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Il vescovo a Soresina al monastero della Visitazione (AUDIO e FOTO)

Il vescovo Antonio Napolioni ha celebrato, nel giorno di Pasquetta, la Messa al Monastero della Visitazione di Soresina. Una presenza che è ben riassunta dalle parole di ringraziamento che il parroco, don Angelo Piccinelli, ha rivolto al Vescovo anche a nome della comunità Visitandina, ovvero «attenzione alla comunità».

Nel periodo dell’anno più significativo per i cristiani, perché si porta l’annuncio del Cristo Risorto, il Vescovo non ha dimenticato la comunità claustrale di Soresina ed è venuto personalmente per gli auguri alle sorelle Salesiane. Auguri che, come ha detto il Vescovo, «rischiano di essere vuoti, di rimanere in periferia rispetto al vero messaggio della Pasqua, quando invece dovremmo dirci buona Pasqua ogni settimana, perché ogni domenica è la festa cristiana originale». «Pasqua – ha detto ancora – è non essere prigioniero del male e non dargliela vinta, perché il Signore ha vinto il male e anche noi dovremmo saper fare la medesima cosa. Queste cose le dico oggi al Monastero della Visitazione, quando il Vangelo ci ricorda che le donne sono state le protagoniste della risurrezione di Cristo, pronte con oli per ungere il corpo di Cristo. Mi piace pensare che quell’olio non servito sia stato tenuto in serbo per tutti noi, per la chiesa e per il mondo».

E che quel profumo degli oli sia profumo di vita e speranza che va oltre la morte. «Un profumo che si deve sentire attraverso di noi. E i monasteri profumano di fiori e santità. Di questa santità spero profumino tutti i monasteri, i conventi, le case parrocchiali, le case di ogni famiglia. Perché il vero profumo è profumare di Cristo Risorto, di vita nuova, di speranza e di amore. La missione che nasce dal giorno dopo la Pasqua è di portare a tutti questo profumo di aria nuova, accoglienza, benevolenza … portare il Signore che ha cambiato la vita, dalle donne al sepolcro a tanti altri. Con Cristo in noi, l’augurio di buona Pasqua diventa un’esperienza di fede e comunione. Vi auguro di portare questo profumo agli altri».

Un gesto paterno di vicinanza, quello del Vescovo, in un periodo, quello scandito dai ritmi della pandemia, in cui si rischiano l’allontanamento sociale e la solitudine. Un gesto reso ancora più significativo dal messaggio del Cristo Risorto sottolineato dall’omelia. Un’omelia che la comunità claustrale e laica mediteranno e che, come auspicato dal parroco don Piccinelli, si trasformi in realtà attraverso i gesti di ciascuno.

La Messa delle 8 è stata presieduta dal Vescovo e concelebrata dal parroco don Angelo Piccinelli insieme al cerimoniere don Flavio Meani.

Photogallery della celebrazione