1

La seconda catechesi dei cremonesi con il vescovo Antonio. Al termine piantata una quercia nel ricordo di questa Gmg

Nella mattinata di venerdì 29 luglio, mentre Papa Francesco entrava in silenzio ad Auschwitz e Birkenau, i giovani presenti alla Gmg si sono incontrati per il loro secondo giorno di catechesi. Anche questa volta il gruppo cremonese si è ritrovato nella chiesa parrocchiale di Wola Batorska (dove è ospitato per il pernottamento nelle famiglie) insieme ai coetanei della diocesi di Crema. A guidare la meditazione questa volta è stato proprio il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, che all’inizio, scherzando sulla rivalità tra Cremona e Crema, ha ricordato come nella Chiesa tutti sono una grande famiglia.

 

La catechesi

A innescare il dialogo tra il Vescovo e i ragazzi anche in questa seconda catechesi è stato un video: “Per dono”, la struggente testimonianza di Francesco Pirini, oggi 88enne, che nel settembre del 1944 a Cerpiano (BO), sulle Colline di Monte Sole, perse tutta la propria famiglia in un eccidio nazista che vide la morte di ben 770 persone, soprattutto anziani, donne e bambini. Nelle sue parole, semplici e intense, il racconto del proprio percorso di vita, dallo strazio di un dolore lacerante fino alla serenità di un perdono coraggioso, nella consapevolezza che coltivare l’odio alimenterebbe solo altro male. Una scelta forte, che ha provocato e interpellato i giovani.

Subito dopo la visione del video il Vescovo ha chiesto ai ragazzi di confrontarsi tra vicini di banco sulla propria situazione personale e sul modo in cui ognuno sta vivendo questa particolare esperienza della Gmg. Si è così avviato un intenso dialogo tra i giovani e mons. Napolioni.

I giovani si sono chiesti in particolare come riuscire a portare tutta l’energia vissuta in questi giorni nella vita quotidiana, testimoniando concretamente la grazia e la misericordia sperimentate alla Gmg. In questo diventa sicuramente fondamentale scegliere di seguire Cristo, senza attendere gli altri o il momento in cui ci si sente più pronti. La vera sfida è riuscire a rintracciarlo nelle pieghe della vita, e in modo particolare nelle situazioni di dolore e di sacrificio. Ma questo è possibile solo se al centro non si mette la propria individualità e le proprie esigenze personali, ma Cristo stesso. Solo così il dolore può essere trasformato in amore donato agli altri, trasformato in vita.

Essenziale è allora fare memoria, andare a scavare nel proprio cuore, comprendendo che all’origine della vita di ciascuno c’è un dono d’amore, una misericordia che può permettere all’esistenza di rifiorire ed essere un dono per gli altri, a servizio del Signore.

In una parola, diventare strumenti, impastati di misericordia. Mons. Napolioni, concludendo la catechesi, ha richiamato in questo senso una splendida pagina di Madeleine Delbrel, appassionata cercatrice di Dio vissuta in Francia nel secolo scorso: “Si può servire: come un servo; come un attrezzo; come le membra di un corpo”.

Ascolta tutto il confronto tra il Vescovo e i giovani

Al termine della catechesi i giovani volontari polacchi insieme al vescovo Antonio e a don Marcin, il parroco di Wola, hanno piantato nel giardino antistante la chiesa una quercia. Una pianta scelta non a caso: questo albero molto longevo è, infatti, simbolo di forza e coraggio.

Per la comunità locale questo arbusto servirà negli anni futuri a ricordare questi giorni con un messaggio chiaro: solo il Signore è fondamento della vita.

Lo stesso varrà anche per i giovani cremonesi, a cui è stata donata un’altra piccola quercia da piantare al rientro a casa. Ricorderà non solo l’incontro di questi giorni, ma – come ha sottolineato il vescovo Antonio – diventerà il simbolo del Sinodo dei giovani che si sta preparando in diocesi.

E nelle parole di mons. Napolioni non è mancato un invito a giovani polacchi a visitare Cremona, proprio per piantare insieme questa quercia, simbolo dell’amicizia e dell’unione nata in questi giorni.

Photogallery della catechesi

 

Quella del 29 luglio non è stata la prima catechesi proposta del vescovo Napolioni alla Gmg. Nella mattinata di giovedì 28 luglio, infatti, il Vescovo di Cremona a Libiaz ha offerto il proprio contributo nell’incontro riservato ai giovani della diocesi di Cuneo.

Una catechesi che in particolar modo ha aiutato a riflettere su come lasciarsi toccare dalla misericordia di Dio in Cristo. Proprio Papa Francesco, infatti, all’inizio del Giubileo della Misericordia ha rimarcato che la misericordia non è uno dei tanti attributi di Dio, uno dei “sentimenti” di Gesù, ma l’abisso infinito ed inimmaginabile di amore che è possibile conoscere solo grazie al volto che prende in Gesù Cristo, nella sua vicenda, nella sua presenza.

Ma come lasciarsi amare da Dio, lasciandosi disarmare e spiazzare? Chi non si sente amato, non sa amare, ha ricordato il Vescovo, sottolineando quindi che accettare di essere amato è molto più difficile di quel che di può pensare: gli uomini fatichiamo ad amarsi davvero. Eppure essere amati è un’esperienza gratuita, di dono e perdono.

L’attenzione è andata alla parabola della vita, nella quale nessuno è lasciato solo, proprio grazie al “tocco” di Gesù. Toccati, o sfiorati, o travolti? Una forza di cui chi ne ha fatto esperienza, assaporando la dolcezza con cui il Gesù, in ogni tempo, fa sperimentare l’abbraccio del Padre, non può più farne a meno. Liberamente, non per schiavitù o buona educazione. Come accadde a Francesco di Assisi.

 

La Messa

La mattinata si è conclusa con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Napolioni. Il Presule, soffermandosi in modo particolare sulla prima lettura, ha sottolineato che, mescolata con il peccato, c’è una storia di santità nella quale il passaggio è fondamentale spogliarsi di se stessi per rivestirsi di santità. Il nome cristiano del futuro è “avvento” – ha proseguito il Vescovo –. Se è vero che Gesù arriva, occorre, però, fidarsi di lui e lasciarsi condurre da lui.

Infine una raccomandazione: quella di lasciare nel cuore ancora un po’ di spazio, quello necessario per accogliere il messaggio del Papa nell’incontro al Campus Misericordiae. Un messaggio da accogliere e meditare, per prepararsi a vivere concretamente la via dei figli di Dio, che altro non è che la sequela di Cristo.

Alla fine della Messa il parroco di Wola ha regalato al Vescovo un’icona di Czestochowa.

Nel pomeriggio il gruppo cremonese si è trasferito a Cracovia per prendere parte alla Via Crucis dei giovani con Papa Francesco nel Parco Jordan di Błonia.

Photogallery della Messa

 

Hanno collaborato
Matteo Lodigiani
Francesca Poli

 

Speciale Gmg col reportage del pellegrinaggio cremonese