Intelligenze artificiali e ragione umana, a Castelleone l’intervento di Silvano Petrosino
Davanti a un’evoluzione sempre più rapida nello sviluppo delle tecnologie digitali c’è il rischio di rimanere spiazzati quando si entra in contatto con l’innovazione e il cambiamento che queste apportano nel modo di lavorare e in quello di vivere.
La questione è quella delle Intelligenze Artificiali, un nuovo sistema che riesce innegabilmente a portare ai massimi livelli le capacità tecniche dei nostri computer modificando tuttavia profondamente percezioni e, dunque, comportamenti sociali, di tutti noi. Il tema è talmente vasto e complesso e richiede, per essere compreso ed interpretato, un pensiero consapevole. Per questo nella Diocesi di Cremona nel corso di quest’anno sono state molte le occasioni che hanno offerto una possibilità di riflessione sul mondo vasto e complesso delle IA. In questo mese di novembre anche la parrocchia di Castelleone ha proposto alla comunità un percorso di approfondimento con gli intereventi di alcuni specialisti Nel pomeriggio di domenica 3 novembre si è svolta la prima di tre conferenze che hanno come filo conduttore la realtà delle intelligenze artificiali, analizzate però sotto un profilo più morale e sociale piuttosto che tecnico. Ad aprire il ciclo di incontri è stato Silvano Petrosino, docente di Antropologia filosofica dell’Università Cattolica di Milano, che nel suo intervento dal titolo La razionalità umana: tra ragione e intelligenza, ha spiegato che «in genere, quando si parla di IA, se ne parla sempre in termini molto positivi, infatti questa già ci aiuta in diverse attività, e lo fa molto bene». Il rischio non sempre riconoscibile, però, è concreto ed è quello di lasciarsi trasportare dall’entusiasmo, infatti «questa euforia può trasformarsi in una trappola. Davanti ai risultati di questa tecnologia il pensiero critico può venire meno, si può prendere un abbaglio. Bisogna cogliere questa occasione per riflettere sulla razionalità umana».
«Si ha una concezione un po’ ingenua della razionalità umana, e varrebbe la pena approfondirne la natura» ha spiegato il professor Petrosino, il quale a più riprese ha ribadito che «bisogna distinguere l’intelligenza dalla ragione. La razionalità non è riducibile all’intelligenza, perché questa si può ritrovare negli animali e oggi anche nelle macchine». E ancora: «Credo ci sia una specificità della razionalità umana che si può indicare con il termine ragione, una dimensione molto più ampia, molto più dinamica, molto più drammatica dell’intelligenza».
La questione delle Intelligenze Artificiali è diventata quindi un trampolino di lancio, che secondo il professor Petrosino serve a «riflettere sulla razionalità umana». E proprio nella dimensione della razionalità si può trovare la grande differenza che definisce il limite fra macchina e uomo: «La macchina ragiona sempre nell’ottica della risoluzione del problema, l’uomo invece, pur consapevole del problema, può decidere di non risolverlo». Ad avvalorare la tesi del professore, un parallelismo con la parabola del padre misericordioso, infatti «nella parabola, il figliol prodigo è come un’intelligenza artificiale. Torna dal padre, consapevole di un bisogno, e cerca una soluzione logica a quello che gli serve, chiedendo di essere trattato come uno dei salariati così da espiare le proprie colpe. Il padre misericordioso invece è come l’uomo, che sa bene che aiutare il figlio non è utile, non gli porterà nessun vantaggio, ma lo fa lo stesso, perché è suo padre. Vede il problema, ma decide di non risolverlo, lui è in grado di scegliere».
Il prossimo appuntamento organizzato dall’oratorio a Castelleone si terrà lunedì 11 novembre alle 20.45, e per l’occasione interverrà don Lucas Peyron, direttore della Pastorale Universitaria di Torino, con una presentazione del titolo Lo spazio che ci è dato: Vivere e credere al tempo dell’intelligenza artificiale.