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Il Vescovo tra gli ospiti della Fondazione Germani di Cingia

Il vescovo Antonio ha dedicato l’intera mattinata di mercoledì 30 marzo alla visita della Fondazione Germani di Cingia de’ Botti, una delle Residenze Assistenziali Sanitarie più innovative e all’avanguardia dell’intero territorio cremonese. Il presule, che tra l’altro, per statuto, è a capo del Consiglio di amministrazione, è giunto poco dopo le 9.30 ed è stato accolto dal presidente Riccardo Piccioni, dal vice don Gian Paolo Mauri – parroco di Cingia -, dall’intero Consiglio e dai vertici amministrativa e sanitari.

Tra di essi il direttore generale Marina Generali, la sua vice Alberta Seidenari, il direttore sanitario dottoressa Antonella Spina e il sindaco – che fa parte del consiglio – Pierpaolo Vigolini. Presente anche il presidente emerito Adelmo Mignoni al quale si devono i grandi cambiamenti strutturali e organizzativi della Fondazione.

Mons. Napolioni per quasi un’ora si è intrattenuto con i vertici della casa di riposo. Piccioni in pochi minuti ha tratteggiato la storia della Fondazione,  inaugurata nel maggio 1898, e sorta ad opera della commerciante Elisabetta Germani. Inizialmente destinata alla cura, assistenza e ricovero di cronici, infermi di malattie acute, poveri e dei dipendenti delle cascine di proprietà della Fondatrice nel corso degli anni si è trasformata in casa di riposo arrivando ad ospitare anche 400 persone. Dopo gli anni Novanta si è avviata una vera e propria trasformazione della struttura che ha visto la diminuzione dei posti letti – oggi sono 320 – e un raddoppio degli spazi e anche del personale. «Attualmente – ha spiegato la dottoressa Generali – alla Fondazione vi lavorano 250 persone. In questi anni, nonostante la crisi, abbiamo assunto più di quelli che sono andati in pensione, anche con contratti a tempo indeterminato. Teniamo molto al benessere dei nostri dipendenti, per questi investiamo tanto in formazione e abbiamo anche creato una palestra tutta per loro». Generali ha poi sottolineato i tanti servizi che la Fondazione offre: «Siamo in continua evoluzione, cerchiamo sempre di essere al passo con i tempi di esercitare la nostra creatività. Siamo stati i primi, per esempio, ad inaugurare un centro diurno integrato, che attualmente è il più grande della provincia ed è l’unico ad essere aperto anche il  sabato e la domenica. Tra i progetti futuri c’è anche un giardino aperto alla cittadinanza: un modo per far entrare il paese dentro la nostra casa di riposo così che possa apparire, per i nostri ospiti e familiari, la più viva possibile».

Piccioni ha anche ricordato come la Fondazione sia sempre stata aperta e accogliente anche verso altre tipologie di bisognosi: così fu per i profughi e gli sfollati delle due grandi guerre, i terremoti e da ultimi anche i richiedenti asilo giunti dall’Africa: in queste settimane sono presenti sei giovani del Mali che durante il giorno segue i percorsi di integrazione della Caritas diocesana presso la Casa dell’Accoglienza.

Brevemente sono intervenuti anche gli altri consiglieri: il prof. Rescaglio ha auspicato un coinvolgemento maggiore delle parrocchie per avere nuovi e numerosi volontari, il sindaco Vigolini ha elogiato la vitalità della struttura che non solo perchè serve il paese in termini assistenziali, ma anche economico-lavorativi. Infine il nuovo consigliere Magnoni – figlio dell’ex presidente – ha augurato una maggiore apertura verso il territorio. Don Mauri ha brevemente illustrato il servizio religioso che viene offerto quotidianamente grazie anche alla presenza di una suora «Ancella della Carità» e di diversi volontari.

Da parte sua mons. Napolioni ha spronato a continuare su questa linea di innovazione e di attenzione alle singole persone sottolineando come la valorizzazione dell’ultima stagione della vita dell’uomo dia qualità alla vita di tutti: «Difendere e promuovere la dignità dell’anziano – ha specificato -, ma anche la sua morte è un servizio che va a beneficio di tutti, soprattutto in questo tempo in cui la nostra società censura la morte».

È quindi seguita la visita ad alcuni reparti e al centro diurno integrato dove gli ospiti stavano attendendo il pranzo. Particolarmente toccate l’incontro del presule con i degenti del padiglione mons. Bonomelli composto in prevalenza da disabili psichici. Per questi ragazzi l’arrivo del presule è stato un vero e proprio evento di gioia. Per mons. Napolioni tre regali tutti fatti dagli ospiti: un vasetto di fiori di stoffa, una cornice col nome del reparto e il suo stemma fatto a mano con la stoffa e incorniciato. Tutti doni che il vescovo Antonio ha gradito moltissimo. Durante la visita non sono mancati altri regali o lettere scritte dagli ospiti: «Vi risponderò presto» ha promesso mons. Napolioni. C’è stato tempo anche per una stretta di mano e una battuta con i profughi del Mali accompagnati da don Antonio Pezzetti, direttore della Caritas diocesana.

Prima del congedo dalla struttura il Vescovo si è intrattenuto con il personale durante un piccolo rinfresco culminato con il taglio della torta.

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