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In rete con i ragazzi

Nelle scorse settimane, e chissà fino a quando, abbiamo fatto massicciamente ricorso a contatti digitali, alla scuola digitale, al web… diventando quasi per forza esperti di piattaforme e videoconferenze. Qualcuno le chiama call perché, si sa, l’inglese sembra sempre migliore dell’italiano. Sicuramente abbiamo fatto un passo avanti, frettoloso e costretto, perché occorreva riprendersi almeno un poco quella connessione che l’assenza di corporeità vicine, in una classe, nel cortile dell’oratorio o nel gruppo di catechesi, stava vietando. Ma tutti sanno che il web è anche problematico, tentacolare, perché quel net, quella rete di fatto non ha snodi autorevoli o, se anche presumiamo che ci siano, se ne infischia. Globalizzare significa anche omogeneizzare, appiattire, affiancare e alla vertiginosa accessibilità dei contenuti non corrisponde un filtro adeguato o un orientamento di valore. Questa faticosa orizzontalità che assume anche i tratti del pericolo esplicito, non è riferita solo ai livelli dark o deep della rete. Il digitale, proprio perché fascinoso mondo della distanza fisica e della invasività virtuale, è esposto ed espone. Possiamo crearci il nostro avatar (vedi il contributo “corpo” di Io avrò cura di te) perché questo corpo fisico non ci piace o non ci pare adeguato nella costruzione di relazioni convincenti (una volta, c’era solo il trucco, poi è arrivata la chirurgia estetica… ed oggi il virtuale o la regressione dal sociale). Possiamo imbatterci, soprattutto se siamo minori, in adescamenti poco piacevoli, illeciti, che sconfinano nel gioco di potere e nella seduzione, e addirittura nell’abuso.

Il Servizio regionale Tutela minori, istituito tra le Diocesi lombarde qualche mese fa e coordinato dal vescovo Antonio Napolioni, ci aiuta a puntualizzare il tema con alcune pagine dense: In rete con i ragazzi. Attività pastorale digitale e tutela dei minori.

I mesi di pandemia hanno solo accelerato un processo o forse ce lo hanno sbattuto in faccia, mentre nelle famiglie si combatteva per consentire a tutti la connessione migliore per scuola, lavoro a distanza, relazioni con i parenti… Ecco che il gioco che Baricco ha descritto anche con delle utilissime mappe concettuali in The game (Einaudi, 2018, seguito da The game umplagged, Einaudi 2019) si rivela pervasivo per tutti. E si alza l’allerta educativa.

Sono settimane di fatica per tutti e di carte su carte per comunicati, regole, progettazioni e materiali. In rete con i ragazzi chiede però di essere conosciuto e letto, fatto oggetto di riflessione e di consapevolezza. La pastorale, educativa ma non solo, che ci aspetta avrà sempre a che fare con questo capitolo ove minori e tutela debbono andar di pari passo nella coscienza libera e liberante di adulti formati.

È bene leggere quanto il testo dedica alla grammatica educativa, alle indicazioni e ai divieti, perché le cose, quelle molto serie, vanno per forza pensate.

In particolare in ambito ecclesiale l’affondo di papa Francesco che connette abuso sessuale a manipolazione della coscienza e abuso di potere, ricorda l’urgenza della vigilanza e la verifica costante dello sguardo educativo. Perché educare è inevitabilmente un potere, ma c’è potere e potere. E c’è il potere che il Vangelo ha senza alcun dubbio radicalmente riscritto.

 

Il documento regionale “In rete coi ragazzi – Attività pastorale digitale e tutela dei minori”