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Il Vescovo alla Messa di mezzanotte in Cattedrale: «Il Natale ci chiama ad attraversare la notte e diventare l’aurora»

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È stata celebrata a mezzanotte alla presenza di numerosi fedeli in Cattedrale di Cremona la S. Messa della Notte di Natale presieduta da Mons. Antonio Napolioni, che con un momento di preghiera davanti al presepio ha aperto l’Eucaristia concelebrata dal vescovo emerito Lafranconi e dai canonici del Capitolo della Cattedrale.

«Il Natale ci porta il principe della pace – ha esordito nella sua omelia – e noi siamo con lui, pronti ad accoglierlo in maniera nuova e decisa a crescere nella fede e a impegnarci nella carità». 

Parole rivolte ai presenti che, dal bambino all’anziano, sono accorsi anche all’ora tarda per dire «un nuovo sì al Signore che è venuto, viene e verrà». 

Come i pastori in quella notte «ognuno di noi oggi ha risposto alla chiamata, perché non siamo qui per tradizione ma per una nostra esigenza del cuore, seminata in noi da Dio stesso». Nonostante il peso delle reciproche storie, disseminate da preoccupazioni e affanni, siamo qui «convocati per ripartire dal Bambino, che ci chiama e ci manda tre messaggi. Siamo chiamati a desiderare il giorno, attraversare la notte e diventare l’aurora». 

Con questa consapevolezza nel cuore – ha quindi proseguitò mons. Napolioni – il cristiano può vivere tre differenti momenti della liturgia (con relative letture tra loro differenti) che lo accompagnano a riscoprire l’infinito del giorno che lo aspetta, dove il cielo di Dio è il futuro dell’umanità, che è ricco di speranza donata da Dio «giorno per giorno e che non ha fine se è abitata da questo bambino, che oggi nasce e poi morirà per risorgere e inaugurare la vita eterna per tutti coloro che lo seguiranno».

Allora dobbiamo avere il coraggio di attraversare la notte per rimetterci in piedi e andare incontro al bambino che nasce, «Dio disarmato e disarmante». Perché, conclude la sua riflessione Napolioni, «siamo chiamati a diventare noi la Messa dell’aurora, poiché non ci troviamo ancora nella pienezza della luce ma possiamo cogliere ogni germoglio e gustare la vita in ciò che di aurora, alba, novità, custodisce ogni giorno».

E ha concluso quindi sollecitando l’assemblea a chiedere a Dio la gioia e la gloria perché è possibile raggiungerle per chi vive ogni giorno il Vangelo con cuore grato e umile, impegnandosi nella sua realizzazione. 

 

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