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Il Vescovo ha presieduto la Messa per la Guardia di Finanza

Come consuetudine la festa di San Matteo, patrono della Guardia di Finanza, a Cremona è stata festeggiata nella chiesa parrocchiale di S. Ilario, poco distante dalla caserma Dino Campagnoli di via Zara, con la Messa celebrata venerdì 21 settembre dal vescovo Antonio Napolioni. In prima fila il comandante provinciale, colonnello Cesare Maragoni, da pochi giorni arrivato in città, insieme alle cariche militari cittadine.

Presente il prefetto Paola Picciafuochi, il nuovo questore Carla Melloni, il presidente della Provincia Davide Viola e la presidente del Consiglio comunale Simona Pasquali in rappresentanza dell’Amministrazione comunale. Nei banchi gli ufficiali, sottufficiali, e i militari insieme anche a diversi finanzieri in congedo e alcuni familiari.

Accanto al Vescovo il parroco dell’unità pastorale di S. Agata e S. Ilario, don Irvano Maglia.

Nell’omelia mons. Napolioni si è soffermato anzitutto sul binomio Dio e denaro. Il denaro è frutto della creatività e della ricchezza umana e «può essere strumento di giustizia, di solidarietà, di promozione di opere sociali. Per questo Dio non maledice la ricchezza, che può però diventare un idolo quando diventa lo scopo della vita escludendo Dio e gli altri». «Il denaro a volte pare più forte degli affetti e delle persone come vediamo in certe situazioni familiari – ha detto il Vescovo –. Oggi gioco con la lettera “D” e aggiungo le parole “dono”, “debito” e “dovere”. Come Matteo ha ricevuto un dono dall’incontro di Gesù anche noi tutto quello che abbiamo è dono di Dio».

«Gesù in mezzo a pubblicani e peccatori, alle guardie e ai ladri, fa capire che un nuovo inizio è sempre possibile. Matteo cambiò vita, divenne un discepolo di Gesù e scrisse il Vangelo, mentre prima scriveva le ricevute dei soldi che riscuoteva, magari facendo la cresta – ha quindi continuato –. Matteo vuole onorare un grande debito scrivendo il Vangelo: far conoscere Colui che ci ha salvati.Compiere il proprio dovere a volte è difficile perché non ci sono ricette pronte, dobbiamo ricordarci che tutto è ricevuto in dono e abbiamo il dovere di dare agli altri la stessa gioia e pace che abbiamo ricevuto».

«In ogni responsabilità, in ogni ruolo sociale – ha concluso mons. Napolioni – abbiamo bisogno di un momento di riflessione per ritrovare la motivazione che non può essere solo lo stipendio perché torneremmo alla “d minuscola” del denaro che dimentica che non può essere tutto nella nostra vita».

Al termine della celebrazione, dopo la lettura della preghiera del finanziere, il comandante provinciale colonnello Cesare Maragoni ha rivolto il suo saluto ai presenti e i ringraziamenti al Vescovo per la celebrazione assicurando l’impegno a continuare a lavorare facendo le cose nel migliore dei modi.

Presente anche il predecessore, colonnello Antonio Costa, ha rivolto un saluto ai presenti insieme ai ringraziamenti per l’arricchimento personale e professionale ricevuti durante gli anni trascorsi a Cremona.

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Il Patrono San Matteo

La Guardia di Finanza, come ogni altra realtà militare ha un santo patrono: San Matteo apostolo ed evangelista, la cui festa liturgica cade il giorno 21 Settembre. Il documento papale che attesta il riconosciuto patrocinio, reca la data del 10 aprile 1934 ed è firmato dal cardinale Eugenio Pacelli (futuro Papa Pio XII). Il Pontefice che accolse l’istanza avanzata dal Comandante Generale e sostenuta dall’Ordinario Militare del tempo era Pio XI.

La vicenda umana di Matteo ha una sua notorietà, legata a quanto di lui si legge nell’omonima narrazione evangelica. Matteo, il pubblicano, detto anche Levi (Mc 2,14; Lc S,27) passò dal banco delle imposte alla sequela del Maestro che gli aveva detto: “Vieni e seguimi” (Mt 9,9).Il banchetto che festeggiò la sua vocazione è il segno dell’amore misericordioso di Gesù che chiama i peccatori a penitenza e ne celebra la riconciliazione con il Padre (Lc 5,27-32). Nel suo Vangelo, redatto per la comunità giudeocristiana, il Cristo si manifesta come maestro e il fondatore del nuovo Israele, che promulga la giustizia nuova del regno dei cieli incentrata nell’amore.

La sua memoria il 21 settembre è fatta dal martirologio geronimiano (sec. VI). Il “Breve Pontificio” del 10 aprile 1934, nel dichiarare San Matteo Patrono della Guardia di Finanza auspica che tutti gli appartenenti al Corpo possano, sul suo esempio, unire l’esercizio fedele del dovere verso lo Stato con la fedele sequela di Cristo.