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Il Vescovo a San Bassano: «Fare comunità intorno al Vangelo»

«Fare comunità intorno al Vangelo». È questo il messaggio che il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, ha lasciato a don Angelo Ruffini, già parroco di San Bassano e Santa Maria dei Sabbioni, che, nel pomeriggio di sabato 26 ottobre, si è insediato anche nelle parrocchie di Cornaleto, Formigara, Gombito e San Latino.

La celebrazione si è svolta presso la chiesa parrocchiale di San Bassano, alle cui porte don Ruffini è stato accolto dai sindaci dei vari paesi coinvolti. A rivolgere il proprio saluto al parroco, a nome di tutti, è stato il primo cittadino di Gombito, Massimo Caravaggio, che si è detto felice di poter iniziare «un nuovo cammino da vivere insieme» e fiducioso in un futuro che possa parlare la lingua della condivisione.

Successivamente il vicario della zona pastorale seconda, don Giambattista Piacentini, ha letto pubblicamente il decreto di nomina del nuovo parroco il quale, successivamente, ha ricevuto dal Vescovo l’aspersorio e ha benedetto i numerosi fedeli presenti alla celebrazione.

Don Ruffini ha poi ricevuto il saluto di una rappresentante delle comunità a lui affidate, Savina, da Formigara, la quale ha espresso il desiderio, da parte di tutte le parrocchie, di mettersi in gioco per «crescere insieme e costruire un’unica grande famiglia».

Le parrocchie di cui don Ruffini è stato nominato parroco, infatti, sono in cammino verso la costituzione di una unità pastorale. Ed è proprio in questo segno che si è articolata la riflessione del vescovo Napolioni durante l’omelia. «Se crediamo che il pastore è uno, e uno il gregge – ha sottolineato il Vescovo – non possiamo che riconoscere e tentare di vivere il grande valore comunitario che la fede cristiana porta con sé e invita a far proprio».

Mons. Napolioni ha poi ricordato a tutti i presenti, a partire dai presbiteri, quale sia la vera missione della Chiesa: «E’ l’annuncio del Vangelo a dover essere prioritario, non l’organizzazione di strutture e organigrammi sui quali, poi, immancabilmente, prevalgono campanilismi e divisioni». E per ribadire ulteriormente il concetto, il pastore della Chiesa cremonese ha usato le parole della liturgia domenicale: «Gesù stesso ci invita a non avere la presunzione di sentirci superiori agli altri, ma ad essere umili, a vivere come una comunità di piccoli; solo così potremo essere uniti e forti nel suo nome».

La Messa, animata dalle corali delle varie parrocchie, è poi proseguita in modo consueto fino al tradizionale saluto che il nuovo parroco rivolge alle comunità presenti. Don Ruffini ha invitato tutti i parrocchiani a «sentirsi parte di una squadra, in cui ciascuno è chiamato a spendersi per il bene degli altri, a partire da noi sacerdoti».

Il suo ministero sarà infatti supportato da don Davide Ottoni, che ha lasciato la comunità di Soresina, e dai presbiteri che già risiedono nelle parrocchie: don Luigi Pietta, don Luigi Parmigiani e don Mario della Corna.

Al termine della celebrazione, per tutti i presenti, è stato allestito un buffet, presso l’oratorio, per celebrare in un clima di serenità e convivialità questo primo passo di un cammino che vuole essere condiviso e comunitario.

Andrea Bassani

 

Photogallery della celebrazione

 

Biografia dei nuovi sacerdoti

Don Angelo Ruffini, classe 1964, originario di Calvatone, è stato ordinato il 18 giugno 1994. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a S. Bassano; nel 1999 il trasferimento a Castelleone, sempre come vicario. Nel 2004 è stato nominato parroco di Drizzona e Voltido. Nel 2005 è diventato parroco in solido dell’unità pastorale di S. Giovanni in Croce, Solarolo Rainerio, Voltido, Casteldidone, S. Lorenzo Aroldo. Dal 2011 era parroco di “S. Martino vescovo” in San Bassano e “S. Maria Annunciata” in S. Maria dei Sabbioni (Cappella Cantone). Ora mons. Napolioni gli ha affidato anche le parrocchie di “S. Andrea apostolo” in Cornaleto, “Ss. Nazario e Celso” in Formigara, “Ss. Sisto e Liberata” in Gombito e “S. Cuore e S. Latino” in S. Latino, in vista della nuova unità pastorale.

