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Il vescovo a Castelverde per la festa patronale di S. Archelao

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Nel pomeriggio di domenica 28 agosto presso la chiesa parrocchiale di Castelverde, nell’unità pastorale Madre Nostra formata dalle cinque comunità presenti nel comune di Castelverde, è stata celebrata la festa patronale di sant’Archelao con la Messa presieduta dal vescovo Antonio Napoleoni e concelebrata dal parroco don Giuliano Vezzosi, dal vicario don Matteo Bottesini, dal collaboratore don Claudio Rasoli e dagli ex parroci della comunità. Presenti anche alcuni seminaristi che negli anni hanno prestato servizio presso l’unità pastorale.

La celebrazione è stata introdotta dalle parole del parroco: «Abbiamo voluto questo momento non solo come festa della parrocchia di Castelverde ma anche come inizio della festa degli oratori, dell’inizio di un nuovo anno pastorale». E ha proseguito don Vezzosi: «Proprio per questo abbiamo portato la statua della Madonna della Speranza, che poi girerà nelle nostre chiese, per fare in modo che l’inizio di questo anno pastorale sia l’inizio di un nuovo cammino delle nostre comunità riunite insieme ed essere, tutti insieme, come è stato sant’Archelao, testimoni del Vangelo». La celebrazione è iniziata con l’offerta dei ceri da parte della Amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco Graziella Locci e dai membri della Giunta, segno di collaborazione e di cammino insieme.

«A che serve un patrono? – ha esordito il vescovo Napolioni nella sua omelia – Quanto avrei voglia di fare un’intervista ai più anziani della comunità per sapere come si sono affezionati nel tempo a una figura di cui conosciamo molto poco». «Diacono e martire – ha detto ancora in riferimento alla figura del patrono – sono due parole ricche, che ci bastano a sceglierlo, ad accoglierlo, a viverlo come patrono. Avere come patrono uno che ha fatto della sua vita un continuo servizio agli altri vuol dire che la sua vita serve». E ancora: «Ma se è martire vuol dire che la sua morte serve ancora di più, perché i martiri non sono morti a caso, per sbaglio, per una malattia, per un incidente, ma per amore di Cristo, per fedeltà, per grazie». Ha poi proseguito il vescovo: «Come far sì che il nostro Dio non sia deludente, e che anche i patroni e i santi non ci lascino a bocca asciutta? Bisogna accettare che Dio e i santi siano provocanti, sconcertanti, perché si accenda più luce nella mente, si scaldi il cuore e la speranza trovi le sue ragioni più profonde». Come ha sottolineato mons. Napolioni, «Sant’Archelao ci mostra un’altra strada, quella di entrare in una relazione talmente viva e forte con Gesù vivente, morto e risorto, con la sua Parola e con i suoi gesti da introdurre nella propria vita. Un principio di vita eterna, di immortalità, di fecondità inesauribile».

L’omelia che si è conclusa con un augurio: «Vi auguro un buon inizio, un nuovo inizio fino a quel giorno in cui sarà l’inizio eterno che ci vedrà in festa al di là dei limiti che abbiamo sperimentato sulla terra, perché sarà il Signore stesso a darcene il senso, lo stile, il ritmo, la pienezza».

La celebrazione si è conclusa con la processione accompagnata dalla banda Anelli di Trigolo.

A seguire la cena condivisa in oratorio, che ha permesso ai parrocchiani di vivere insieme un monto di condivisione e di festa.

La festa patronale di Sant’Archelao ha permesso alla comunità di riunirsi anche il sabato con la proposta di un laboratorio di gessetti per bambini realizzato da esperti Madonnari che durante il pomeriggio hanno realizzato opere d’arte poi esposte in chiesa. Sempre sabato 27 agosto, in serata, un pellegrinaggio di 16 km ha attraversato tutte e cinque le parrocchie dell’unità pastorale.