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Il Vescovo in visita nelle case di riposo di Piadena e Cingia de’ Botti

Un pomeriggio all’insegna dell’accoglienza e dell’allegria quello trascorso dagli ospiti delle case di riposo di Piadena e Cingia de’ Botti con il vescovo Antonio Napolioni, che ha proseguito le visite alle rsa presenti sul territorio della diocesi per rinsaldare il legame che le unisce al territorio.

Il tour pomeridiano è iniziato alle 15 presso la RSA “San Vincenzo” di Piadena, dove il Vescovo è stato accolto dalla responsabile della struttura Roberta Broglia e dal presidente della Cooperativa “Il gabbiano” Giacomo Bazzoni, alla presenza del sindaco di Piadena-Drizzona Matteo Priori e del parroco don Antonio Pezzetti, accompagnato dal vicario don Paolo Fusar Imperatore.

Numerosi anziani, tutti risultati negativi al tampone, hanno accolto il Vescovo, accompagnati dagli operatori sanitari, nel cortile della struttura per un momento intenso interrotto, sul finire, dall’arrivo del temporale. «E’ una benedizione che arriva non solo dal Vescovo, ma direttamente dal cielo» ha chiosato mons. Napolioni. Il quale, alla lettura del brano di Vangelo di Anna e Simeone, gli anziani che hanno accolto Gesù al tempio, ha riflettuto su come tutti gli anziani siano segno della presenza di Cristo per il loro «essere avanti» nel capire quanto avviene nel mondo. Così come gli operatori sono segno di Gesù per loro, nello stargli vicini anche in questo periodo di prova. «Si tratta di uno scambio reciproco – ha detto il Vescovo-. Ognuno ha bisogno degli altri e ognuno è segno del nostro essere Cristo per gli altri».

La visita è proseguita con il saluto agli anziani della Fondazione Elisabetta Germani di Cingia de’ Botti dove il Vescovo è stato accolto dal presidente Riccardo Piccioni e da numerosi responsabili ed operatori della struttura, insieme al sindaco Fabio Rossi. In questo caso gli anziani hanno potuto seguire in filodiffusione il discorso del Vescovo mentre nella cappella erano presenti i sacerdoti dell’unità pastorale: il parroco e cappellano don Ettori Conti insieme ai collaboratori parrocchiali don Marco Genzini (nel consiglio di amministrazione), don Luigi Ferrai e don Paolo Tonghini.

Il pensiero è andato all’essere tutti «tempio del Signore», a partire dagli anziani che hanno «nostalgie e affetti da ricordare» sino ai medici e agli infermieri, sinonimo per eccellenza di chi svolge una professione in cui ci si prende cura anche del corpo degli altri.

«Si vive bene nel tempio della vita se riconosciamo Gesù», ha detto Mons. Napolioni. E, citando i momenti della sua ospedalizzazione per il Covid-19, ha confidato come si sentisse «un Gesù piccolo fragile crocifisso nella mani dei medici e degli infermieri, come loro erano Gesù che si prendeva cura di un malcapitato, come tutti insieme eravamo e siamo il corpo di Cristo che nel mondo soffre lotta spera ama».

Entrare in strutture come queste permette di incontrare Gesù nella quotidianità e nella prova, ma anche nella gioia dello scambio reciproco, del perdono e della pace nel cuore. Un augurio rivolto agli anziani delle RSA e a tutti gli uomini.