 

Don Davide Ottoni, classe 1979, originario di Torre Pallavicina, è stato ordinato l’11 giugno 2005. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a Calvenzano; nel 2009 il trasferimento a Soncino come vicario della parrocchia di S. Maria Assunta e S. Giacomo apostolo e di quella di S. Pietro apostolo, insieme a quella di S. Bartolomeo apostolo in Isengo. Dal 2011 era collaboratore parrocchiale a Soresina. Ora diventa collaboratore dell’erigenda unità pastorale di Cornaleto, Formigara, S. Bassano, Gombito, S. Latino, S. Maria dei Sabbioni.

 

 

1 + 1 = SEI   Messaggio per l’avvio del cammino dell’erigenda unità pastorale

Chi ha detto che uno più uno fa due, ad ogni costo e in ogni circostanza? Abbiamo scoperto che se due persone, con due punti di vista diversi, si mettono in dialogo profondo, ascoltandosi l’un con l’altro e rispettando le opinioni altrui, possono arricchirsi di diversi punti di vista e la loro unione può far maturare altre idee non presenti prima del loro incontro. E allora uno più uno può fare quattro, cinque o sei. A noi piace pensare che, oggi, faccia sei. Perché le nostre singole comunità insieme faranno una comunità grande, un’unità grande che sarà ricca perché avrà dentro di sé sei punti di vista. Forse c’è da fare qualche passo per imparare a superare la paura di uscire dall’ombra dei nostri campanili, per conoscerci un po’ di più e scoprire quanto fanno bene e quanto arricchiscono le relazioni. Così facendo 1+1=SEI, dove quel “sei” ti chiama in causa in prima persona: sei tu, per primo, a far in modo che il dialogo si crei, che la relazione inizi e sei tu per primo che ne uscirai arricchito. Conosciamoci, affrontiamo insieme, nella comunione questa nuova esperienza che scopriremo essere una ricchezza per tutti se la vivremo con disponibilità, apertura, ascolto e dialogo.

1+1=SEI perché sei tu, con le tue qualità, con i tuoi talenti, con tutto te stesso a testimoniare che collaborare significa crescere nella condivisione; crescere nella condivisione porta ad essere corresponsabili. Sei tu a far in modo che si stia bene insieme, che si viva in comunione. E lo stare bene insieme connota gli amici di Cristo già dalle prime comunità cristiane quando i discepoli affascinavano la gente da come si volevano bene. Con questa prospettiva vivremo l’unità pastorale non come un’imposizione dall’alto, proprio perché non è così. È un nuovo modello di Chiesa, un nuovo modo di fare comunione e di essere testimoni di questa comunione. Non siamo soli, c’è il Padre che ci sostiene e ci ama per primo, c’è Gesù che cammina con noi, resta al nostro fianco e c’è lo Spirito che vive in noi e ci fortifica nel cammino. Questa è la prima, vera certezza.

1+1=SEI perché prima di tutto devi riscoprire il tuo essere amico di Cristo. L’esperienza di Triuggio ci ha permesso di fare anche un viaggio dentro noi stessi per riscoprire quei valori certi come l’ascolto, la condivisione, l’accoglienza dell’altro, la fiducia, valori che spesso diamo per scontati e non approfondiamo. Solo scoprendo chi siamo, cosa vogliamo essere possiamo affermare con chiarezza che desideriamo camminare insieme con lo sguardo rivolto a Gesù, ascoltando la ricchezza che c’è in ognuno di noi, dicendo bene gli uni degli altri, aprendoci al cambiamento.

Riscoprendo noi stessi, riconoscendoci tutti in cammino su un’unica strada, sapendoci scelti e chiamati da Dio in questo tratto di storia, potremo affermare nuovamente che 1+1=sei. Dove un uno sta per ciascuno di noi e l’altro sta per Dio che ci chiama. E quel SEI? Quel SEI è ciò che Dio vuole da noi in questo momento. Dio ci sta chiedendo una forma di comunione per noi nuova; attraverso la voce del vescovo chiede di far nascere quest’unità Pastorale e sa che faremo fatica, così come ne siamo coscienti noi.  Ma non dobbiamo attendere che ci sia la comunità perfetta e ideale per metterci in gioco, perché non ci sarà mai. La comunità è formata da noi che non siamo e non saremo mai perfetti. È fatta da noi che abbiamo limiti e potenzialità, che siamo imperfetti, ma anche capaci di cose belle. Quindi in quanto costituita da noi non sarà mai una porzione di Chiesa perfetta. Potrà però incamminarsi verso l’ideale di santità solo seguendo Dio, attraverso l’ascolto della sua Parola, lo spezzare il pane e la Carità. Il compito che è chiesto a ciascuno è di accogliere e amare l’altro così come lo accoglie e lo ama Dio e aiutarlo a compiere la Sua Volontà.

Buon cammino a tutti!

Il parroco don Angelo Ruffini  
con il gruppo di laici delle sei parrocchie
che hanno partecipato all’evento di Triuggio