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La notte di Natale sul davanzale un cero per la pace

«Tante fiammelle di speranza disperdano le tenebre della guerra». Con questo auspicio, durante l’Angelus del 2 dicembre scorso, papa Francesco, aderendo all’iniziativa della Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre, ha acceso un cero facendo propria «la speranza di pace dei bambini dell’amata Siria, martoriata da una guerra che dura ormai da otto anni». Un gesto che l’Ufficio missionario diocesano invita a compiere anche la notte di natale, ponendo un certo sul davanzale delle finestre.

«È vero che non è un gesto che risolve la questione così complessa e intricata di un conflitto che non ha mai fine – spiega don Maurizio Ghilardi, responsabile dell’Ufficio missionario diocesano – ma è un richiamo, un tenere sveglia l’attenzione, una manifestazione di solidarietà e vicinanza soprattutto attraverso la preghiera».

«Chiediamo ai parroci – continua ancora il sacerdote – che mettano a disposizione nelle loro chiese dei ceri che possano consumarsi durante tutta la notte santa di Natale al fine di sensibilizzare la comunità cristiana nei confronti di un conflitto che ha già messo a dura prova la comunità umana della Siria».

L’auspicio è, dunque, che a tutti i partecipanti alle Messe di mezzanotte venga consegnato un cero, acceso, da portare a casa come espressione di continuità nella preghiera.

Un’altra possibilità è quella di illuminare la notte di Natale con la “Luce della pace” che giunge direttamente dalla Grotta di Betlemme e che anche quest’anno è giunta sul territorio grazie al MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani), impegnati a contagiare famiglie e comunità (parrocchiali e non) con questa luce di speranza. La fiamma è presente anche presso la cappella della Casa dell’Accoglienza di Cremona dove può essere attinta da quanti volessero unirsi a questo gesto di particolare significato (L’arrivo della Luce a Cremona).

«Preghiamo e aiutiamo i cristiani a rimanere in Siria e in Medio Oriente come testimoni di misericordia, di perdono e di riconciliazione – sono state ancora le parole del Pontefice durante l’Angelus della prima domenica di Avvento –. La fiamma della speranza raggiunga anche tutti coloro che subiscono in questi giorni conflitti e tensioni in diverse altre parti del mondo, vicine e lontane. La preghiera della Chiesa li aiuti a sentire la prossimità del Dio fedele e tocchi ogni coscienza per un impegno sincero a favore della pace».