In occasione della Cop30 60 istituzioni religiose di tutto il mondo annunciano impegni di disinvestimento dai combustibili fossili. L’esperienza CER della Diocesi di Cremona
Martedì 18 novembre 60 istituzioni religiose di tutto il mondo hanno annunciato il loro disinvestimento dalle compagnie di combustibili fossili, inviando un forte segnale ai negoziatori della 30ª Conferenza delle parti (Cop30), in svolgimento a Belém in Brasile, sull’urgente necessità di eliminare gradualmente i combustibili fossili, dati gli impatti dannosi su clima, biodiversità e diritti umani derivanti dall’estrazione, dal trasporto e dalla combustione di combustibili fossili. Lo sottolinea il Movimento Laudato si’, in un comunicato nel quale precisa che l’elenco odierno delle istituzioni che hanno disinvestito include cinque Diocesi cattoliche una in Canada e quattro in Italia, e tra queste la Diocesi di Cremona. Vi sono poi Ordini religiosi cattolici in Francia, Belgio, Germania, Austria, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti, banche cattoliche e protestanti in Germania e 42 membri dell’Arbeitskreis Kirchlicher Investoren (Aki), una rete di investitori istituzionali della Chiesa protestante tedesca.
«La decarbonizzazione è un atto di giustizia, di amore per i poveri e di speranza per le generazioni future come ci ha indicato Papa Francesco. Questo impegno esprime anche la nostra solidarietà con coloro che subiscono le conseguenze di conflitti spesso alimentati dalla dipendenza dai combustibili fossili, un tema affrontato più volte anche da Papa Leone XIV che ha chiesto di porre rimedio al fatto che la “nostra terra sta cadendo in rovina”». Lo ha dichiarato il card. Augusto Paolo Lojudice annunciando il disinvestimento dell’arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza.
Ad evidenziare che la scelta del disinvestimento in Italia sia sempre più legata alla coerente decisione delle Diocesi di impegnarsi nelle Comunità energetiche rinnovabili come scelte comunitarie, è il vescovo delle Diocesi di Lucca, mons. Paolo Giulietti: «Al progetto delle comunità energetiche, si aggiunge l’adesione ai processi di investimento “fossil free”. Spero che tutta la nostra comunità diocesana faccia passi in avanti in direzione di una sostenibilità che esprime rispetto per il creato e amore per il Creatore».
Su questa linea anche la Diocesi di Cremona che a firma di Eugenio Bignardi, direttore dell’Ufficio Pastorale sociale e del lavoro, afferma: «Il nostro impegno al disinvestimento dal fossile, scelta fondamentale per la transizione energetica, si è concretizzato anche in un lavoro capillare di coordinamento per la realizzazione di Comunità energetiche rinnovabili che vedono le Parrocchie promotrici, assieme a Comuni e ad Enti del Terzo settore e Fondazioni; sono 72 gli enti sino a oggi coinvolti con il progetto CER promosso dalla Diocesi di Cremona grazie alla costituzione, a fine dell’anno 2024, di 6 Cer sul territorio diocesano in 27 Comuni delle province di Cremona, Bergamo e Mantova. Realtà già operative e pronte a raccogliere l’adesione dei privati cittadini e delle piccole e medie imprese». «A queste CER – continua il responsabile della Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Cremona – si aggiungerà presto una settima comunità per la città di Cremona, sul medesimo modello organizzativo delle altre già costituite».
Nell’ultima conferenza stampa, in occasione dell’avvio del progetto di costituzione della Cer “Città di Cremona” il vescovo Antonio Napolioni ha sottolineato come «la sfida ambientale e quella di una economia di solidarietà, la cura dei processi democratici e partecipativi sono questioni che non possono vederci distratti o disimpegnati, né ideologicamente divisi, perché è in gioco il futuro dell’umanità nella sua casa comune».
«Sono colpita sul messaggio sulla necessità della “coerenza” che emerge nelle diverse dichiarazioni che legano questa scelta di disinvestimento dai combustibili fossili e decarbonizzazione con l’impegno per porre fine ai conflitti alimentati anche dalla dipendenza dai combustibili fossili, con la transizione energetica verso le rinnovabili attraverso l’impegno nelle Comunità Energetiche Rinnovabili e con le migrazioni forzate causate dal cambiamento climatico», così Cecilia Dall’Oglio, responsabile dei programmi in Italia del Movimento Laudato si’, ha commentato la scelta di diocesi e organizzazioni cattoliche italiane che, mentre a Belém, in Brasile, è in corso la 30ª Conferenza delle parti (Cop30), con un’altra cinquantina di Istituzioni religiose di tutto il mondo hanno annunciato il loro disinvestimento dalle compagnie di combustibili fossili. «L’Italia in questo annuncio ha un ruolo importantissimo con sette istituzioni che hanno disinvestito tra cui quattro diocesi (arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino, diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, arcidiocesi di Lucca, diocesi di Cremona) e tre organizzazioni (Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo sviluppo, Comunità del diaconato in Italia, Movimento Rinascita cristiana)», ha sottolineato Dall’Oglio, ricordando che «in considerazione dell’importanza che questi temi entrino sempre maggiormente nella pastorale ordinaria delle nostre comunità, come evidenziato con forza dal Movimento Laudato si’ in Italia in occasione degli incontri locali e nazionali avuti negli due anni, la partecipazione all’annuncio della Comunità del diaconato in Italia ci fa sperare nella crescita di una coscienza responsabile per la transizione e la conversione ecologica. I giovani attendono da noi questa coerenza: fatti, non più parole. Questa è la missione a cui anche il Sinodo ha inviato tutti noi».
«Lanciammo tre anni fa con Azione Cattolica italiana ed altre realtà l’Appello della “Campagna italiana di disinvestimento cattolico dalle fonti fossili per un’economia di pace”, entrando nella stagione invernale con il cuore stretto ai nostri fratelli e sorelle al freddo in Ucraina. Oggi – conclude Dall’Oglio –, sentiamo ancora maggiormente di rilanciare con questo annuncio odierno per un’energia di pace».