contribuenti, loro malgrado, non saranno costretti a stroncare».

Ha poi continuato il suo racconto spiegando che, ovviamente, la sua madre biologica non l’ha voluta e, dunque, è stata affidata a una casa d’accoglienza dove non era amata. «Dio però non mi ha abbandonata – ha ricordato – e mi fatto incontrare Penny, la mia mamma adottiva, che mi ha amata tantissimo, mi ha supportata e aiutata a superare la mia disabilità. Come conseguenza dell’aborto, infatti, una paralisi celebrale mi impediva di camminare. I medici disperavano che riuscissi ad alzarmi dal letto. Penny faceva con me fisioterapia tre volte al giorno. Ho cominciato ad alzare la testa e poi a camminare. Avevo tre anni. Oggi cammino con difficoltà; devo essere aiutata; non ho molto senso dell’equilibrio. Non so se questa cosa si risolverà, ma di una cosa sono certa: se dovrò gattonare per arrivare in Paradiso, non darò al diavolo la soddisfazione di non farcela. E se voi riuscite a camminare senza aiuti, per favore, non lamentatevi!».

Dalle parole della Jessen è apparsa evidente la sua forza di volontà; lei stessa ha detto di averne. E ha aggiunto: «Ho una grande volontà, anche per parlare di Dio in un mondo in cui Dio non è abbastanza sofisticato, o almeno così sembra. Quello che voglio dirvi e testimoniarvi è che tutti hanno vissuto delle tragedie, ma non bisogna vivere nel passato e se vi affidate a Dio vi aiuterà ad andare avanti. A chi ha abortito dico di affidarsi a Dio, perché li perdonerà, perché Dio perdona tutti e tutto, per questo è morto in croce, per ottenerci il perdono. E affidandosi a Dio verrà meno il peso dell’aborto che ciascuno ha sul cuore, o almeno non sarà portato in solitudine. E non sottovalutate la forza della preghiera: pregate, pregate, perché Dio ascolta le nostre preghiere».

La Jessen ha accettato di aprire poi un dialogo con il pubblico e ha risposto alle numerose domande degli intervenuti. Nel pubblico era presente anche un piccolo gruppo proveniente dalla California, stato di provenienza della Jessen. Una portavoce è intervenuta e ha chiesto a Gianna del film ispirato alla sua vita e anche – sapendo che canta – di intonare una canzone. La Jessen non ha esitato a commentare il film, specificando che è solo ispirato alla sua vita, ma non è un’autobiografia. E poi ha intonato l’Alleluja, invitando i presenti a cantare con lei.

Chiusa la serata, la Jessen ha salutato personalmente tutti gli intervenuti che hanno voluto un incontro a tu per tu, stringerle la mano, scattare un selfie, incoraggiarla, chiedere di avere, in qualche modo, il suo coraggio.

La serata è stata animata dal Coro Psallentes, diretto dal maestro Alessandro Manara, che ha proposto alcuni canti.

L’incontro è servito anche per ricordare la Marcia della Vita, la settima, che si svolgerà a Roma il prossimo 20 maggio, a cui prenderà parte anche Gianna Jessen.

I prossimi Quaersimali in programma sono con Ernesto Olivero, fondatore del Servizio Missionario Giovanile Arsenale della Pace (venerdì 24 marzo) e con don Maurizio Patriciello, parroco della “Terra dei fuochi”, (giovedì 30 marzo). Sempre alle 21 nel salone Mosconi del Centro pastorale parrocchiale di Soresina.

Annalisa Tondini

 

Photogallery della serata