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La comunità soresinese in festa per l’ingresso del nuovo parroco don Andrea Bastoni

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Drappi bianchi e rossi sulla facciata della parrocchiale di San Siro, a Soresina, campane a festa, autorità civili e militari, associazioni schierate con i propri stendardi, rioni con i propri colori. C’era davvero tanta gente, nella mattinata di domenica 6 ottobre, pronta ad accogliere con gioia il nuovo parroco don Andrea Bastoni che, in processione dal cortile del Centro pastorale parrocchiale, ha raggiunto il sagrato della parrocchiale per il benvenuto del sindaco Alessandro Tirloni.

Un ampio discorso, quello del primo cittadino, per ringraziare il vescovo e il nuovo parroco e per garantire collaborazione, tant’è che rivolgendosi a monsignor Napolioni ha rassicurato: «Non posso dimenticare l’importanza della collaborazione tra le istituzioni civili e religiose alla ricerca del bene comune. In questa prospettiva posso assicurarle che l’Amministrazione comunale lavorerà fianco a fianco con don Andrea e i suoi collaboratori per promuovere valori di solidarietà, giustizia e pace». Ha quindi rivolto parole di accoglienza e di conforto a don Bastoni: «Siamo certi che, sotto la sua guida spirituale, sapremo continuare a crescere nella fede, nella carità e nella comunione fraterna. Soresina è una comunità che sa accogliere con il cuore aperto e ci impegniamo a camminare insieme a lei nella condivisione di valori e ideali che ci uniscono come fratelli in Cristo». E ha aggiunto: «In questo momento di transizione, guardiamo con fiducia al futuro. Siamo pronti ad accogliere il suo ministero con entusiasmo e gratitudine, certi che il suo esempio di vita e la sua parola sapranno guidarci verso un cammino di fede sempre più maturo e profondo».

 

Ascolta il saluto del sindaco di Soresina

 

Quindi l’ingresso in chiesa, tra gli applausi e la musica, per la celebrazione eucaristica di insediamento presieduta dal vescovo Napolioni e concelebrata dal nuovo parroco insieme al vicario don Alberto Bigatti e i collaboratori don Enrico Strinasacchi e don Giuseppe Ripamonti, don Mario Marinoni, don Gabriele Mainardi, don Attilio Spadari, don Adriano Veluti e don Oreste Mori.

Dopo la lettura del decreto di nomina Laura Cipelletti, portavoce del Consiglio pastorale parrocchiale e di tutta la comunità, ha dato il benvenuto al nuovo parroco: «Benvenuto nella Parrocchia di Soresina; benvenuto nella nostra casa che da oggi sarà anche la sua nuova casa. La nostra comunità l’accoglie con gioia come suo nuovo pastore, secondo lo stile di fraternità, di umanità e condivisione con cui è cresciuta negli anni. Le siamo grati per aver accettato con slancio questa nuova chiamata del Signore, una chiamata impegnativa, ma che speriamo possa riservarle nuovi stimoli e anche tante e nuove gioie». E ha aggiunto: «Fiduciosi preghiamo perché Maria Santissima, che noi veneriamo nella Beata Vergine di Ariadello, e San Siro, patrono della nostra comunità, accompagnino il suo cammino in questo nuovo ministero e quello di ciascuno di noi, per scrivere insieme una nuova pagina di Soresina che il Signore Gesù ci chiede di vivere da protagonisti». Subito dopo la consegna di una stola e di un libro che raccoglie la storia di tutte le chiese soresinesi.

 

Ascolta il saluto della rappresentante parrocchiale

 

Nell’omelia il vescovo ha espresso commozione, rassicurazioni e speranza: «Mi commuovo in questi giorni di grande intensità, ma chi si commuove di più è Gesù che si coinvolge, si appassiona e si rende presente in mezzo a noi. Siamo qui con Gesù che ci suggerisce cosa fare: togliere le impalcature – ha detto con lo sguardo rivolto alle impalcature che dominano la chiesa per i lavori di restauro – e far brillare i colori nelle nostre vite, lontani da false illusioni, con lo stupore tipico de bambini». Poi ha aggiunto: «Questo cambio tra parroci funzionerà per il senso di Chiesa che vi ha trasmesso don Angelo (don Angelo Piccinelli, il precedente parroco, ndr) e vi trasmetterà don Andrea». Il vescovo ha anche lanciato un messaggio contro la guerra, invocando un momento di preghiera per la pace e sottolineato che il peccato non ha mai l’ultima parola, grazie a Cristo venuto per salvare tutti dal peccato e diffondere l’unico vero messaggio, quello dell’amore.

