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Il Vescovo per gli anniversari di don Silvano Rossi, don Mario Olivi e don Sergio Lodigiani: «Possiamo continuare a seminare fino all’ultimo giorno»

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«205 anni di sacerdozio, circa ottantamila Messe e decine di migliaia di confessioni: con questi conti un po’ sommari vogliamo ricordare oggi i vostri anniversari di ordinazione sacerdotale». Così il vescovo Antonio Napolioni si è rivolto a don Silvano Rossi, don Mario Olivi e don Sergio Lodigiani nella Messa celebrata nella mattinata di mercoledì 29 giugno, nella solennità dei santi Pietro e Paolo, presso la casa di riposo Giovanni e Luciana Arvedi, nella struttura di via Massarotti, a Cremona, gestita dalla Fondazione La Pace Onlus. Un momento celebrativo solenne, al quale hanno partecipato tanti volti amici che negli anni hanno incontrato i tre presbiteri e diversi sacerdoti: tra loro il vicario episcopale per il Clero don Gianpaolo Maccagni, il presidente della Fondazione La Pace don Roberto Rorta e il cappellano don Luigi Mantia. L’occasione sono stati i 70° di ordinazione presbiterale per don Silvano Rossi e don Mario Olivi e il 65° di don Sergio Lodigiani.

«Festa dei santi Pietro e Paolo, dunque del Papa e dell’unità della Chiesa cattolica, un’unità missionaria – ha ricordato il vescovo all’inizio della sua omelia –. Una Chiesa in cammino nel tempo, anche “a rotelle”, come il Papa in questo periodo. Ma le rotelle del cervello e del cuore funzionano ancora e continua a servire la Chiesa con i suoi 85 anni. Noi preghiamo per lui, ringraziamo il Signore per il suo ministero e soprattutto seguiamo il suo insegnamento».

La riflessione di mons. Napolioni è proseguita ragionando, quindi, sul trascorrere del tempo nella vita sacerdotale: «In questo momento di vacanze, che fanno bene per riposarci, c’è il rischio di rimanere con un pugno di mosche. E, magari, ci si sente così anche dopo una lunga vita sacerdotale in cui ci si è sentiti impegnatissimi e adesso ci si interroga sul senso delle proprie giornate».

Il vescovo Napolioni ha proseguito riflettendo, sulle orme di san Pietro, sul percorso di fede durante l’ultima parte della vita dei cristiani: «Mi chiedo se si può entrare in corsi di fede da vecchi? Credo di sì, ma credo si possa anche riscoprire il volto di Gesù: Gesù chiede ai discepoli “chi dite che io sia” e questa è la possibilità di dire “tu sei il Cristo” come gli dice Pietro, pur nel suo amore piccolo e fragile».

L’omelia del Vescovo è terminata ricordando una parte importante della missione presbiterale: «Vi sentite di aver portato a compimento la missione, come scrive Paolo? Non è seguire le persone lungo tutto il loro percorso, perché come le madri bisogna lasciare i figli alla loro vita, l’importante è aver portato a compimento l’annuncio, la semina, poi altri raccoglieranno. Noi possiamo continuare a seminare fino all’ultimo giorno».

Prima di concludere la celebrazione eucaristica sono stati offerti dei doni ai sacerdoti festeggiati e il vescovo si è rivolto a ciascuno di loro invitandoli a porgere un saluto ai presenti raccontando un aneddoto della loro vita sacerdotale nel solco dell’annuncio evangelico.

Finita la celebrazione, quindi il momento dei saluti, degli auguri e l’occasione di scattare qualche foto ricordo con gli amici giunti per festeggiare questo importante anniversario.