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La tavola del Perugino della chiesa di S. Agostino esposta a Bergamo alla mostra “Raffaello e l’eco del mito”

L’Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici, in accordo con la Parrocchia di S. Agostino in Cremona e la Soprintendenza di Mantova, ha disposto il prestito della preziosa tavola di Pietro Vannucci, detto il Perugino, conservata nella chiesa di S. Agostino (collocata sul quinto altare), alla mostra “Raffaello e l’eco del mito” (dal 27 gennaio al 6 maggio 2018) promossa dall’Accademia Carrara di Bergamo.

«È la prima volta che – valutati lo stato di conservazione dell’opera e le condizioni del prestito, ottenute le assicurazioni sul trasporto e l’esposizione – la pala, che rappresenta “La Madonna col Bambino in trono tra i santi Giovanni evangelista e Agostino” (datata 1494), lascia la sua sede per una mostra che abbiamo ritenuto essere meritevole di attenzione», ha spiegato don Gianluca Gaiardi, incaricato diocesano per i Beni culturali ecclesiastici.

Si tratta quindi di un evento dalla valenza eccezionale, che trova giustificazione nell’indiscutibile importanza della mostra orobica, che si sviluppa intorno al “San Sebastiano” di Raffaello, capolavoro di proprietà del prestigioso museo orobico, forse l’opera più celebre dell’intera pinacoteca.

La mostra “Raffaello e l’eco del mito” si candida ad evento protagonista della stagione espositiva 2018 di Bergamo. Promossa da Fondazione Accademia Carrara in collaborazione con GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, raccoglie oltre 60 opere, provenienti da musei nazionali e internazionali, in un percorso che si sviluppa attorno a un cospicuo nucleo di opere giovanili del maestro urbinate, ideato a partire dal “San Sebastiano” della Carrara, fino alle testimonianze di autori dell’Ottocento e del Novecento che hanno guardato a Raffaello come fonte di ispirazione.

Sarà la sezione “Raffaello, la formazione” a ospitare la pala cremonese. Perugino (Città della Pieve, 1448 circa – Fontignano, febbraio 1523), infatti, è tra i maestri tradizionalmente citati come punti di riferimento per il giovane Raffaello (Urbino, 1483 – Roma, 1520). I dipinti esposti in questa sezione, tutti databili sullo scorcio del Quattrocento e del primo Cinquecento, illustrano i rapporti figurativi dell’artista urbinate con questi maestri e la sua capacità precoce di innovazione.