 

L’omelia del vescovo Antonio Napolioni

 

Prima della benedizione finale, il saluto del nuovo parroco. Visibilmente emozionato, don Andrea Bastoni ha voluto ringraziare il vescovo che, in un momento delicato come il cambio di destinazione di un parroco, si è dimostrato paterno; e poi i grazie alla sua famiglia, alla comunità di Pizzighettone e a tutte le altre comunità in cui ha servito e ai sacerdoti che hanno collaborato con lui. Poi il messaggio per la sua nuova comunità soresinese con un grazie ai preti che collaboreranno con lui, ma anche all’ex parroco don Angelo Piccinelli per aver guidato Soresina negli ultimi 14 anni: «Non arrivo con grandi idee o progetti, ma con la disponibilità a mettermi in cammino con voi e tra voi. Solo così nasceranno nuove proposte. In questo cammino mi affido alla vostra comprensione e alla vostra pazienza, perché dovrò conoscere tutti e tutto e ci vorrà tempo e dunque chiedo scusa in anticipo per le mancanze in cui incapperò. Mi affido anche alla vostra preghiera e a quella delle monache del Monastero della Visitazione».

 

Il saluto del nuovo parroco don Andrea Bastoni

 

La celebrazione è stata accompagnata con il canto dal coro Psallentes con il maestro Alessandro Manara all’organo.

All’uscita il corpo bandistico “Igino Robbiani” ha accompagnato in corteo il nuovo parroco fino all’Oratorio Sirino per un momento conviviale e informale nel quale don Andrea Bastoni ha potuto iniziare a incontrare e conoscere i soresinesi.

Lunedì 7 ottobre il nuovo parroco incontrerà la comunità claustrale delle monache Visitandine e celebrerà la Messa delle 18 nella chiesa del Monastero; mercoledì 9 ottobre presiederà l’Eucaristia al Cimitero cittadino in ricordo dei parroci e dei fedeli soresinesi defunti; giovedì 10 ottobre incontro con i bambini e i ragazzi del catechismo con Messa alle 18 nella chiesa del Buon Pastore.

 

 

Profilo biografico del nuovo parroco

Don Andrea Bastoni, classe 1972, originario di Piadena, è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1997. Prete novello è stato inviato a Roma a proseguire gli studi e ha conseguito le licenze in Teologia fondamentale e Liturgia. Rientrato in diocesi è stato prima vicario a Cremona nella parrocchia di S. Bernardo (2001-2010) e poi a Caravaggio (2010-2016); negli stessi anni è stato anche docente in Seminario. Nel 2014 è stato trasferito a Pizzighettone come collaboratore parrocchiale dell’unità pastorale comprendente le due parrocchie di Gera d’Adda, quella di Regona, di Roggione e di Pizzighettone, di cui nel 2016 ha assunto l’incarico di parroco in solido e moderatore. Ora il vescovo l’ha scelto come nuovo parroco di Soresina. È docente all’Istituto superiore di Scienze religiose S. Agostino.

 

 

Il messaggio di don Andrea Bastoni alla Comunità di Soresina

 Insieme … in cammino

Saluto volentieri voi tutti, fedeli e abitanti di Soresina, voi confratelli sacerdoti, voi Monache del Monastero della Visitazione!

La mia biografia è presto raccontata: sono nato nel 1972, ho trascorso gli anni della mia infanzia e adolescenza a Piadena, mio paese di origine e dove tuttora abita la mia famiglia. Conseguita la maturità scientifica nel 1991, sono entrato in Seminario a Cremona e sono stato ordinato prete il 21 giugno 1997. Dopo i primi anni trascorsi a Roma, su incarico dell’allora vescovo Giulio Nicolini, per completare gli studi teologici, dal 2001 al 2010 sono stato vicario presso la parrocchia di San Bernardo in Cremona e, dal 2010 al 2014, presso la parrocchia di Caravaggio. Nell’autunno del 2014, nominato dal vescovo Dante, sono arrivato come collaboratore nella neonata Unità pastorale di Pizzighettone (ora, da poco, Madonna del Roggione), costituita dalle parrocchie San Bassiano, Beata Vergine del Roggione, San Patrizio in Regona, San Pietro e San Rocco in Gera, divenendone poi Parroco moderatore nel 2016, per nomina del vescovo Antonio.

