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In palazzo vescovile la consegna della veste bianca alla terza comunità neocatecumenale di S. Ilario

Primo incontro ufficiale tra il vescovo Antonio Napolioni e i membri del Cammino Neocatecumenale di Cremona. L’occasione è stata la consegna della veste bianca ai membri della terza comunità delle parrocchia ss.Apollinare e Ilario Cremona, tappa conclusiva di un percorso durato 25 anni e passato attraverso due scrutini, l’iniziazione alla preghiera, la tradizione nelle case, la redditio simboli pubblica, la tappa del Padre nostro, l’affidamento alla Madonna di Loreto sino a giungere al tempo dell’elezione. Un “Cammino”, quello nato nel 1964 dall’intuizione di Francisco (Kiko) Argüello e di Carmen Hernández, che è un vero e proprio itinerario catechistico di riscoperta del proprio Battesimo.

La consegna della veste bianca è avvenuta durante una suggestiva celebrazione svolta nel pomeriggio di lunedì 21 marzo nella cappella di Santo Stefano, in Palazzo vescovile. Il momento di preghiera è iniziato, come è consuetudine, con l’invocazione allo Spirito Santo, quindi è stato proclamato il brano dell’Apocalisse dove si parla delle vesti bianche indossate da seguaci dell’Agnello e la parabola evangelica degli invitati alle nozze. Proprio sul tema dell’elezione ha aiutato a riflettere il Vescovo che si è poi soffermato sul segno di appartenenza della veste bianca.

Successivamente uno a uno sono stati chiamati i 50 membri della comunità che, inginocchiatisi hanno ricevuto dalle mani del Vescovo una lunga tunica bianca e l’invito a mantenerla candida con una vita caratterizzata dalla sequela di Cristo. Tra i membri della comunità, guidata da Massimo Baini, anche due sacerdoti: don Franco Regonaschi, collaboratore parrocchiale di S. Agata e S. Ilario, e don Pierangelo Pedretti, incardinato nella diocesi di Roma.

Presente anche i catechisti che hanno accompagnato la formazione della comunità. Una equipé formata da don Giuseppe Tosca, Alfredo e Rosanna Signaroldi, Rodolfo e Stefania Amerio, Giorgio e Francesca Celoni e Marco ed Enrica Boledi.

La terza comunità del Cammino neocatecumenale di S. Ilario la notta di Pasqua sarà in Cattedrale per partecipare, con indosso proprio le vesti bianche, alla veglia presieduta del vescovo Napolioni. Altro importante appuntamento in agenda sarà il pellegrinaggio a Gerusalemme, dal 31 maggio al 10 giugno.

 
 

Storia del Cammino

Il Cammino Neocatecumenale è germogliato nel 1964 tra i baraccati di Palomeras Altas (Madrid) grazie all’opera di Francisco (Kiko) Argüello, un pittore nato a León (Spagna), e Carmen Hernández, laureata in chimica e formatasi nell’Istituto Misioneras de Cristo Jesús. I due hanno vissuto tra i poveri di quelle baracche e a loro hanno annunziato il Vangelo.

La loro predicazione ha preso la forma di una catechesi fondata sulla Parola di Dio, sulla celebrazione liturgica e sulla vita comunitaria. Dalle baracche l’esperienza è passata presto, affinandosi, ad alcune parrocchie di Madrid e di Zamora. In Italia è giunta nel 1968 sostenuta dal consenso del cardinale Vicario del Papa per la diocesi di Roma e ben presto si è irradiata in tutta la Chiesa universale, paesi di missioni compresi.

Il Cammino Neocatecumenale si colloca nell’ambito del rinnovamento proposto dal Concilio Vaticano II e si pone al servizio della gerarchia ecclesiastica. Insegnando una vita vissuta alla luce dell’amore di Gesù, esso guida le persone alla riscoperta del battesimo e propone un’educazione permanente alla fede mediante la conversione e la catechesi post-battesimale. Fin dal suo sorgere si è sempre proposto come cammino di iniziazione alla fede: «non è una spiritualità particolare, ma un cammino di gestazione, un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni» (Giovanni Paolo II, Lettera “Ogniqualvolta”).