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La Madonna sfregiata dall’Isis arriva a Cremona: dal 15 al 22 ottobre a S. Agostino

Era l’estate del 2014 quando l’Isis irruppe nella Piana di Ninive, zona a maggioranza cristiana del nord dell’Iraq, facendo strage di civili e costringendo alla fuga migliaia di persone. L’autoproclamato Stato islamico irruppe a Mosul e in altre città come Qaraqosh, Bartallah e Batnaya. Proprio a Batnaya la furia degli islamisti contro i luoghi di culto cristiani sfociò anche nella distruzione fisica di chiese e statue sacre.

Come quella, dedicata alla Vergine, decapitata dagli jihadisti e portata in salvo dal parroco e successivamente restaurata in Italia, a Giussano. Proprio da qui è quindi partita la peregrinatio dell’immagine sacra, inaugurata dall’arcivescovo di Milano il 17 giugno scorso e proseguita in diverse parti di Italia. Facendo tappa anche a Cremona, dal 15 al 22 ottobre, nella chiesa di Sant’Agostino, dove sarà esposta alla devozione dei fedeli. Durante i giorni di presenza della statua della Madonna di Batnaya la consueta Messa feriale celebrata per l’unità pastorale Cittanova nella chiesa di Sant’Omobono sarà invece proprio a Sant’Agostino alle 18 (dopo la recita del Rosario alle 17.30). Domenica 17 ottobre è in programma alle 16 il Rosario, alle 16.30 il canto del Vespro e alle 17.30 la Messa. Nella serata di mercoledì 20 ottobre, inoltre, alle 21 vi sarà la preghiera del Rosario, animata dal Gruppo Nazarat.

Questa piccola Madonnina, spiegano i sacerdoti dell’unità pastorale Cittanova, vuole essere un segno di vicinanza ai tanti cristiani del Medio Oriente che ancora oggi subiscono violenze e persecuzioni. Anche per questo il suo viaggio è accompagnato da una mostra fotografica, realizzata da Aiuto alla Chiesa che soffre, che sarà allestita sempre nella chiesa di Sant’Agostino e che racconta in maniera chiara ed emotivamente toccante che cosa significhi essere cristiani oggi in Iraq. La presenza cristiana nel Paese è infatti crollata negli ultimi vent’anni: se prima erano circa un milione e mezzo di persone, oggi si attestano sulle 250mila unità. Moltissimi sono fuggiti in Europa, Canada, Stati Uniti durante le persecuzioni dell’Isis e pochi hanno deciso di tornare (nonostante gli sforzi per la ricostruzione dopo la dissoluzione dello Stato islamico). Questo ovviamente non aiuta la Chiesa locale, che si trova a essere sempre più minoritaria e quasi alle soglie dell’estinzione. In questo contesto di difficile testimonianza si è inserito non a caso il coraggioso viaggio di Papa Francesco in Iraq pochi mesi fa. Un viaggio fortemente voluto dal Pontefice che, in quell’occasione, aveva voluto incontrare i grandi leader religiosi del Paese ricordando dalla terra di Abramo che «chi ha il coraggio di guardare le stelle, chi crede in Dio, non ha nemici da combattere». E questo vale per tutti, cristiani e non, in Iraq ma anche in ogni angolo del mondo.

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