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Intorno all’opera – Un percorso per riflettere attraverso l’arte

Incorniciare una foto, magari quella dei propri cari defunti, in una bella cornice d’argento, come faceva mia nonna sul mobile della camera da letto. In questi giorni ne avrebbe aggiunti molti di volti dei propri cari. Non è semplice mettere una cornice, non è qualcosa da poco, è importante scegliere quella giusta perché diventa parte dell’opera stessa. Incorniciare serve anche per collocare in modo corretto un ricordo, una emozione, un messaggio nel luogo degli affetti.

In questi giorni di forzata autoreclusione il filo tra di noi non si deve spezzare. Per questo propongo a tutti una occasione per riflettere attraverso l’arte: un dipinto, una scultura, un edificio chiesa o palazzo, una fotografia, ecc… cercando di trovare la giusta sistemazione, guardando cosa c’è dentro e intorno. Dove vogliamo collocare un affetto.

La cornice è forse un limite, che non si può oltrepassare, uno spazio definito, come le nostre case piccole o grandi. Da qui la proposta di realizzare questo percorso virtuale, approfittando di questa eccezionale, drammatica contingenza, che ci vede tutti autoreclusi ma non per questo rassegnati e inoperosi.

L’arte è la massima espressione dei nostri sentimenti, intorno ad un’opera c’è tutto il nostro modo di essere, di pensare, di apparire, di credere. Intorno all’opera ci siamo noi che la guardiamo e che facciamo da cornice. I capelli fanno da cornice per il viso, tanti possono essere gli elementi che fanno da contorno a un avvenimento, a un’azione, anche le cerimonie hanno bisogno della loro cornice, del loro contesto.

Intorno all’opera allora ci siamo noi, con i nostri pensieri, le nostre preghiere. I nostri affetti.

don Gianluca Gaiardi
incaricato diocesano per i Beni culturali

La prima opera mercoledì 25 marzo: L’Angelus