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Il Vescovo a Cicognara: «Oggi viviamo un tempo in cui bisogna ascoltare il mondo con le sue sofferenze e le sue novità»

Nel contesto dell’ “Anno 100 Primo”, il percorso verso il centunesimo anniversario dall’insediamento di don Primo Mazzolari nella parrocchia di Cicognara, lunedì 30 maggio si è svolto presso la chiesa di Santa Giulia l’incontro “Non hanno da mangiare”. Alla riflessione, incentrata sul mondo del lavoro a partire dalla lettura delle parole di don Primo tratte da La Parola che non passa, ha preso parte il Vescovo Napolioni, insieme a una rappresentanza del mondo imprenditoriale e finanziario, con Silvano Melegari di Confindustria Mantova e Vincenzo Corbisiero, presidente del Rotary Club di Casalmaggiore Viadana Sabbioneta.

«Oggi che tempo viviamo? – si è domandato Mons. Napolioni – Il tempo in cui la Chiesa, dopo il Concilio Vaticano II e alla presenza di pontefici del calibro di Giovanni XXIII, Paolo VI e Francesco, sta cercando di ritrovare se stessa. E lo fa – ha proseguito – attraverso il cammino sinodale perché c’è bisogno di fermarsi e di riflettere ascoltando il mondo con le sue sofferenze e le sue novità, aprendosi anche a chi non la pensa come noi».

Dopo i saluti del parroco don Andrea Spreafico, la serata si è incentrata sulla lettura del testo di Mazzolari, da cui il vescovo ha tratto spunti di riflessione da condividere con l’assemblea, fermandosi sui passaggi più significativi, perché capaci di parlare al nostro tempo nonostante fossero stati scritti nel periodo in cui Mazzolari era parroco a Cicognara (dal 1922 al 1932).

“Nessuno può essere indifferente di fronte a una folla o a una sola creatura che non ha niente da mangiare: tanto meno un cristiano che deve essere il cuore e la mano della Provvidenza. Dio non ha mani perché vuole che gli impresti le mie”. La memoria va alla “globalizzazione dell’indifferenza” denunciata da Papa Francesco quale male del nostro tempo sin dall’inizio del suo pontificato, prima ancora che fosse entrato in contatto con la figura del sacerdote. O ancora “Sull’esempio di Cristo dovremmo contare le giornate di fatica di chi sta con noi e lavora per noi”, che ci pone di fronte al rapporto equo e giusto tra datore di lavoro e dipendenti.

Con linguaggio colloquiale e semplice, il vescovo ha invitato i presenti a calare nel proprio vissuto di imprenditori della bassa Lombardia le sollecitazioni raccolte. E l’assemblea è intervenuta ponendo al vescovo riflessioni e interrogativi.

«La Costituzione è il nostro faro – ha detto il professor Ercole Montanari, presidente della Camera di Commercio di Mantova – per costruire tra generazioni diverse il futuro del Paese nel bene collettivo, recuperando i valori giudaico-cristiani minati da estremismi e intolleranze». E ancora «Il problema oggi è il reperimento delle risorse i cui prezzi sono in fortissimo aumento e lo scollamento mondo del lavoro-scuola», ha dichiarato Silvano Melegari, presente a nome di Confindustria, che era partner della serata, accendendo i riflettori sul mondo dei giovani e sulla mancanza di formazione per accedere al mondo del lavoro.

Da ultimo, ha preso la parola Vincenzo Corbisiero, presidente del Rotary Club di Casalmaggiore Viadana Sabbioneta, la cui riflessione «ha approfondito la ricerca dell’essenziale» per il vescovo.

«Non abbiamo più voglia di riuscire. Come possiamo invertire questa tendenza?». Dalla crisi passa il discernimento, la capacità di risollevarsi, di far scattare il passaggio necessario per la crescita. «Da don Primo impariamo che il Vangelo responsabilizza l’uomo, generando dalle situazioni più critiche la rinascita». Il riferimento è alla croce e alla resurrezione, come fondanti un’antropologia cristiana che permette anche in questo tempo di sperare e di ridisegnare un’economia che sia fondata sui valori di pace e di giustizia. Per tutti.