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In visita da don Giancarlo Regazzetti e alla sua parrocchia, grande quasi come la diocesi di Cremona

Dopo 6 ore di pullman, con 38 gradi all’aperto, giovedì 24 gennaio il gruppo dei sacerdoti cremonesi in visita in Brasile ha raggiunto don Giancarlo Regazzetti, fidei donum originario di Romanengo che ha iniziato la sua esperienza da “fidei donum” nel 1997. Vive a Quijingue, nello stato di Bahia, ma il suo servizio si svolge su un’area di poco inferiore per estensione territoriale all’intera diocesi di Cremona. In poche parole 60 chiese, una parrocchia, che per essere visitata richiede un mese.

Quijingue è l’ultimo paese servito dal passaggio di un pullman, dopodiché solo strade sterrate. Da sette anni non piove. La popolazione è in prevalenza cattolica, ma la frequenza domenicale non corrisponde.

Non esiste una economia sviluppata, si vive piuttosto di piccoli lavoretti e sussidi statali. Lasciare il centro abitato di Quijingue sarebbe ulteriormente costoso se si volessero raggiungere le grandi città, là si dovrebbe pagare il “capo” della favela per avere un “luogo” dove abitare, mentre nel villaggio almeno la casa è di proprietà nonostante la povertà.

Don Giancarlo sta abbastanza bene e, nonostante le prove fisiche, sta cercando di completare alcuni lavori nella più grande delle chiese.

La diocesi nella quale opera è Serrinha, una città grande come Cremona. La città è suddivisa in due parrocchie. La gran parte del clero è sparso nelle zone rurali.

In serata l’incontro con il vescovo di Serrinha (suffraganea dell’arcidiocesi di Feira de Santana), retta dal vescovo Ottorino Assolari, originario di Scanzorosciate (Bg), della Congregazione della Sacra Famiglia di Bergamo.

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