Il Vescovo ai giovani sposi: «Entrando nelle vostre case si possa percepire che sono abitate da Dio»

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Un viaggio in cui occorre capacità di dialogo, in famiglia e tra le famiglie, come tra i popoli. Reduce dalla “Carovana della pace” cui aveva partecipato poco prima a Bozzolo, il vescovo, incontrando nel pomeriggio di domenica 23 novembre in Seminario le coppie che si sono sposate negli ultimi tre anni, ha voluto spronarle con un augurio per la loro vita insieme: «Siamo pronti a partire, pronti a metterci in viaggio, con questa carovana che cammina – ha detto –. Possa essere anche questo un pezzo di una carovana della pace, un modo di stare al mondo in cui, lungo la strada, nessuno viene calpestato da briganti militarizzati, da una nazione contro l’altra, ma si ricostruisca quella capacità di dialogo tra le famiglie, tra i popoli, fra le culture, fra le religioni».

“1, 2, 3 sposi… Ritrovarsi dopo il sì” era lo slogan dell’incontro diocesano, rinnovato con una seconda edizione dopo il positivo esperimento dello scorso anno, come momento di amicizia e riflessione a partire dal percorso intrapreso nei primi anni di matrimonio. Una proposta semplice, ma al tempo stesso efficace e gradita: incontrarsi a distanza di uno, due o tre anni dalle nozze per condividere il percorso coniugale e confrontarsi con altre giovani coppie, ma anche relazionandosi con quanti hanno già vissuto più anni di matrimonio.

L’evento in Seminario è stata un’ottima occasione per ritrovarsi insieme, mostrando l’immagine di una Chiesa che cammina unita e di cui le famiglie sono protagoniste: «Questa è la vostra casa ed è abitata da Dio: – ha ricordato il vescovo agli sposi – siatene felici. Non come un controllore, ma come Colui che vi genera e vi rigenera, sempre. Si possa percepire entrando in casa: non che tutto è perfetto, ma che tutto è vivo. È vivo nella vita di Dio!».

Lo spunto per questa edizione è stato tratto dalla parabola del Buon Samaritano, che ha ispirato quattro tavoli di lavoro (e di gioco), rispettivamente focalizzati sul “prendersi cura”, “passare oltre”, “locanda del tempo” e “briganti”». Quattro diversi momenti per mettere in luce differenti aspetti della vita di coppia e rifletterci insieme, dando libero sfogo alle emozioni, alle paure, alle speranze e alle progettualità, quali spunti di confronto e di approfondimento in un contesto rilassato e a tratti anche simpatico.

«Chi è il protagonista di tutto questo? È la vostra umanità, – ha detto il vescovo alle coppie di sposi nel momento comunitario di condivisione – la vostra scelta di vivere insieme, i vostri giorni insieme e tutte le altre cose. Dentro tutto questo c’è anche il Buon Samaritano che non passò oltre». «Questa sua e nostra empatia» consente di percepire i sentimenti l’uno dell’altro e di «lasciare che si impastino tra loro, che si costruiscano come qualcosa di nuovo. Gesù è il maestro di questo impastare i sentimenti, Dio è uomo».

L’incontro è stato proposto e organizzato dalla Pastorale famigliare diocesana, affidata ai coniugi Silvia Botti e Stefano Boiocchi, Marta Lucchi e Gilberto Gerevini e don Alessandro Bertoni. Insieme a loro molte altre coppie di sposi che si stanno impegnando con la Pastorale famigliare e nelle diverse iniziative in programma: eventi diocesani e percorsi quotidiani in cui farsi accanto ad altre coppie, come per la preparazione alle nozze o anche momenti di difficoltà vissuti dalla famiglia.

A chiusura dell’evento, terminato con un aperitivo che è stato ulteriore occasione di scambio e amicizia tra i presenti, a tutti è stato fatto dono di un ricordo dell’incontro trascorso insieme e con l’invito alle prossime iniziative promessa dalla Pastorale famigliare diocesana, e in particolare il week-end dal 23 al 25 gennaio a Tonfano dedicato alle coppie che sono nei primi 7 anni di matrimonio.