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In marcia a Roma per dire sì alla vita

Anche un gruppo di cremonesi ha preso parte, sabato 19 maggio, alla Marcia nazionale per la vita che si è tenuta a Roma. Ottava edizione contrassegnata dal 40° anniversario dell’introduzione in Italia dell’aborto legale (22 maggio 1978), ma anche dalla recente vicenda del piccolo Alfie Evans e del tetraplegico francese Vincent Lambert. Proprio la madre di quest’ultimo – che rischia di morire di fame e di sete in seguito alla decisione dei medici di interrompere alimentazione e idratazione – è giunta a Roma per dare la sua testimonianza a fine corteo.

Il pullman messo a disposizione da “Pellegrini con Gioia”, partito da Cremona di primissima mattina, ha permesso anche a diversi cremonesi di essere nel pomeriggio in piazza della Repubblica per iniziare la marcia che ha visto la partecipazione di numerosi movimenti pro-life, insieme in questa pacifica manifestazione in difesa di chi ancora non è nato e dei più deboli.

«Non uccidete il futuro», «La vita inizia col concepimento», «Ogni aborto è un bambino morto»: sono alcuni degli striscioni e dei cartelli «La Marcia per la Vita vuole essere la sintesi delle tante manifestazioni che durante l’anno si svolgono per ribadire l’importanza della difesa della vita umana – hanno spiegato gli organizzatori, tra cui la presidente Virginia Coda Nunziante -. Con la Marcia per la Vita si vuole affermare la sacralità di questa vita e la sua assoluta intangibilità dal concepimento alla morte naturale, senza alcuna eccezione, alcuna condizione, alcun compromesso».

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La Marcia per la Vita

La Marcia per la Vita, giunta ormai all’ottava edizione, è paragonabile, sia per le dimensioni sia per la qualità delle presenze, alle Marce che hanno una più antica tradizione. Ricordiamo, tra gli altri, gli eventi pro-life che si tengono a Berlino, Bordeaux, Bratislava, Brisbane, Bruxelles, Canada (15 città), Den Haag, Dublino, Guatemala City, Polonia (18 città), L’Aja, Lima, Parigi, Praga, Washington, Zurigo.

La Marcia per la Vita di Roma è divenuta un evento internazionale perché ad essa sono presenti rappresentanti delle principali istituzioni che operano in tutto il mondo in difesa della vita e della famiglia. Le unisce la consapevolezza della necessità di creare un fronte comune contro quelle lobby internazionali che, negli ultimi decenni, hanno operato in modo sistematico per trasformare – nel senso comune e nelle leggi – un delitto in un diritto (Giovanni Paolo II).

Non si tratta di un’iniziativa partitica, perché è indipendente da ogni gruppo o partito politico, ma si propone di incidere sul potere legislativo, italiano e internazionale, manifestando il rifiuto di ogni legge che legalizzi l’uccisione dell’essere umano innocente. La Marcia non è neppure una iniziativa ecclesiale, perché non è promossa dalle autorità ecclesiastiche, ma da uomini e donne di buona volontà decisi a difendere quei princìpi che appartengono a tutti, credenti e laici, in quanto incisi nel cuore di ogni essere umano. E non è neppure un movimento, ma un evento che riunisce una volta all’anno a Roma, gruppi, associazioni, e soprattutto famiglie, in spirito unitario e in un clima amichevole e festoso.

La Marcia per la Vita impegna per la sua organizzazione un gruppo di volontari che lavorano per un intero anno alla sua realizzazione, senza percepire finanziamenti di nessun tipo, se non le libere offerte di coloro che ne condividono gli obiettivi.