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Il vescovo alla Guardia di Finanza: «Il vostro non è solo un lavoro, è una missione» (foto e audio)

La Guardia di Finanza, come ogni altra realtà militare ha un santo patrono: san Matteo apostolo ed evangelista, la cui festa liturgica cade il giorno 21 Settembre. Così questa mattina i finanzieri cremonesi si sono trovati in Sant’Ilario per partecipare a una messa presieduta dal Vescovo proprio in occasione di questa ricorrenza.

Una messa partecipata, con due finanzieri in alta uniforme ai lati dell’altare e con lo stendardo del Corpo ben esposto. Presenti anche molte autorità:  il Questore Carla Melloni, il Vicario del Questore dott. Guglielmo Toscano, il Tenente Colonnello Marco Piccoli (comandante Provinciale dei Carabinieri), il vicepresidente della Provincia di Cremona Rosolino Azzali, il presidente del Consiglio comunale di Cremona Paolo Carletti, il Colonnello Giovanni Brafa Musicoro (comandante del  10mo Genio guastatori); la dottoressa Rossella Padula (direttrice della Casa circondariale di Cremona), il comandante della Polizia penitenziaria Mauro Cardarelli e il comandante dei Vigili del Fuoco Filippo Fiorello.

All’inizio della celebrazione – alla quale hanno partecipato diversi sacerdoti e il cappellano della GdF – monsignor Napolioni ha ricordato l’importanza di un Corpo come quello della Guardia di Finanza «che rappresenta il Paese, la comunità, la famiglia con tutte le sue speranze, esigenze, difficoltà e pene. Festeggiamo san Matteo e utilizziamo questo momento per ripartire: perché nel tempo e nel susseguirsi dei giorni a volte non mancherà lo scoraggiamento, ma il Signore è venuto a prenderci così come siamo. Ci tende la mano, lasciamolo fare».

Durante l’omelia ha invece ricordato che oggi viviamo in tempi difficili ed estremamente fragili eppure «questo può essere una grande opportunità perché o ci si salva insieme o non ci si salva più. È necessario essere un corpo solo. Le forze dell’ordine e la Guardia di Finanza in questo hanno un compito speciale, perché il vostro non è solo un mestiere, è una missione. Avete un ruolo educativo e correttivo non sempre apprezzato (come chi va dal medico… non ci si va mai volentieri eppure ne abbiamo bisogno). Voi dovete aiutarci a perdere di vista questa verità: che il bene comune è una scommessa vincente, non un bene astratto. Ecco perché Gesù non cancella il passato di Matteo quando lo incontra, ma va a mangiare a casa sua!». Ancora: «Gesù rischia portando al cuore di tutti la chiamata a convertirci all’unità”. Il messaggio è chiaro: lavorare insieme, uniti, per il bene della società e di tutti. «Non bisogna permettere al male, con il suo rumore, di avere il sopravvento sul bene. Prego per voi e vi auguro un lavoro generoso e sereno, un atteggiamento umile , onesto e pieno di fiducia che viene dal sentirci cooperatori di Dio nella costruzione del Regno».

L’audio dell’omelia del vescovo

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