Pur con passaggi difficili e impegnativi (legati, per le cinque parrocchie, al doversi ripensare e riorganizzare in un percorso unitario) e nonostante periodi molto dolorosi (penso all’esperienza della pandemia), sono stati dieci anni bellissimi e devo ringraziare di cuore i pizzighettonesi tutti per il tanto bene di cui sono stato testimone e che ho ricevuto e anche per il grande impegno e la gratuita generosità che ho visto, da parte dei fedeli laici, nel servizio in tutti gli ambiti della vita parrocchiale. Mi pare, d’altronde, di cogliere come, grazie anche agli input di papa Francesco e, in Diocesi, del vescovo Antonio, le comunità cristiane stiano sempre più acquisendo la consapevolezza del valore della corresponsabilità, accogliendo, certo, la vocazione e la missione del prete, ma anche l’assunzione di responsabilità dei credenti laici, valorizzando il contributo e la testimonianza di ognuno, secondo i doni che lo Spirito ampiamente suscita, anche nel nostro tempo, a servizio del bene e dell’unità.

Pochi mesi fa, è arrivata la nuova nomina come parroco a Soresina. Era maggio. Sinceramente, mi ci è voluto ben più di qualche giorno per “metabolizzare” la richiesta del vescovo Antonio; il rammarico iniziale ha poi, pian piano, lasciato spazio alla disponibilità per una nuova chiamata e lascio le parrocchie precedenti anzitutto con il cuore colmo di gratitudine per il bene che mi hanno donato; gratitudine, ovviamente, anche per la mia famiglia, per la comunità piadenese, che ha visto nascere e crescere la mia vocazione, per la comunità del seminario, per le parrocchie di San Bernardo e di Caravaggio.

Ora inizia un cammino nuovo. Immagine densa, quella del cammino (sia nell’esperienza di ognuno di noi, sia anche nel racconto biblico), capace di esprimere metaforicamente sia la vita, sia la fede.

Per descrivere l’animo con il quale mi appresto ad iniziare a camminare insieme a voi e in mezzo a voi, mi affido volentieri, appunto, alle parole della Bibbia, in modo particolare di san Paolo, nella sua prima lettera ai cristiani di Corinto: “Anch’io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l’eccellenza della parola o della sapienza. 2Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso. 3Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. 4La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, 5perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio” (1Cor 2,1-5).

Penso che, quando si intraprende un cammino nuovo, siano umani e normali gli interrogativi sul futuro: chi incontreremo? Che strade percorreremo? Cosa ci aspetterà? Quali scoperte, quali gioie e quali fatiche ci attenderanno? Ce la faremo? Avremo le risorse per portarlo a termine? Eppure, l’invito che spesso ritorna nella Bibbia è proprio quello a mettersi in cammino, come dimensione costitutiva e qualificante della fede: mi accompagna e mi consola il pensiero che io mi inserisco ora al vostro fianco in un cammino che voi, con la grazia di Dio, avete già compiuto e state già compiendo; insieme, ne percorreremo un tratto.

Camminare insieme, nella quotidianità, offre l’opportunità di conoscersi, ascoltarsi, condividere esperienze e racconti (di vita e di fede), raccogliere testimonianze di bene, sorprendersi di ciò che l’azione di Dio compie nella storia delle comunità e dell’umanità, nel cuore e nella vita delle persone. Educa anche a tenere un passo sostenibile per tutti e a sostenersi reciprocamente.

Ho sperimentato più volte, in questi anni, che, al di là dei nostri calcoli, delle nostre previsioni, dei nostri progetti e delle nostre strategie, la grazia di Dio ci precede e ci attende: inizio, pertanto, a camminare tra voi “nella debolezza e con molto timore e trepidazione”, per usare le parole di San Paolo, ossia con l’animo di chi ha tutto da imparare,  da conoscere, da scoprire: di voi, del volto della Città di Soresina, della sua storia e delle sue tradizioni, dei suoi punti di forza e delle sue risorse, del cammino che, come parrocchia, lo Spirito vi ha fatto compiere, delle scelte che avete fatto, dell’”organizzazione” che, nel tempo, vi siete dati.

All’inizio del mio cammino con voi e tra voi, oltre che alle vostre preghiere (e, in particolare, a quelle delle monache del Monastero della Visitazione), mi affido anche alla vostra comprensione e alla vostra pazienza e chiedo scusa in anticipo se, soprattutto agli inizi, accadrà che mi dimentichi di qualcosa o di qualcuno, o commetta qualche gaffe derivante dall’inesperienza e dalla non conoscenza. Grazie fin da ora.

Allora: buon cammino! Con la benedizione del Signore, che invoco copiosa su di me e su voi tutti, per intercessione della Vergine Maria e dei Santi nostri patroni.

Don Andrea